Se per ricompattare il PD si intende individuare un comun denominatore che tega unito il PD su un programma chiaro e unico condiviso può essere una buona soluzione. Ma se per ricompattare il PD si intende compattare una raccolta di idee differenti con un listone compattatore è solo un favore agli altri che potranno facilmente individuare e indicare il caos.Fatto il partito nuovo ora bisogna trovare …….chi lo vota. I generali si possono nominare ma la truppa ??

In una foto d’archivio l’ex premier Matteo Renzi con l’allora ministro Carlo CalendaCalenda ricompatta il Pd: «Una sola lista in Europa». E Renzi stoppa la scissione

La pace armata tra i generali delle diverse guarnigioni del Pd viene firmata venerdì 18 gennaio, più o meno allo scoccare del via della campagna elettorale per le Europee, cui i dem e tutta la sinistra arrivano allo stremo delle forze. Consapevoli che solo una parvenza di unità tra le diverse anime del partito può tentare di preservare le percentuali delle politiche e magari di superare la soglia psicologica del 20% dei consensi. Non c’è solo la convenzione del 2 febbraio con i candidati alle primarie insieme sul palco, che risponde alla richiesta di Zingaretti di una «posizione comune per le europee».

Il segnale della tregua è il via libera corale al Manifesto per una lista unica delle forze europeiste messo in rete da Carlo Calenda, firmato da sindaci come Giorgio Gori, Dario Nardella, Beppe Sala, governatori come Chiamparino e Bonaccini, intellettuali come Carlo Feltrinelli e Francesca Barzini. E benedetto da tanti big come Paolo Gentiloni, Marco Minniti, Maurizio Martina e Nicola Zingaretti: che qualche giorno fa aveva lanciato analogo appello per una lista unitaria anche senza simbolo del Pd. Ma anche se Matteo Renzi non si allinea e prima di benedire aspetta che sia sprangata la porta della lista unitaria ai fuoriusciti di Leu, un altro segnale della pace armata è la sua decisione di seppellire però l’ascia di guerra: e di rinunciare (almeno fino a dopo le europee) alla tentazione di dar vita ad una propria lista-partito sull’onda della costituzione dei comitati di resistenza civile battezzati alla Leopolda. Decisione obbligata da motivazioni molto materiali, «visto che mancano i fondi per lanciare una lista in grado di fare una campagna elettorale in una competizione con le preferenze come le europee», spiegano quelli del cerchio stretto renziano. Ma comunque indicativa del desiderio di non sfasciare il Pd in piena campagna elettorale e di stare alla finestra per vedere come finisce in primis il congresso.

E mentre il renziano Marcucci dice no ad una lista unitaria che accolga i fuoriusciti di Leu, l’iniziativa di Calenda viene benedetta a sinistra per l’appunto anche dalla Boldrini. Il Manifesto per la costituzione del fronte lanciato insieme a cento personalità è un documento anti-sovranista, per rilanciare il progetto dell’Europa, rinnovandolo. «Per la prima volta dal dopoguerra esiste il rischio concreto di un’involuzione democratica nel cuore dell’Occidente. La battaglia per la democrazia è iniziata, si giocherà in Europa, e gli esiti non sono scontati». E ancora: «Serve una lista unitaria delle forze civiche e politiche che si riconoscono nelle grandi famiglie politiche europee. La sfida sarà vinta solo se i promotori di questo fronte sapranno coinvolgere la maggioranza relativa dei cittadini italiani, mobilitando la società civile, le associazioni, le liste civiche, il mondo del lavoro, della produzione, delle professioni, della cultura e della scienza e aprendo le liste elettorali anche a loro qualificati rappresentanti».

E se Martina twitta subito «Io ci sono!», Zingaretti può rivendicare di aver giocato d’anticipo in una intervista giorni fa in cui sosteneva «una nuova piattaforma per cambiare l’Europa e una lista forte, unitaria e aperta. Dobbiamo aprirci e allargarci, aggregare forze culturali, economiche e sociali per dare un’idea che c’è un’Europa da rifondare. Loro, i leghisti, vogliono picconare l’Europa noi rifondarla». Il suo principale supporter al congresso, l’ex premier Gentiloni dà la sua benedizione: «Democratici e europeisti. L’appello per una lista unitaria promosso da Carlo Calenda indica una strada giusta per fermare il nazional populismo. Proviamoci».

Se per ricompattare il PD si intende individuare un comun denominatore che tega unito il PD su un programma chiaro e unico condiviso può essere una buona soluzione. Ma se per ricompattare il PD si intende compattare una raccolta di idee differenti con un listone compattatore è solo un favore agli altri che potranno facilmente individuare e indicare il caos.Fatto il partito nuovo ora bisogna trovare …….chi lo vota. I generali si possono nominare ma la truppa ??ultima modifica: 2019-01-19T17:34:16+01:00da bezzifer
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