Qui si fa la vera Unione Europea, o si muore

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Sara proprio l’impatto causato dalla Brexit a permettere a questa Europa dis-Unita di “rinascere” e diventare un’ Istituzione seria nella quale credere. La stragrande maggioranza degli Europei in “questa Europa” non crede più e, rassegnata, continuerà a guardare al Regno Unito e dis-Unito dall’Europa come la Terra Promessa. Come fecero  milioni d’Italiani ieri e, soprattutto, oggi che al pensiero di tornare in quel cesso che e’ l’Italia “progressista” che si era lasciato alle spalle, e’ stato colto da crisi di panico e da un attacco di ulcera. Ora può dormire tranquillo: la Terra Promessa non farà mai a meno del suo “cervello in fuga” e di milioni di pizzaioli meridionali che per aprirsi una pizzeria nell’Italia “Progressista” devono pagare il pizzo.

Al di là di tante chiacchiere aspettiamo i dettagli. La cifra di 45 miliardi è circa a metà tra la richiesta iniziale UE di 60 e l’offerta inglese di 20 quindi una trattativa tipo quelle per le bici usate. Sui diritti degli europei se passa il principio di mantenere i diritti acquisiti degli europei che sono in UK ma non quelli che ci andranno, nel medio termine hanno vinto gli inglesi in modo netto. Penso che questa è il vero contenuto dell’accordo e se è così l’Unione Europea si conferma dannosa e inutile. Nel frattempo il fiscal compact irrealizzabile per l’Italia sta per diventare una vera e propria camicia di forza.

In poche parole l’Irlanda del Nord “resta” in Europa ma la Scozia e la stessa Londra hanno già fatto sapere di volere le medesime condizioni. Cosa ne sarà di Gibilterra? Il Regno unito comincia a a perdere pezzi.Non so perché ma ho la sensazione che la May non durerà ancora a lungo.

Sul fiscal compact, l’informazione è incompleta e fuorviante. Inoltre, com’è noto, per inserire il fiscal compact (che costituisce una modifica dei trattati), ci vuole l’unanimità, e l’Italia, con Renzi e Gozi, ha già detto e ripetuto che avrebbe votato no. Padoan è burocrate prudente ed è in scadenza, di un governo in scadenza.

Segnalo: La riforma di Bruxelles per completare l’Unione monetaria, il Fiscal compact nel diritto Ue
ECONOMIA – LORENZO CONSOLI
6 dicembre 2017
L’altra proposta per la “comunitarizzazione” è quella di integrare, nella sostanza, il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance (noto come “Fiscal Compact”) nell’ordinamento giuridico dell’Unione, tenendo presente che gran parte delle sue disposizioni sono in realtà già presenti da tempo nel diritto Ue (introdotte con le normative conosciute come “Six Pack” e “Two Pack”), e che dunque, secondo quanto ha assicurato il commissario agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici, “le politiche di bilancio oggi proibite resteranno proibite, e quelle autorizzate rimarranno autorizzate”.
In altre parole, da una parte Bruxelles continuerà a chiedere ai paesi già in regola con il criterio di Maastricht del deficit sotto il 3% del Pil di continuare a fare sforzi per arrivare all’equilibrio di bilancio “strutturale”, dall’altra si continueranno ad applicare i criteri di flessibilità di bilancio decisi dalla Commissione nel gennaio 2015, che l’Italia ha da allora applicato pienamente.
Trasformare un Trattato internazionale come il Fiscal Compact in una direttiva Ue da approvare a maggioranza qualificata in Consiglio (ma comunque con l’approvazione necessaria del Parlamento europeo), per renderlo parte del diritto comunitario può apparire come una forzatura, che toglie agli Stati membri eventualmente contrari (e in Italia lo sono diverse forze politiche) la possibilità di porre il proprio veto. Ma la Commissione ha ricordato che nel 2012 i 25 Stati membri firmatari del Fiscal Compact si sono impegnati a farlo cinque anni dopo la sua entrata in vigore, vale a dire il 1° gennaio 2018. Lo prevede, infatti, l’articolo 16 del Fiscal Compact, anche se il testo precisa che le misure necessarie per incorporarne il contenuto nell’ordinamento Ue dovranno essere prese “sulla base di una valutazione dell’esperienza maturata in sede di attuazione”, una frase che lascia un certo margine di interpretazione.
Le proposte della Commissione verranno esaminate dai capi di Stato e di governo dell’Ue già al prossimo Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre, e l’Esecutivo Ue spera che siano approvate, almeno in parte, già a partire dal Consiglio europeo del giugno 2018.  http://www.eunews.it/…/unione-economica-fiscal…/98040 Segnalo volentieri: L’appello: superare il Fiscal compact per un nuovo sviluppo europeo
Pubblicato da keynesblog il 7 dicembre 2017 in Economia, Europa
http://keynesblog.com/…/lappello-superare-il-fiscal…/  Onde prevenire false attribuzioni, osservo che l’accettazione del fiscal compact non è opera di Monti ma di Berlusconi, che lo negoziò e lo sottoscrisse nel Consiglio europeo del 24 e 25 marzo 2011. Infatti, il relativo DdL costituzionale fu presentato dal governo Berlusconi nel mese di settembre 2011. Poi votato e introdotto in Costituzione nel 2012 durante il governo Monti, col voto favorevole di PDL, PD, Scelta Civica e Lega Nord.

 

 

Qui si fa la vera Unione Europea, o si muoreultima modifica: 2017-12-09T11:55:24+01:00da bezzifer
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