ArcelorMittal avvia la procedura per restituire ai commissari gli stabilimenti dell’ex Ilva. Il colosso dell’acciaio si muove prima del vertice a palazzo Chigi con il governo. Allo Stato vengono restituiti 12 siti e 10.777 lavoratori. La Fim-Cisl proclama lo sciopero ma i sindacati sono divisi. Il confronto con l’esecutivo dura tre ore e mezza.
Sono le 10.30 e a palazzo Chigi manca ancora mezz’ora al vertice fissato dal governo con ArcelorMittal. In ballo c’è il futuro dello stabilimento ex Ilva di Taranto. Si attendono i due pesi massimi del colosso franco-indiano dell’acciaio, Lakshmi Mittal e Aditya Mittal, padre e figlio, ceo e direttore finanziario. È in quei minuti che l’azienda avvia formalmente la procedura per la cessione del ramo italiano: 12 siti, tra cui quello pugliese, e 10.777 lavoratori vengono riconsegnati allo Stato. La trattativa non fa neppure in tempo a partire che arriva già il primo posizionamento di peso da parte di uno dei due player seduti al tavolo.
Arcelor Mittal ha evidentemente altri problemi oltre che l’abolizione dello scudo fiscale. Sicuramente la nostra magistratura autoreferenziale, supponente, ignorante, menefreghista e anti industriale (alla quale cioè non interessa nulla, né il lavoro né la sorte dell’economia italiana) è un grossissimo problema in grado di bloccare qualsiasi iniziativa imprenditoriale. L’opposizione ambientalista, farcita di falsità, ed il mercato dell’acciaio in calo hanno un altro peso preponderante. Certo che avergli offerto su un piatto d’argento la scusa dell’abolizione dello scudo fiscale è un capolavoro di dabbenaggine, firmato Barbara Lezzi con la complicità di questo governo di pellegrini!
«Sfida» il governo? No: lo saluta e se ne va.
Il governo ha tentato di rifilargli il pacco, e gli indiani (che fessi non sono) se ne sono accorti. Tutto qui. Ma i rincostellati pensano di spaventarli a colpi di piattaforma Truffeau o tentando di applicare penali farlocche come quelle che pretendono dai parlamentari che li mollano.
Il contratto è rotto. Per colpa di chi, sarà la magistratura a stabilirlo. Nell’attesa, per motivi di sicurezza che i nuovi proprietari in tali condizioni non possono garantire, si spengono gli impianti. Nulla di più lineare e chiaro.
E il Bisconte li fermeremo sul bagnasciuga…….sicuro .. come no’….. questi già non ne volevano più sapere dell’Ilva perché hanno capito , tardi ma hanno capito, che l’IIva sarebbe stata una solenne, grandiosa sola e voi da quella manica di incompetenti allo sbaraglio che siete gli avete dato la corda a cui impiccarvi … e loro la stanno usando ……il cappio si sta già stringendo…..come farete a convincere una multinazionale a cui avete tolto l’immunità penale non rispettando i patti voi per primi , che siano loro adesso a mantenerli..lo voglio proprio vedere ….neanche coi caschi blu..Abbiamo dei dilettanti allo sbaraglio a confrontarsi con un AD come la Morselli che ha le palle cubiche nemmeno quadrate… Qui provano a lavorare di fioretto lei Bisconte&c invece è partito subito a tirargli clavate sulle gengive… La vedo magra, magrissima.
Ma di cosa ci preoccupiamo? #statesereni! Ora ci pensa Giuseppi a sistemare tutto!
Useranno la Cassa Depositi e Prestiti per finanziare il tutto, così che anche quest’ultima fallisca definitivamente! Sarà un #annobellissimo vedrete!!! #italiacolsegnopiù a fondo…Geniale sindacato, proclamano lo sciopero per un sito che sta per essere abbandonato… Hanno perso memoria dei metodi di lotta a forza di servire il padronato e rappresentare solo i pensionati.Grazie Di Majo! Grazie Lezzi! Grazie Movimento 5 Stelle! Avrete l’eterna gratitudine dell’Italia intera!
