* Evitiamo l’indifferenza e l’ipocrisia; facciamo attenzione alla sottovalutazione di discorsi e pregiudizi che sembravano sepolti.Serve Rafforzare l’argine contro l’odio antisemita e razzista.

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Una frontiera di decenza si stava sbriciolando, un argine al debordare dell’antisemitismo rischiava di essere travolto. Quando un senatore della maggioranza presta orecchio alla menzogna dei «Protocolli dei Savi Anziani di Sion», uno dei falsi più clamorosi della propaganda di odio antiebraico fabbricato dalla polizia segreta zarista e divulgato dai nazisti, è un bene che le istituzioni si muovano. E per fortuna, alla vigilia della Giornata della Memoria, il presidente Sergio Mattarella ha messo in guardia la cittadinanza dall’uso disinvolto e micidiale di «teorie cospirative» che indicano nell’ebreo demonizzato l’oscuro burattinaio di indicibili complotti. Ma se si infrange la barriera della menzogna, se circolano con disinvoltura discorsi e pregiudizi che sembravano sepolti, allora la ricorrenza del Giorno della Memoria assume un valore impensabile fino a poco tempo fa.

Ma attenzione all’ipocrisia, al doppio standard, alla giustificazione del silenzio con cui noi in Europa abbiamo assistito a un odio antiebraico di tipo nuovo, che salda antichi pregiudizi e una smisuratezza antisionista che sconfina nell’antisemitismo più becero, fatto proprio da potenti Stati che con l’annientamento dell’«entità sionista», lo Stato di Israele, vorrebbero gettare gli ebrei nel mare. O ucciderli nel cuore della civiltà europea, dove vengono attaccate scuole ebraiche, cimiteri, sinagoghe, supermercati kosher, quartieri popolati dai «maiali ebrei».

Una saldatura. Una connessione emozionale e sub-culturale che unisce in un circuito antiebraico i berci antisemiti degli stadi dove il nome di Anne Frank risuona addirittura come un insulto, agli spettacoli in Francia di un bieco antisemita come Dieudonné che fa crepare dalle risate oscene il popolo delle banlieue sbattendo sul palco un povero figurante rivestito con gli stracci di un deportato di Auschwitz. Una sotterranea contiguità tra chi non sente più come un limite invalicabile il richiamo alla più trita simbologia hitleriana (con grottesche magliette, nei raduni di Predappio, dove si esalta lo sterminio ebraico e si mette in ridicolo Auschwitz) e chi macchia la legittima solidarietà con il popolo palestinese con una sloganistica truce in cui l’odio per lo Stato di Israele fa tutt’uno con l’ostilità per gli ebrei in quanto tali.

Attenzione all’ipocrisia, all’indifferenza, alla paura. Poche voci si sono sollevate quando l’Unesco (altro che la nomina di Lino Banfi che ha suscitato tanto scandalo tra i benpensanti) sotto la pressione degli odiatori antisemiti annidati nei suoi organi direttivi ha avuto l’ardire di negare il carattere ebraico della città di Gerusalemme: una vergogna che getta una luce fosca su un organismo che dovrebbe diffondere pace e cultura e che si è ridotto a portabandiera della più vieta ignoranza antisemita. Poche e flebili voci. E chi si ricorda di Ilan Halimi, il ragazzo ebreo che a Parigi, nel 2006 venne rapito, torturato per giorni e giorni, e bruciato vivo vicino a un binario della ferrovia, con gli inquirenti che fino alla fine hanno voluto negare la matrice antisemita di un delitto così atroce? Pochi se lo ricordano. Se lo ricordano gli ebrei francesi, però, che infatti in migliaia e migliaia hanno abbandonato in questi anni l’Europa perché l’aria si è fatta sempre più irrespirabile per loro, senza che l’Europa, a cominciare dalle sue istituzioni sonnacchiose e tremebonde, porgesse loro una parola di solidarietà e di allarme: perché lì il nemico è potente, ha alle spalle Stati, eserciti, gruppi armati, centrali del terrore, risorse economiche, meglio non risvegliare ostilità troppo pericolose. Attenzione all’ipocrisia, all’indifferenza. Negli Stati arabi circola una serie tv tratta dai «Protocolli» citati senza pudore da un senatore Cinque Stelle della Repubblica italiana: anche questo fa paura. In Iran si è tenuta per anni una fiera internazionale per premiare la migliore vignetta antisemita, a contorno di convegni in cui si voleva fare a pezzi la «menzogna dell’Olocausto»: anche questo fa paura, e le cancellerie internazionali fanno finta di niente, magari ostentando con finta pietas un minuto di silenzio nella Giornata della Memoria.

Attenzione alla sottovalutazione di segnali, accettati per quieto vivere. Per dire: la Malaysia rifiuta la partecipazione degli atleti israeliani alle Paralimpiadi che dovrebbero valere per la selezione a quelle previste per Tokyo nel prossimo anno. Sarebbe bello se tutti gli organismi internazionali boicottassero questa discriminazione. E se l’Italia desse il buon esempio e si rifiutasse di mandare i nostri atleti in Malaysia se non viene revocata con atto solenne la messa al bando degli atleti israeliani. Sarebbe un buon segnale, certamente in linea con l’allarme lanciato con la sua autorevolezza dal presidente della Repubblica.

Attenzione all’ipocrisia. Ricostruire una barriera, un argine. Non far finta di niente se la critica legittima al banchiere Soros diventa la demolizione del banchiere «ebreo» Soros. Non far finta di niente se in campo qualche calciatore si rifiuta di dar la mano a un calciatore ebreo. Se gli atleti israeliani vengono boicottati. Se il leader della comunità ebraica tedesca esorta gli ebrei a non indossare la kippah per non diventare bersaglio degli energumeni antisemiti. Se negli stadi si bercia «ebrei merde». Ricordarselo sempre, non solo nella Giornata della memoria. Evitare l’ipocrisia, l’indignazione a singhiozzo, il quieto vivere, persino la presa di distanza dagli ebrei che «fanno troppo le vittime». Evitarla sempre, non solo il 27 gennaio

* Evitiamo l’indifferenza e l’ipocrisia; facciamo attenzione alla sottovalutazione di discorsi e pregiudizi che sembravano sepolti.Serve Rafforzare l’argine contro l’odio antisemita e razzista.ultima modifica: 2019-01-26T11:48:34+01:00da bezzifer
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