La sindrome del «cappello in mano» verso la Ue

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Uno europeista convinto. L’altro euroscettico e sovranista. Eppure sia l’ex premier Matteo Renzi che il leader della Lega e attuale vice-premier Matteo Salvini sono accomunati da un «atteggiamento muscolare» nei confronti delle istituzioni comunitarie, con l’obiettivo di ricontrattare i vincoli europei. In questo braccio di ferro lancia in resta con Bruxelles colpisce un linguaggio spesso simile e un’immagine che sia Renzi che Salvini utilizzano in continuazione: l’Italia si farà rispettare e non è più disposta a trattare con Bruxelles «con il cappello in mano».

La Commissione Ue propone la procedura per debito eccessivo contro l’Italia.Salvini: non sto nella Ue con cappello in mano L’ultima volta è stato martedì. «Non mi monto la testa nonostante i 9 milioni di voti: ho voglia di andare a ricontrattare il nostro modo di essere parte di questa comunità europea. Voglio continuare orgogliosamente ad essere parte di questa comunità ma senza più il cappello in mano usando per gli italiani i soldi degli italiani» ha detto, il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, a Ferrara in un comizio. Ma si tratta di un concetto ribadito in lungo e in largo. « L’Europa ci chiede di aumentare l’Iva? L’Europa non ci può dire cosa fare. Non andremo con il cappello in mano come Monti e Renzi» ha tuonato Salvini il 6 maggio ad Aversa. E ancora nel Pisano il 4 maggio: «L’Italia sta facendo la storia e la convention dei leader sovranisti di tutti i paesi europei a Milano il 18 maggio lo dimostra. Non siamo più un paese che va in giro con il cappello in mano. Oggi l’Italia è orgogliosa e libera».

La sindrome del «cappello in mano» verso la Ueultima modifica: 2019-06-09T08:53:00+02:00da bezzifer
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