DI MAIO, FUORI DAL GOVERNO CONTE BIS, A CASA.
Non si sa che cosa abbia in testa Di Maio (ammesso che abbia una testa). Il suo ultimo attacco al governo in gestazione (“Il programma è il nostro e basta”) è una specie di legnata con nodoso bastone in testa a Conte e al governo nascente.
Poiché il suo ultimatum è assolutamente irricevibile, o torna sui propri passi o salta tutto.
Ma, se salta tutto, si va a elezioni. E, forse, Salvini farà il pieno e il Pd non si sa, ma lui va, se va bene, al 10 per cento. Diventa cioè niente, lui e il suo Movimento. Parte il corteo del funerale dei 5 stelle. Forse non lo ha capito. Perché è troppo stupido o perché di notte si telefona con Salvini e lo sta a sentire.
Corre voce che Conte si appresti a liquidarlo come capo politico dei grillini. C’è solo da sperare che faccia in fretta.
Questo, Di Maio, è un’idiota che ha già rovinato un paese con le sue cretinate, e adesso sta cercando di rovinare anche se stesso.
Finirà in fuga nelle campagne meridionali, inseguito dai lazzaroni del suo paesello. E tutto perché si rifiutano, giustamente, di confermarlo vicepresidente.
È un mascalzone, ignorante. Pericoloso, per se stesso e per gli altri. Una specie di veleno mortale.
Mai nel nuovo governo: è troppo stupido, e inaffidabile.