RENZI con il ministro Elena Bonetti per conquistare il ceto medio , ha riproposto l’idea di bonus per la famiglia già presente nel programma elettorale del Pd del 2018. Un provvedimento bandiera da sventolare alla decima edizione della Leopolda

Risultati immagini per RENZI CON LA Elena Bonetti

La corsa di Matteo Renzi per le elezioni del 2023 passa dalla riconquista del ceto medio italiano. Il leader di Italia Viva ha riproposto nella mischia politica l’idea del Family Act, già presente nel programma elettorale del Pd che aveva guidato alle elezioni del 4 marzo 2018. Un provvedimento bandiera da sventolare alla decima edizione della Leopolda che parli sia allo stesso elettorato beneficiato dal Jobs Act e dal bonus 80 euro, sia a fette di popolazione finora ignorate. Il sentiero per raggiungere la doppia cifra nei sondaggi è molto stretto e passa soprattutto attraverso i voti dei 18 milioni di lavoratori dipendenti nel pubblico o nel privato (dati Istat) che non hanno guadagnato un euro in più con il reddito di cittadinanza e non hanno scelto di andare in pensione con quota 100. Sono le famiglie italiane su cui Renzi aveva già scommesso nel governo dei mille giorni per far aumentare la domanda interna. L’obiettivo è mettere soldi nel loro portafoglio per far ripartire i consumi, crollati dopo i 14 mesi di governo gialloverde, e aumentare il numero delle nascite, mai così basso dal 1861.

Ecco perché Renzi ha voluto inserire nel ministero per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti. La 45enne professoressa di Analisi matematica faceva parte della segreteria del Pd renziano e ad agosto ha organizzato la scuola di formazione politica “Meritare l’Italia” ideata dal leader di Italia Viva. Proprio lei sta lavorando al Family Act che secondo le ultime indiscrezioni dovrebbe prevedere un bonus 240 euro al mese per ogni figlio a carico, dalla nascita a 18 anni. E poi 80 euro (un numero non casuale) fino a quando non avranno compiuto 26 anni. Un assegno unico per tutti i tipi di lavoro e per tutte le fasce di reddito che guadagnano fino a 100mila euro di reddito lordo all’anno. Le misure elencate dalla ministra di Italia Viva prevedono anche almeno 10 giorni di congedo retribuito per i papà come stabilito dalla direttiva europea (finora la legge ne prevede 5, solo per i lavoratori dipendenti), e misure per aumentare il numero degli asili nido e se possibile ridurre il costo delle rette di quelli esistenti.

La mossa di Renzi di riproporre il Family Act attraverso Bonetti non è solo un posizionamento elettorale stretagico per Italia Viva ma l’ennesimo tentativo di anticipare sul tempo i suoi avversari: Conte, Zingaretti, Di Maio e Salvini

Se confermato, l’assegno unico per le famiglie sarebbe una copia carbone della proposta elaborata dall’economista e senatore Tommaso Nannicini nel manifesto Pd del 2018 e presentata in Senato all’inizio di questa legislatura (alla Camera la prima firma è quella di Graziano Delrio). Lo stesso Nannicini ha chiarito ieri su Medium l’idea dietro al suo Family Act: «Un assegno unico, che estenda il sostegno a tutte le famiglie, aumentandolo anche per quelle dei lavoratori dipendenti. Una misura universale che superi e inglobi l’attuale sistema di detrazioni e assegni». Come chiarisce Nannicini a oggi esistono due principali strumenti di sostegno alle famiglie con figli. Primo, le detrazioni per carichi familiari (1.220 euro annui per figli minori di 3 anni e 950 euro annui per figli tra 3 e 26 anni) in base al reddito dichiarato. Secondo, gli assegni al nucleo familiare (Anf) che sono calcolati in base alla tipologia, numero di componenti e reddito complessivo. «Queste due misure sono poco generose e contengono forti ingiustizie: oggi una famiglia con redditi molto bassi (i cosiddetti “incapienti”) non beneficia delle detrazioni per figli a carico perché non paga alcuna imposta. Allo stesso modo una famiglia di lavoratori autonomi è penalizzata rispetto a una famiglia di lavoratori dipendenti perché non percepisce gli assegni al nucleo familiare. Ci sono famiglie di serie A e famiglie di serie B», spiega Nannicini.

La mossa di Renzi di riproporre il Family Act attraverso Bonetti non è solo un posizionamento elettorale strategico per Italia Viva ma l’ennesimo tentativo di anticipare sul tempo i suoi avversari politici. L’obiettivo di Renzi sarebbe quello di usare la Leopolda per dettare l’agenda e fare pressione su Conte e Zingaretti affinché spostino i 2,5 miliardi e mezzo previsti per il cuneo fiscale nel Family Act. Difficle riuscirci per due ragioni, i soldi sarebbero troppo pochi per finanziare tutto il provvedimento e sia il segretario Pd che il presidente del Consiglio da settimane hanno fatto dell’abbassamento delle tasse sul lavoro il loro provvedimento bandiera. La mossa di Renzi è anche uno sgambetto per Salvini e Di Maio.

Non è un caso che negli ultimi scampoli di governo gialloverde anche Lega e M5S avessero pensato a una misura per le famiglie da inserire nella legge di Bilancio. Addirittura Di Maio aveva parlato di un miliardo da destinare alle famiglie e sconti nel Def per i nuclei familiari con bambini piccoli. Questo perché il Carroccio aveva soddisfatto il suo storico elettorato dei lavoratori autonomi (un esercito di 5,3 milioni di lavoratori) con misure come la flat tax per le partite Iva. Mentre il Movimento aveva puntato tutte le fiches sul reddito di cittadinanza per aiutare una larga parte dei 2,8 milioni di disoccupati che avevano deciso di votare per loro. La nuova frontiera elettorale però è quella delle famiglie italiane viste nel loro complesso. Peccato che nel contratto di governo M5S e Lega non hanno rispettato l’impegno di rendere gratuiti i servizi di asilo nido per le famiglie italiane o di dare sgravi contributivi per le imprese che mantengono al lavoro le madri dopo la nascita dei figli. Addirittura nella legge di bilancio 2019 il governo gialloverde aveva tolto la possibilità di fruire del bonus asilo nido o del libretto famiglia per servizi di baby sitting come alternativa al congedo parentale.

RENZI con il ministro Elena Bonetti per conquistare il ceto medio , ha riproposto l’idea di bonus per la famiglia già presente nel programma elettorale del Pd del 2018. Un provvedimento bandiera da sventolare alla decima edizione della Leopoldaultima modifica: 2019-10-07T11:58:15+02:00da bezzifer
Reposta per primo quest’articolo
Share