Sembrava il pugile suonato de I Mostri di Dino Risi, Matteo Salvini l’altra sera da Lilli Gruber. Quello che più gli menavano e più diceva: “So’ contento!”. Con la differenza che l’Artemio Antinori del film era Vittorio Gassman mentre l’ex ministro degli Interni, stuntman di se stesso, è bollito di suo. Infatti, per quante botte prendesse l’Artemio Salvini di Otto e mezzo non si toglieva dalla faccia la fissità del sorriso beato. Forse una paresi facciale da trauma, forse il suggerimento dei geniali comunicatori al seguito: fai vedere che va tutto alla grandissima. C’è poco da scherzare il nuovo governo è figlio suo, picchiava Massimo Franco ricordando il suicidio politico dell’8 agosto. Con l’autunno la smetterà di fare comizi in braghette, infieriva Lilli. E lui festoso: “Omo de panza omo de sostanza”, e giù risate. Mancava solo il dialogo con Enea Guarnacci (Ugo Tognazzi): “me ricordo”, “vuoi magna?”, “me fa piacere”. Poi, l’uomo che voleva i pieni poteri alla domanda su come possa oggi ricoprire d’insulti Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, gli stessi con cui un tempo amoreggiava, si atteggia a vittima di un malefico inganno: “Ho sbagliato a fidarmi”.
C’è da chiedersi chi crea questi leaders se non la stessa partitocrazia esente da democrazia trasparente, ad uso personale dei potenti di turno…insomma tutti d’accordo ma fino a quando non si fa una legge costituzionale dei partiti dove il leader è la trasparenza democratica ossia la redistribuzione delle risorse è dei diritti, è il sistema abusivo che crea mostri e li distrugge in tempi brevi come le gambe delle bugie…??
Se Salvini fosse stato intelligente, ma è invece un evidente omino mediocre, dopo essersi accorto dell’idiozia fatta ad agosto che poi ha tentato di ricucire andando a cantare sotto il pogiolo di Di Maio “fai tu il premier”, avrebbe dovuto fare un passo indietro dal governo (come fece più furbescamente Renzi al tempo Gentiloni, rimanendo però di fatto il manovratore dietro le quinte) e mettere un altro ministro leghista al suo posto, uno magari con un certo savoir faire e una dialettica più adeguata ( se mai esiste nella Lega) e lui rimanere semplicemente il capo politico. Avrebbe potuto tirare fuori le stesse scuse piddine “lo faccio solo per il bene dell’Italia e per scongiurare l’aumento IVA e bla bla”. Invece ha fatto il pirla di fatto mandando tutto all’aria, perciò è vero che il giallo-rosso è figlio suo.
OK per fortuna! A mio avviso, il destino di SALVINI è già compiuto: la sua carriera politica è già segnata. La Lega ha gestito la fuoruscita di Bossi senza clamore, ma con efficacia: lo stesso trattamento è già in corso con SALVINI: che nella Lega non ha mai raggiunto il grado di concreto apprezzamento cui arrivò Bossi. (Bossi era amato dai leghisti, Salvini no). Oggi SALVINI è circondato da uomini da lui scelti e da lui messi nei posti-chiave: conosco persone che hanno lasciato la Lega proprio perché incapaci di sopportare tanta rozzezza e tanta volgarità. E anche cotanta assenza di ‘idee’: gli uomini che lo sostituiranno sono già nella Lega di oggi: ma ricordate che nella Lega la parola ‘democrazia’ con tutti i concetti derivati non esiste: ci saranno dei ‘fatti’ vistosi (il primo sarà il crollo dello pseudo-leghismo del Sud, dove ormai è chiaro che la Lega non è al governo del Paese e pertanto non può elargire prebende e favori come il Sud è abituato a concepire da chi è al governo): ma anche in via Bellerio c’è un silenzioso tumulto: e i due ‘governatori’ (Fontana e Zaia) non sono affatto estranei al malcontento generalizzato: Pontida è solo una ‘facciata’, come una ‘facciata’ fu il discorso di Mussolini al Teatro Lirico del 1945 a Milano, dove fra l’entusiasmo generale e frenetici battimani promise di difendere la Valpadana con le unghie coi denti…: poi si vide che cosa successe …, compresa la fuga vergognosa dell’ex-Grande Capo.
