ILVA:Arcelor Mittal La multinazionale annuncia la rescissione del contratto. La causa? L’eliminazione dello scudo penale. Bentivogli: «Una bomba sociale». Vertice d’urgenza a Palazzo Chigi. Ma per il Mise non ci sono i presupposti legali: «Non lo permetteremo».

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ArcelorMittal è pronta a lasciare l’ex Ilva

La multinazionale annuncia la rescissione del contratto. La causa? L’eliminazione dello scudo penale. Entro 30 giorni l’azienda torna ai commissari straordinari. Bentivogli: «Una bomba sociale». Salvini: «Conte riferisca».

ArcelorMittal molla l’ex Ilva. Come si legge in un comunicato della multinazionale, «Am InvestCo Italy ha notificato ai commissari straordinari dell’Ilva la volontà di rescindere l’accordo per l’affitto con acquisizione delle attività di Ilva Spa e di alcune controllate acquisite secondo l’accordo chiuso il 31 ottobre» 2018. Nella nota si legge che ArcelorMittal «ha chiesto ai commissari straordinari di assumersi la responsabilità delle attività di Ilva e dei dipendenti entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione». Ma secondo il ministero dello Sviluppo «non esistono presupposti giuridici per il recesso del contratto. Convocheremo immediatamente Mittal». «Il governo», affermano fonti del Mise, non consentirà la chiusura dell’Ilva».

 

VERTICE D’URGENZA A PALAZZO CHIGI

Al Mise è infatti iniziato un vertice d’urgenza con il premier Giuseppe Conte e i ministri Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico), Giuseppe Luciano Provenzano (Sud), Sergio Costa (Ambiente), Roberto Speranza (Salute), Nunzia Catalfo (Lavoro). Atteso anche il ministero dell’Economia Roberto Gualtieri.

L’ELIMINAZIONE DELLO SCUDO PENALE COME PRIMA CAUSA DELL’ADDIO

L’accordo citato dalla multinazionale prevede che «nel caso in cui un nuovo provvedimento legislativo incida sul piano ambientale dello stabilimento di Taranto in misura tale da rendere impossibile la sua gestione o l’attuazione del piano industriale, la società ha il diritto contrattuale di recedere dallo stesso contratto». Questo provvedimento legislativo, secondo ArcelorMittal, è l’eliminazione della «protezione legale necessaria alla società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale». Inoltre, si legge, «i provvedimenti emessi dal Tribunale penale di Taranto obbligano i commissari straordinari di Ilva a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019 pena lo spegnimento dell’altoforno numero 2 [che] renderebbe impossibile attuare il piano industriale e, in generale, eseguire il contratto».

L’AD ANNUNCIA LO SPEGNIMENTO DELL’AREA A CALDO

L’amministratrice delegata e presidente di Arcelor Mittal Italia Lucia Morselli ha scritto una lettera ai dipendenti per annunciare il passo indietro: «Non è possibile gestire lo stabilimento senza queste protezioni» legali «necessarie all’esecuzione del piano ambientale», «definitivamente rimosse ieri con la mancata conversione in legge del relativo decreto». «Non è possibile esporre dipendenti e collaboratori a potenziali azioni penali», ha affermato. «Sarà necessario attuare un piano di ordinata sospensione di tutte le attività produttive a cominciare dall’area a caldo dello stabilimento di Taranto, che è la più esposta ai rischi derivanti dall’assenza di protezioni legali», si legge nella lettera. «Anche le attività di tutti gli altri reparti e aree operative saranno progressivamente sospese» con l’obiettivo «di mantenere tutti gli impianti in efficienza e pronti per un loro riavvio produttivo».

LA FIOM: «IL GOVERNO NON POTEVA NON SAPERE»

«È un ricatto nel ricatto», è il commento di Francesco Briganti della segreteria Fiom di Taranto sull’annuncio di Morselli. «Da parte del governo però – aggiunge Briganti – Patuanelli e Provenzano non potevano non sapere che c’era questa decisione. Anche oggi quando questa mattina alle 11 abbiamo avuto un incontro con il nuovo direttore del Personale non ci è stato detto nulla». «Un’eventuale decisione di sospendere le attività produttive deve essere presa con i Commissari e i sindacati», ha concluso. 

OLTRE 10 MILA OPERAI SULLA GRATICOLA

Attualmente l’ex Ilva occupa 10.700 operai. L’impegno di ArcelorMittal prevedeva investimenti ambientali per 1,1 miliardi e produttivi per 1,2 miliardi. Terminati i 18 mesi di affitto, ovvero a partire da aprile 2020, la multinazionale avrebbe pagato l’ex Ilva 1,8 miliardi di euro, detratti i canoni già versati.

BENTIVOGLI: «UNA BOMBA SOCIALE». E SALVINI ATTACCA IL GOVERNO

Immediata la reazione dei sindacati. Il segretario nazionale della Fim Cisl Marco Bentivogli ha commentato: «Apprendiamo la notizia della volontá di ArcelorMittal di comunicare ai commissari la volontà di recedere il contratto. Tra le motivazioni principali, il pasticcio del Salva-imprese sullo scudo penale. Un capolavoro di incompetenza e pavidità politica: non disinnescare bomba ambientale e unire bomba sociale». Sul fronte politico, ha subito colto la palla al balzo Matteo Salvini: «Se il governo tasse, sbarchi e manette farà scappare anche i proprietari dell’Ilva, mettendo a rischio il lavoro di decine di migliaia di operai e il futuro industriale del Paese sarà un disastro e le dimissioni sarebbero l’unica risposta possibile. La Lega chiede che Conte venga a riferire urgentemente in parlamento».

IL PD: «CONTE CONVOCHI L’AZIENDA»

Mentre anche la segreteria nazionale del Partito democratico, con una nota di Pietro Bussolati, chiede l’intervento del premier: «Sulla vicenda Ex Ilva esprimiamo tutta la nostra preoccupazione e lo sconcerto per l’annuncio da parte di Arcelor Mittal del disimpegno sull’azienda. Non si perda tempo: il presidente Conte convochi immediatamente Arcelor Mittal. Non si scherza con i lavoratori e con l’ambiente: pretendiamo serietà e rispetto».

 

ILVA:Arcelor Mittal La multinazionale annuncia la rescissione del contratto. La causa? L’eliminazione dello scudo penale. Bentivogli: «Una bomba sociale». Vertice d’urgenza a Palazzo Chigi. Ma per il Mise non ci sono i presupposti legali: «Non lo permetteremo».ultima modifica: 2019-11-04T18:18:14+01:00da bezzifer
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