Pd: che succede in caso di ballottaggio?

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Complimenti a Zingaretti, Martina e Giachetti per aver superato la prima fase, quella riservata agli iscritti, del congresso PD. Ora si passa alla fase dove a decidere saranno elettori e simpatizzanti, non solo gli iscritti.

Adesso si riparte da zero e si comincia a fare sul serio. È una frase che sento dire spesso. Da persona che guarda con sempre più distacco alle cose di PD e che -come avvenuto per la prima fase- deciderà solo l’ultimo giorno se votare alle primarie, mi permetto di fare qualche considerazione sulla fase “aperta” che inizia lunedì prossimo e lo faccio proprio a partire da questa frase.

 

Si riparte da zero (e si comincia a fare sul serio)

1) Adesso si riparte da zero e si comincia a fare sul serio. Se è solo una frase fatta, l’ennesima che contraddistingue il momento del PD, non si andrà da nessuna parte. Analizzatela questa frase. E fatela vivere nel dibattito di ogni giorno.
– Si riparte da zero: questo dovrebbe voler dire utilizzare argomenti in parte diversi da quelli usati fin qui. Basta accuse reciproche di tradimento e incazzature per i posizionamenti degli ex renziani. Voltiamo pagina.
– Si comincia a fare sul serio: il dibattito ombelicale visto fin qui non lo è. I tre punti per me sono ancora quelli del mio intervento in Assemblea Nazionale: quale società immagina, quindi quali priorità ha in testa e di conseguenza chi vuole rappresentare il PD; il giudizio sull’azione riformatrice e di governo della scorsa legislatura (non necessaria o non sufficiente?); quale partito vuole essere (aperto e contendibile o identitario e tradizionale).

 

La piattaforma di Zingaretti è minoritaria

2) Personalmente considero la piattaforma di Zingaretti irricevibile. Non demonizzo niente e nessuno, ma quel PD non è un partito che una persona con la mia storia e le mie idee potrebbe votare. Penso anche che sia una piattaforma minoritaria tra i 12 milioni di elettori potenziali del PD, ma siccome il 3 marzo voteranno al massimo 2,5 milioni di questi, il rischio che prevalga esiste. Anche perché ho seri dubbi che i tre candidati faranno quanto auspico nel punto 1) che è l’unica cosa che potrebbe portare milioni di italiani al voto. In questo contesto Zingaretti è l’unico che può provare a ottenere più del 50% dei consensi. Al di là della discussione (ombelicale) sul valore del ballottaggio, sul quale torno in un punto successivo, questa constatazione oggettiva ha una conseguenza: sia Martina che Giachetti dovrebbero dirci cosa farebbero in caso di ballottaggio.

 

Sul ballottaggio in assemblea

3) Ballottaggio. È previsto dallo Statuto che se nessuno supera il 50% si faccia il ballottaggio tra i primi due in Assemblea. Demonizzare questa fase non ha senso. L’argomento più usato è “sarebbe un pessimo segnale”. È ovvio che se un candidato sfiorasse il 50% o se la distanza tra primo e secondo fosse molto ampia (8-10%) sarebbe auspicabile un accordo per far prevalere il primo. Ma se i due fossero vicini, quello che sarebbe un pessimo segnale è l’accordo nelle segrete stanze, in stile CGIL. Tra gli iscritti non ci sarebbero problemi, ma gli elettori si sentirebbero presi in giro.

4) Discutere in modo astratto del punto 3 è solo un modo di non affrontare il nodo concreto del punto 2. Una scorciatoia, l’ennesima. E di scorciatoie in scorciatoie il PD corre a gambe levate verso l’autodistruzione.

 

Come si muoveranno i tre candidati?

5) Martina è quello che avrebbe più da guadagnare da una dichiarazione anticipata sul suo comportamento futuro. Una frase tipo: “i miei voti non andranno mai a Zingaretti” (salvo gli scenari descritti sopra) gli consentirebbe di fare il pieno del “voto utile”. Paradossalmente, conoscendolo, mi aspetto da lui la dichiarazione opposta: se arrivo secondo mi ritiro dal ballottaggio.

6) Purtroppo il punto 1 non è interesse di Zingaretti (più il dibattito si apre più lui scende nei consensi) e il punto 2 non è nelle corde né di Martina (subisce la retorica di cui parlo nel punto 3) né di Giachetti (fonda tutta la sua campagna sull’uomo solo contro tutto e tutti). Se tutti e tre accetteranno di andare contro la loro natura e il loro interesse, ci saranno grandi sorprese ai gazebo e dopo. Ne dubito perché sarebbe un salto nel buio per tutti, ma fino all’ultimo continuerò a sperarci: certamente i tre candidati rischierebbero di perdere qualcosa ma a guadagnarci sarà il PD.

7) Se fossero tre leader lo farebbero, ma -come ha ben detto Prodi- un leader è esattamente quello che manca al PD. Scoprire di averne almeno tre sarebbe davvero una sorpresa. A proposito, nella prima Assemblea Nazionale dopo il voto dissero che se un leader per emergere ha bisogno che Renzi si faccia da parte banalmente non è un leader. Renzi si è chiamato fuori dal congresso e questo è il risultato.

Pd: che succede in caso di ballottaggio?ultima modifica: 2019-01-27T09:16:07+01:00da bezzifer
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