VEDO! Il rischio dell’ostilità verso crescita e mercato

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Una crescita economica al di sotto del 2 per cento contempla il raddoppio del reddito dei lavoratori in oltre 40 anni. Chi lavora, invece, deve poter vedere possibile la sua realizzazione come essere umano nei tempi della vita umana. Occorre quindi crescere almeno al 3 per cento all’anno. Non c’è equità e redistribuzione senza nuova ricchezza.

L’ostilità verso lo sviluppo economico e le regole del mercato è dunque il maggiore rischio per il paese. Questo male ha radici antiche anche a sinistra. Penso allo storico scontro con Craxi sulla scala mobile e al referendum che ne seguì nel 1984 in cui la sinistra pose il paese dinnanzi al dilemma della redistribuzione senza crescita. Il rischio maggiore che corre il paese è che queste tradizioni si saldino al governo oggi. Speriamo invece nella crescita.

Si concentri l’azione su pochi obiettivi compatibili col debito pubblico. Le reti innanzitutto. Quelle dell’energia e quelle della comunicazione: due ingredienti essenziali dello sviluppo economico dei nostri tempi su cui costruire. Si può realizzare un rinnovamento delle reti di distribuzione elettrica insieme al cablaggio capace di far muovere l’energia pulita facendola prevalere nel tempo su quella fossile e inducendo comportamenti virtuosi nei consumatori rendendoli partecipi. Il governo si affidi ai concessionari come Enel per realizzarlo. Si tratta di grandi imprese, sottoposte a un controllo pubblico indipendente efficace, con capacità tecniche, risorse manageriali e accesso al capitale a buon mercato per poterlo fare senza gravare sul debito pubblico.

La burocrazia del paese e le sue mille moltiplicazioni incrociate sono un peso inutile e insostenibile. Ma davvero è impossibile automatizzare l’aggiornamento delle banche dati dei cittadini e imprese senza costringerli, ogni volta, a riprodurre dati e certificati già in possesso delle mille articolazioni dello Stato. La riduzione dei costi di transazione darebbe un contributo importante alla competitività del paese.

Resto scettico sulle possibilità riformiste della nuova compagine: temo che sarà dominata dal risentimento e dal velleitarismo della redistribuzione più che dall’ansia di tenere a bada la voracità e l’ingerenza dello Stato e favorire la crescita. Spero in cuor mio che i fatti mi smentiscano e che invece il paese si incammini su un sentiero di sviluppo economico e di nuova ricchezza.

VEDO! Il rischio dell’ostilità verso crescita e mercatoultima modifica: 2019-09-03T19:10:09+02:00da bezzifer
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