C’era una volta Di Maio! Certo che abbiamo una classe politica alla frutta; i leader del principale movimento sono un vecchio comico ed una nullità sconosciuta, un vice primo ministro vendeva, fino a poco tempo fa, bibite al San Paolo.

Risultati immagini per C'era una volta Di Maio CARICATUREPerfino nell’uscire di scena, Luigi Di Maio appare inadeguato. Causa fallimento, o quasi. O magari per conclamata modestia, penuria di idee, se non un semplice “grazie di tutto, ti faremo sapere!” da parte dei suoi amici della piattaforma Rousseau. Sembra davvero messa così la storia, il surplace del governo, comunque volga al termine l’attesa, sì, il countdown per il varo del nuovo esecutivo. “La vita di Cartesio è semplicissima” (“Vita Cartesii est simplicissima”) con queste parole il poeta Paul Valery apre un saggio sull’apparente complessità delle cose. Complesse solo a prima vista. Ovvero sovente tutto è molto più banale di come sembri, d’ogni sensazione e d’ogni timore.

Ed è forse, così temo, anche nel caso che vede Di Maio in primo piano, inclinato. Di più: con la silhouette del “Capo politico” del Movimento 5 Stelle, se non in campo lungo, ormai laggiù di sfondo. Capo politico, titolo che in una organizzazione che almeno sulla carta si pretende “orizzontale” non può che suscitare perplessità, forse addirittura ironia, risate liberatorie. Capo politico, e di cosa ormai? Le caratteristiche essenziali dell’esistenza del filosofo del Metodo mi sono tornate in mente facendo caso alla discussione sugli intoppi circa il possibile, tribolato, allestimento (non c’è termine più esatto, visto il tratto standistico che assume nelle parole dei grillini, maestri nel piallare ogni spessore dialettico, la nascita del Conte bis) del governo cosiddetto giallorosso, in bilico, o forse no, fin dal suo “carissimo amico”.

L’ho scritto pensando a Di Maio: «Chi tratta con i bambini finisce male’’», ma non credevo tanto. 
Al netto di nostalgia per l’ex e dell’apparente scarsa maturità – solo questo potrebbe spiegare la sua mossa del altro ieri – quanto meno per il procurato allarme – rimane il fatto che Di Maio ha usato le trattative, alzando la posta oltre il limite, per ottenere l’incarico di vice premier. 
E siamo tutti rimasti segnati dalla sua dichiarazione (smargiassata?) del altro ieri a Palazzo Chigi. Che non è certamente stata scritta strada facendo ma è stata scritta e discussa a più mani. Immaginate in che mani stiamo. Magari, «gli informati», giornalisti compresi, sapevano che era armato con una pistole ad acqua, ma il resto di noi, no non lo sapevamo. Per noi, Di Maio ha giocato con le nostre fibrillazioni.Questo suo comportamento, per me fa coppia con la dichiarazione di quell’altro: “Non vi libererete facilmente di me“. Il signor «elimina povertà per decreto» e il signor «terremoto istituzionale dal Papeete».

Luigi Di Maio non mira ad essere vicepremier, voleva diventare il vice Salvini, è per questo che alza la posta…! Del resto che cosa si poteva pretendere da una creatura dalla Casaleggio e c., la nascita dal nulla di un vero leader? In un anno e mezzo di si incondizionati a Salvini è riuscito a far perdere al MoVimento “soltanto” la metà dei voti, quindi, continui così… continui a porre degli aut aut ai rappresentati di Confindustria e Banche del PD, così magari potrà essere accontentato e dover andare alla elezioni,non ora il treno e passato se ne parla per il 2023 il che significherebbe perdere un’altra bella fetta dei voti rimasti. Per persone normali, ma Luigino lo è normale?, contrattare tra due soggetti significa venirsi incontro, mollo questo ma pretendo l’altro, significa accordarsi su alcuni punti imprescindibili e precisi, a mezza strada tra i due contraenti. Lo capisce Di Maio, e gli altri del MoVimento, lo lasciano guastare la festa senza fiatare?

E’ naturale che a ogni persona o gruppo di persone che iniziano una nuova professione necessiti un periodo di apprendistato che gli permetta in seguito di arricchire la propria professionalità con esperienze utili a farsi apprezzare dai propri clienti, ma quando al gruppo viene affidata la gestione di una nazione e questo gruppo è totalmente incapace di farlo il risultato è tragico, come è dimostrato dal governo gialloverde. La cosa normale sarebbe che il gruppo e mi riferisco ai 5s, prendesse atto degli errori fatti e modificasse in meglio la sua azione e ciò prevederebbe che gli attori peggiori, come Di Maio, venissero sostituiti con altri capaci. Ciò non sta avvenendo e questo mette a rischio il futuro dell’Italia e la sparizione del movimento stesso.

PS: La spregiudicatezza di di Maio ma non solo sua, nasconde il duo Grillo, casaleggio, un abilissimo oratore-@ffabulatore e una struttura che sostituisce il vecchio modello di partito. Grillo nel proporre Conte ha di fatto spodestato Di Maio, giustamente, ha regalato milioni di voti a Salvini, abile ad irretirlo fino a quando non ha creduto di avere l’Italia in pugno. La nuova fase che si apre vede un 5s virare verso in leader anch’esso ambizioso, ma almeno più presentabile, un Salvini che vede i cerchi degli avvoltoi in volo sempre più stretti e vicini. Questa transizione sarà guidata dal PD e dal suo gruppo dirigente allargato ai tanti settori dello Stato . Con questa transizione probabilmente il PD ne uscirà dissanguato e un nuovo soggetto politico o più di uno, potrebbe vedere la luce. Ceteris paribus, la legge elettorale proporzionale disegnerà il nuovo assetto politico. SCOMMETTIAMO.

C’era una volta Di Maio! Certo che abbiamo una classe politica alla frutta; i leader del principale movimento sono un vecchio comico ed una nullità sconosciuta, un vice primo ministro vendeva, fino a poco tempo fa, bibite al San Paolo.ultima modifica: 2019-09-01T10:59:51+02:00da bezzifer
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