Reddito di cittadinanza, l’assegno di ottobre a rischio

 

reddito di cittadinanza assegno ottobre

L’assegno di ottobre del reddito di cittadinanza è a rischio per molti percettori. L’Inps ha inviato 519mila sms chiedendo a chi ha ottenuto il sussidio a marzo di integrare la domanda entro il 21 ottobre, pena la sospensione dell’assegno.  In pratica, spiega oggi il Corriere della Sera, più di una famiglia su due (in totale quelle beneficiarie del sussidio sono infatti 976.852) dovrà svolgere questo adempimento entro il 21 ottobre, altrimenti la prestazione verrà sospesa. In 114.352 hanno già risposto, ma restano più di 400 mila famiglie. Che hanno solo due settimane per mettersi in regola. Le più a rischio sono le circa 54 mila famiglie di extracomunitari (in totale 172 mila persone). Il motivo sono le modifiche al decreto legge sul reddito di cittadinanza votate alla Camera e al Senato, che rendevano più restrittive le maglie del sussidio rispetto al provvedimento approvato dal governo Lega-M5S.

Per aggiornare la domanda il beneficiario del sussidio dovrà collegarsi al sito indicato nello stesso sms dell’Inps. Qui gli si chiederà di sottoscrivere due dichiarazioni. La prima, relativa alle «Condizioni necessarie per godere del beneficio», prevede che il richiedente non sia soggetto a misure cautelari (arresto,fermo) disposte dall’autorità giudiziaria, né che abbia riportato condanne definitive negli ultimi 10 anni (questa norma non tocca quindi l’ex brigatista Federica Saraceni condannata nel 2007). Il titolare del reddito deve inoltre dichiarare che in famiglia non ci sono disoccupati a seguito di dimissioni volontarie (si vuole evitare che uno lasci il lavoro per prendere il sussidio) né persone ricoverate in istituti di lunga degenza pubblici. La seconda dichiarazione ricorda le responsabilità penali in caso di attestazioni false e tra le altre cose gli adempimenti richiesti agli extracomunitari.

Reddito di cittadinanza, l’assegno di ottobre a rischioultima modifica: 2019-10-08T11:55:56+02:00da bezzifer
Reposta per primo quest’articolo
Share