Scandalo Csm, Lotti: «Da me solo parole in libertà»

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Il deputato del Pd si è sfogato con un lungo post su Facebook, negando di aver fatto pressioni o minacce per influenzare le nomine alla procura di Roma.
Luca Lotti si è sfogato su Facebook, pubblicando un lungo post in cui ha raccontato la sua verità sullo scandalo delle nomine alla procura di Roma che ha coinvolto il Csm. «In questi giorni ho dovuto sopportare una vera e propria montagna di fango contro di me», ha scritto il deputato del Pd. «Ci sono abituato, un politico deve esserlo per forza. Ma davvero stavolta credo siano stati superati dei livelli minimi di accettabilità».
Secondo Lotti, i fatti che lo riguardano sarebbero questi: «In un incontro che si è svolto durante un dopocena, ho espresso liberamente le mie opinioni: parole in libertà, non minacce o costrizioni. È stato scritto che lì sarebbero state decise le nomine dei capi di alcune procure, scelta che in realtà spetta al Csm. Quindi ho commesso reati? Assolutamente no. Ho fatto pressioni o minacce? Assolutamente no».

IL RINVIO A GIUDIZIO NEL CASO CONSIP

L’ex ministro dello Sport del governo Renzi ha fatto anche il punto sulle sue personali vicende giudiziarie inerenti al caso Consip: «La procura di Roma nel dicembre 2018 ha chiesto per me il rinvio a giudizio per favoreggiamento, ma anche l’archiviazione per il reato di rivelazione di segreti d’ufficio. I miei dubbi su questa inchiesta li chiarirò durante l’udienza preliminare. Ma deve essere chiara una cosa: qualunque siano i futuri vertici della procura di Roma, la mia udienza davanti al Gup è già in corso e verrà definita come è giusto che sia, senza alcuna interferenza. Detto in altre parole: anche se il futuro procuratore di Roma dovesse essere mio fratello, la richiesta di rinvio a giudizio è già stata fatta e sto affrontando il procedimento penale. Non c’è alcun collegamento tra la nomina del procuratore di Roma (che certamente non può dipendere da me) e il mio procedimento. Questa è la pura e semplice verità».

 

LA POLEMICA SULLE INTERCETTAZIONI

Lotti ha concluso il post con una polemica sulla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche che riportano le sue «parole in libertà». Il deputato dem si pone quelle che definisce due semplici domande: «Com’è possibile che durante un’inchiesta ancora in corso e che riguarda altre persone vengano pubblicate intercettazioni senza rilievo penale di non indagati? Come sono arrivate nelle redazioni dei giornali quelle intercettazioni? Le risposte a queste domande non sono a salvaguardia del sottoscritto, ma di tutti i liberi cittadini».

 

Scandalo Csm, Lotti: «Da me solo parole in libertà»ultima modifica: 2019-06-14T10:13:08+02:00da bezzifer
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