GLI ITALIANI VOLEVANO IL CAMBIAMENTO e questo Governo è stato coerente: dalla crescita alla recessione, più cambiamento di così

Risultati immagini per GLI ITALIANI VOLEVANO IL CAMBIAMENTOIn pochi mesi dalla ripresa alla recessione.Le valutazioni della Commissione Europea sui progressi nelle riforme strutturali e nella prevenzione/correzione degli squilibri macroeconomici dell’Italia ci qualificano come il Paese più vulnerabile della Eurozona data la nostra dimensione sistemica. Eppure l’Italia stava risalendo faticosamente la china e così uscendo dalla peggiore crisi del Dopoguerra, che tra il 2007 e il 2013 ci ha fatto perdere circa otto punti di Pil. Dal 2014 era iniziata la ripresa arrivando a un buon incremento del Pil pari all’1,6% nel 2017. Poi nel 2018, dopo il primo semestre positivo, il Pil ha cominciato a calare concludendo l’anno con una modesta crescita dello 0,8% e una previsione di crescita zero – se non negativa – per il 2019, che generosamente la Commissione ha portato al +0,2%.

Questo governo non è affidabile in tema di ripresa economica.

Allora mettiamo per primo il vostro amichetto salvini e la sua lega ladrona che in venti anni è stata al governo e distrutto l’economia italiana, vanificando anni di sacrifici e risanamento. Come questa volta, si preannuncia la solita tragedia economica. per quelli della memoria corta.Uno dei protagonisti della creazione di quel debito (279 MLD tra il 2001-2006) é stata la Lega di cui Salvini fa integralmente parte dal 1989.
Svegliatevi dal sonno. Questi ci portano allo sfascio vero, vedete di non arrivarci addormentati al volante.

Bah! Crescita economica prossima allo zero, crescita demografica negativa… tutto sommato vista l’eccellenza di chi governa trovo giusto che il “popolo” Italiano si estingua!

“Adesso pur essendo sotto l’ombrello della Bce rischiamo di cancellare, senza attenuanti, anni di sacrifici e di riforme fatte dal 2012 al 2017 quando, come argomentò Pier Carlo Padoan, andammo sul “sentiero stretto” della crescita nei limiti della nostra finanza pubblica.”
MI sembra una conclusione equilibrata e corretta. Lascia aperta una finestra sulla “credibilita’” della azione del governo al contempo riconoscendola e segnalandola come “non correttiva” dei problemi strutturali della economia della Nazione.
Quindi rischiosa perche’ quando l’economia è “malata”( e l’economia italiana lo è non per colpa del governo attuale) il tempo in cui si interviene su di essa è fondamentale, e gli “esperimenti” come quelli operati dal Governo prendono sicuramente tempo, senza dare garanzie certe di successo.
Non si mette in discussione la credibilita’ dell’operatore, ma la rischiosità e la possibilita’ di riuscita dell'”operato su cui vengono espresse forti e fondate perplessita’.

Il problema sono LE SOLUZIONI POSSBILI CON BUONA Probabilità DI SUCCESSO. Voglio dire, in una simile situazione esiste una RICETTA che possa essere profondamente efficace e al tempo stesso equa e non penalizzzante, eccessivamente, per i cittadini?

Compito difficile, provo ad abbozzare una risposta. La ricetta, a mio avviso, deve partire ovviamente dall’analisi dei punti di forza e dei punti di debolezza. Per quanto riguarda i punti di forza, sappiamo che l’economia italiana poggia su un 30% dell’apparato produttivo orientato all’export e capace di competere a livello mondiale. I punti deboli sono – un po’ a macchia di leopardo – nel restante 70%, nella PA e il Sud, che ha un tasso di inattività – come osserva Bankitalia – abnormemente più alto che al Centro-Nord, un divario di 27 punti, che è un unicum in UE, poiché è addirittura il quintuplo del dato medio dei Paesi di confronto. Nel 70%, nella PA e nel Sud (io sono meridionale) sono compresenti inefficienza, corruzione, deficit culturali (in senso antropologico), per cui le soluzioni, per essere efficaci, devono affrontare congiuntamente questi 3 aspetti, avendo, per il reperimento delle risorse, come stella polare l’equità. Sotto quest’ultimo aspetto, c’è molto da sistemare, tenendo presente che l’Italia ha un debito pubblico molto elevato, un’evasione fiscale molto elevata e una ricchezza privata molto elevata. Quindi, volendo abbozzare uno schema di soluzione efficace ed equa, occorre: (i) un progetto culturale (in senso antropologico); (ii) una “spending review”, cioè una maggiore efficacia-efficienza-qualità della spesa pubblica, con il varo di un piano corposo di alloggi pubblici di qualità (quelli censiti, dopo anni di vendita, sono appena 600 mila, pari all’1,7 per cento del totale degli immobili residenziali, contro il 10, 20, 30 per cento di altri Paesi UE); (iii) le risorse vanno prese dai ricchi, rimodulando le aliquote IRPEF, in particolare quelle marginali (quella massima, ora, è del 43%), reintroducendo l’IMU-TASI sulla casa principale (4 mld) per co-finanziare il piano di alloggi pubblici, introducendo un’imposta patrimoniale ordinaria (diversa dall’IMU-TASI), prevedendo una franchigia di 800 mila € (quindi colpirebbe soltanto il 10% circa deicontribuenti).

 

GLI ITALIANI VOLEVANO IL CAMBIAMENTO e questo Governo è stato coerente: dalla crescita alla recessione, più cambiamento di cosìultima modifica: 2019-03-01T18:51:49+01:00da bezzifer
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