Rimettere al centro del percorso riformatore giustizia ed equità intorno al quale chiamare quanta più gente possibile in qualunque parte allocata. Vale per l’Italia, vale per l’Europa.

Romano Prodi: “L’esperienza del centrosinistra unito non è irripetibile”.

Governo dell’Ulivo come quello che nel 2007 diede il via all’operazione di acquisizione della Banca Antonveneta al Monte Paschi che causò il dissesto di cui parliamo e paghiamo ora? Chi c’era allora nei ministeri: Prodi, Bersani, D’Alema, Minniti, Letta, Chiti, Gentiloni; alla Banca D’Italia il capo era Draghi. Tutta gente che invece che andare sotto processo ha raggiunto i massimi vertici delle istituzioni, italiane ed europee.Andiamo per punti, così da non dimenticare nulla. Quali sarebbero le persone allora ignote visto che i nomi che ho fatto sono in politica da decenni? Io parlo di ministeri e ALTRI di tecnici, ma le decisioni l prendono i primi mentre i secondi eseguono! Abbiamo indagato e processato politici per importi ridicolmente più bassi dell’affaire Antonveneta, un oggetto valutato 6,5 miliardi e pagato 17, uno scandalo maggiore di tutti quelli della Prima Repubblica messi insieme. E che la vicenda Mps sia gravissima lo dimostrano i soldi buttati e buttandi ed il volo dall’ufficio di David Rossi che è un segnale importante a chi dovesse avere scrupoli di coscienza.Ho citato i personaggi più conosciuti e comunque ancora tra noi. Sulle singole responsabilità non starei a centellinare visto che in governi di coalizione anche l’ultima ruota del carro può dire la sua e creare problemi all’esecutivo (i governi Prodi sono citazioni di scuola in questo caso). L’ok alla nefasta operazione fu dato da tutti senza rimostranze anche se probabilmente alcuni ottennero qualcosa (politicamente) in cambio della approvazione. L’ecumenicità è provata anche dal fatto che nessuno di costoro ha più fatto polemica sulla cosa, nemmeno l’opposizione berlusconiana (forse perchè Mps era l’istituto cui si approvvigionava di carriole di soldi in contanti il famoso rag. Spinelli, pagatore delle olgettine).

ORA.Prima di riunire la sinistra con un’altra operazione di vertice, caro prof. Prodi, perché non cerchiamo di fare una operazione di identità su tutti coloro che credono nello stato di diritto, libero e solidale?
E una volta messe le carte in tavola poi decideremo se chiamarci “pero”, “uva”, “ulivo”. Il nome viene alla fine.!
L’ultimo referendum costituzionale ci ha messo davanti un ventaglio di “sinistra” assolutamente eterogenea unita solo nella voglia disgregatrice di un governo di “sinistra”. Come sempre.
Ma Renzi non è di sinistra. E chi lo ha deciso? Perché lei è di “sinistra”? E chi lo ha battezzato?
Usciamo da uno stato di confusa indistinzione, affermiamo chi siamo e a quali padri apparteniamo e poi tiriamo avanti. Nella chiarezza delle idee e nella certezza dell’appartenenza. Altrimenti rimarremo per sempre nel mondo pirandelliano dell’uno, nessuno, centomila!

Ma da qualche parte bisogna pur ricominciare. Rassegnarsi non è utile a nessuno. Nemmeno a quelli che dovrebbero essere o sono i nuovi “testimoni della provvidenza”! Certamente non sarà facile ma personalmente non vedo altra soluzione fintanto che le forze che si richiamano alla giustizia, all’onestà, alla trasparenza, all’impegno disinteressato, non ritengano opportuno (non tanto per noi o loro stessi, ma per il Paese) “contaminarsi”! Anzi! Paradossalmente in nome di quanto sopra e rimanendo nel loro “dorato isolamento” assicurano ancora potere e spazio a quel “sistema” che vorrebbero cambiare. Visto e considerato che, realtà dimostra, il campo del centrodestra illiberale e del nazionalismo più deleterio e pericoloso, è in buona salute.

Guardate non è tanto il “terrore” dell’uomo solo al comando che mi preoccupa. Sono i dati di fatto! La stagione dell’uomo solo al comando non inizia certo con Renzi e se vogliamo quello, che affermo, nemmeno si riferisce espressamente ad egli. Già abbiamo avuto una stagione sufficientemente lunga ed illuminante dei guasti che provoca una gestione verticistica del potere, se non manageriale. Gli errori di valutazione che essa può provocare ed i danni conseguenti. Tutto il “berlusconismo” ne è testimonianza. Pertanto quando parlo di “uomo solo al comando” non si riferisce certo alla singola persona ma al sistema che rappresenta. A mia opinione (opinabilissima per carità, ma comunque raffrontabile con la realtà di questi anni e mesi) meglio il coinvogimento di quanti più “attori” possibili. Investendoli di responsabilità. Ascoltando e programmando insieme. Sia pure in modo diverso da quella che, concertazione, viene tanto definita e deprecata, ma che comunque ha sortito grandi e benefici effetti per il sistema Italia. Anche se riconosco e questo è l’aspetto più critico, a queste “concertazioni” non è mai seguita la fase due, quella di una “redistribuzione” (in solido o in diritti) che ci si aspettava e della quale si aveva sacrosanto diritto dopo i sacrifici effettuati. Rimane il fatto che con quegli accordi, creando il consenso necessario, di strada, in positivo, se ne è fatta e molta. Giusto per confutare la vostra “lumaca”! Al contrario l’accentrare tutto e tutti su una unica fonte decisionale, non ha prodotto altro che divisione e malcontento. I dati elettorali e le seguenti analisi dei flussi elettorali stanno a dimostrarlo.

Sicuramente il fattore “tecnico” di un legge elettorale conta molto. Ma credo che questo non sia il primo problema di Prodi, visto l’articolo. Credo che il lavoro da fare sia nella società nel suo insieme. Ricercare le risposte per risolvere i problemi sentiti dalla gente. E questo lo si fa stando in mezzo alla gente coinvolgendola in un possibile programma. Poi le vie per fare questo sono molteplici e certo non solo lo “scarpinare”. Ma quanto sarebbe utile.

E Un “nuovo ulivo” è possibile. Certo fintanto che c’è la convinzione che oggi serve “l’uomo solo al comando” la cosa è più difficile. Visto che anche la minima “contestazione” viene illustrata come un attentanto. Allargare il campo della sinistra attraverso le associazioni, i partiti, la società civile. Questa è la cruna dell’ago. Diversamente serviranno sempre leggi elettorali che prevedano ampi premi di maggioranza. Ma la rappresentanza e la legittimazione vanno a farsi benedire. Fino a quando ??

Il sistema elettorale, Italicum modificato, Mattarellum o semi proporzionale, influira’ sulle alleanze, ma in generale la storia insegna, ma non si ripete. Dopo Berlusconi, Monti, Letta e Renzi la realta’ sociale ed economica e’ talmente mutata che occorrera’ un grande sforzo di fantasia politica per indicare soluzioni.

Dobbiamo renderci conto che non possiamo andare avanti cosi! Si devono mettere da parte gli intendimenti politici di tutti e lavorare UNITAMENTE per il paese perche’ oggi e in futuro servira’ coesione e comunita’ d’intenti. Quando “domani” avremo consolidato il sistema paese allora si potra’ riprendere il normale contraddittorio politico. Se invece non lo si capisce e si fa finta di nulla andremo a sbattere e non sara’ piacevole. Piu’ o meno la stessa ricetta vale per l’europa! Se siamo uniti veramente con una strategia che mira al consolidamento dell’unione, all’occupazione e al benessere dei cittadini europei possiamo competere con chiunque (specie con chi si “arrocca” come GB e USA) perche’ l’europa ha tutti i mezzi per riuscirvi. Se invece si rimane ottusamente legati ai numeri e alle convenienze prima o poi sara’ la fine dell’unione! Quindi siamo “obbligati” a non scegliere!

Rimettere al centro del percorso riformatore giustizia ed equità intorno al quale chiamare quanta più gente possibile in qualunque parte allocata. Vale per l’Italia, vale per l’Europa.ultima modifica: 2017-01-22T11:41:05+01:00da bezzifer
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