E DI MODA REGALARE DEBITI Il populista, anche quello di sinistra fa finta di distribuire denaro pubblico, ma sono solo denari inesistenti.

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Qualcuno ricorderà i commenti dopo le ultime elezioni politiche, quelle con i grillini oltre il 30 per cento: questi dureranno trent’anni. Era sbagliato: non è passato nemmeno un anno e mezzo e sono già sotto il 10 per cento. Di fatto, si vanno qualificando per un partito del 5-6 per cento. Non più il centro della politica italiana, ma una presenza marginale, anche se molto fastidiosa per la ripetitiva ossessione di cose inutili come “honestà” e simili.

Cavour, che tutti venerano come un padre della patria, spedì a Parigi sua nipote, forse la donna più bella della sua generazione, la contessa di Castiglione, la rifornì di denaro pubblico, con un preciso incarico: sedurre Napoleone III per convincerlo a schierarsi al fianco dell’Italia, impresa peraltro riuscita. Oggi, con i talebani a 5 stelle, Cavour sarebbe in galera come magnaccia. Governare è diverso dal fare comizi sui blog e in piazza.

Adesso, è il momento di Salvini e della Lega, visti come i nuovi salvatori della patria. La cosa è talmente ridicola che vien quasi voglia di dargliele davvero subito queste elezioni a Salvini. Che vinca e che vada a Palazzo Chigi con il suo codazzo di imprenditori falliti e di affaristi poco chiari. E i suoi dubbi legami con la Russia di Putin. Poi che cosa fa?

Per ora, il suo unico contributo rilevante alla politica economica del governo è stata quota 100, cioè una bestialità senza pari. Potete scavare dentro le pieghe della Lega quanto volete, ma una cultura di governo non c’è. Non c’è la cultura e non ci sono le persone: a partire dal capo, un ex leoncavallino di sinistra (musica rock e spinelli), transitato poi alla destra più estrema che oggi ci sia in Europa.

In termini clinici Salvini sarebbe definito come un disadattato. Furbo, ma non del tutto a posto.

Oggi vince perché ha l’astuzia di presentarsi con parole d’ordine semplici (porti chiusi, prima gli italiani, ecc.). Ma dietro quella semplicità c’è appunto il nulla. Esattamente come i suoi amici grillini, tutti convinti, ad esempio che per battere l’evasione fiscale sia sufficiente promettere più galera: se fosse così semplice non esisterebbero più, da tempo, gli omicidi, per i quali è previsto addirittura l’ergastolo, cioè il carcere a vita.

Scrivo questo per dire che il problema non era Di Maio, e non è Salvini. Il problema è che le nostre classi dirigenti di sinistra (ammesso che esistano ancora) sembrano aver dimenticato tutto: da Cesare Beccaria in avanti. Nel loro catalogo delle offerte non c’è niente, se non slogan incomprensibili e vuoti. E, quasi senza accorgersene, stanno scivolando nello stesso populismo che vorrebbero combattere: fanno finta di distribuire soldi al popolo, sapendo benissimo che invece stanno distribuendo debiti. Stanno ipotecando il futuro. Tanto il futuro mica sono loro, saranno i loro figli e nipoti.

Un paese che sta sfiorando (ma ornai siamo vicinissimi) il 135 per cento di debito pubblico sul Pil ha bisogno di una politica diversa da quella populista: un occhio alle classi disagiate (che vanno aiutate), ma l’altro occhio sui conti.

Il populista, invece, pensa solo a distribuire. Qualcuno, tanto alla fine pagherà. Ma sarà qualcun altro.

E DI MODA REGALARE DEBITI Il populista, anche quello di sinistra fa finta di distribuire denaro pubblico, ma sono solo denari inesistenti.ultima modifica: 2019-10-29T17:28:55+01:00da bezzifer
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