LAVORARE PER MENO DI UN CAFFÈ: 33 centesimi

Centralinisti dei call center, pagati 33 centesimi l’ora

Salario minimo legale: la proposta di Matteo Renzi. Circa 10 euro come paga oraria minima per tutti i lavoratori dipendenti non coperti dai contratti collettivi nazionali. Il salario minimo legale è uno dei punti più importanti del programma economico del Partito Democratico per la prossima legislatura, unico partito che propone una cosa sacrosanta nel suo programma per provvedere a risolvere tale assurdità salariale.

Una scena del film del 2008 «Tutta la vita davanti» diretto da Paolo Virzì, con Sabrina Ferilli.

Mentre i partiti si scannano su quanti compassi massonici hanno in lista e su chi corrompe o rimborsa chi, là fuori scorre la vita. A Taranto si è scoperta l’esistenza di un call center che pagava i dipendenti 33 centesimi l’ora. Lo riscrivo per esteso, così magari riesco a crederci: trentatré centesimi l’ora. Forse solo con i cucitori di palloni del Bangladesh si era scesi tanto in basso nel valutare il lavoro di un essere umano. Schiavismo? Ma nella Taranto dell’antichità gli schiavi godevano di un trattamento economico decisamente superiore. Vitto e alloggio pagati. E la garanzia di potersi recare in bagno nelle occasioni in cui la fisiologia lo richiede. Invece per gli operatori di quel call center ogni capatina al gabinetto comportava la decurtazione di un’ora piena di paga.

Mi domando perché questo genere di notizie non scandalizzi più nessuno. Nella società partecipativa di mezzo secolo fa, le piazze e i politici si mobilitavano al primo accenno di sfruttamento. Forse si esagerava in un verso. Ma adesso? La nostra società atomizzata considera inevitabile che un povero cristo, pur di essere inserito nelle statistiche alla voce «occupato», debba accettare stipendi da 33 centesimi l’ora, al netto dei problemi di prostata. E debba pure ringraziare quelli che lo affamano di non avere ancora spostato il lavoro in un altro Paese, dove c’è chi si accontenterebbe di prenderne 32.

RIBADISCO UNICO PARTITO CHE GUARDA AL POPOLO.Salario minimo legale: la proposta di Matteo Renzi. Circa 10 euro come paga oraria minima per tutti i lavoratori dipendenti non coperti dai contratti collettivi nazionali. Il salario minimo legale è uno dei punti più importanti del programma economico del Partito Democratico per la prossima legislatura, unico partito che propone una cosa sacrosanta nel suo programma per provvedere  e a risolvere tale assurdità salariale.

E’ una soglia minima sotto la quale non può scendere la paga, che sia oraria, giornaliera o mensile, di un lavoratore dipendente. L’introduzione di un salario minimo nella normativa italiana è stata proposta l’8 gennaio 2018 dal segretario del Pd Matteo Renzi durante un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale. Sarebbe una novità per il panorama legislativo italiano, perché una retribuzione minima stabilita dalla legge in Italia non esiste ancora. Esistono invece tanti salari minimi, stabiliti dai contratti collettivi nazionali.

La proposta del partito democratico per le elezioni politiche 2018 prevede un salario minimo di 9-10 euro l’ora, che varrà per quei settori non coperti dai contratti collettivi nazionali. Anche se, come ha aggiunto via Twitter Tommaso Nannicini, docente di economia e responsabile del programma economico del PD, sarà una commissione indipendente a stabilirne concretamente l’entità.

LAVORARE PER MENO DI UN CAFFÈ: 33 centesimiultima modifica: 2018-02-24T10:43:40+01:00da bezzifer
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