Se non avete capito nulla del caso Open leggete questi articoli

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Gli investigatori della Finanza sono andati a perquisire le società che hanno finanziato la fondazione vicina all’ex premier: dal gruppo titolare di concessioni autostradali all’armatore Onorato fino alla British american tobacco. Gli inquirenti vogliono “accertare quali siano i rapporti instauratisi tra la fondazione e i soggetti finanziatori”. La difesa: “Tutto tracciabile e trasparente”. Ecco tutti gli articoli sul caso Open.

La fondazione Open, nata per finanziare le iniziative politiche dell’ex premier Matteo Renzi, è finita al centro di un’inchiesta per traffico d’influenze illecite, riciclaggio e finanziamento illecito ai partiti. L’inchiesta ha l’obiettivo di chiarire i rapporti tra la società e, appunto, i suoi finanziatori. La fondazione avrebbe ricevuto circa 7 milioni di euro e sostenuto, tra le altre cose, la Leopolda di Renzi.

 

Finora nel mirino della procura sono finiti l’imprenditore Marco Carrai, amico personale di Matteo Renzi e già membro del Cda della stessa Open e l’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Open, indagato a settembre scorso per traffico di influenze illecite. Di questi due personaggi chiave sono state perquisite rispettivamente la casa e lo studio. Tra i documenti sequestrati, ci sarebbero i bilanci dell’ente e la lista dei finanziatori della fondazione.C’è anche un secondo filone dell’inchiesta, quello secondo cui l’ex premier avrebbe acquistato la sua casa a Firenze anche grazie ai soldi ricevuti dalla madre dell’imprenditore Riccardo Maestrelli, uno dei finanziatore della fondazione.

Matteo Renzi contesta il reato di finanziamento illecito ai partiti e in questi giorni si è scagliato contro la magistratura: “È a rischio la separazione dei poteri, in gioco l’autonomia della politica”, ha detto l’ex premier.Se arrivati fino a questo punto ancora non avete le idee chiare sul caso Open, potete leggere tutti gli articoli, i commenti e le interviste .

Indagato l’ex presidente della fondazione Open, che organizzava la Leopolda.L’avvocato Alberto Bianchi, 65 anni, è uno dei professionisti più vicini a Matteo Renzi. Indagato l’ex presidente della fondazione Open, che organizzava la Leopolda

Indagato per traffico di influenze illecite Alberto Bianchi, avvocato di Open, la fondazione che per anni è stata cassaforte dei renziani e organizzatrice della Leopolda. Ne dà notizia il quotidiano Repubblica.

L’avvocato Bianchi, 65 anni, è pistoiese di nascita e fiorentino di adozione, ed è uno dei professionisti più vicini a Matteo Renzi. È stato presidente della fondazione Open. Risulta indagato dalla procura di Firenze per traffico di influenze illecite per i suoi rapporti professionali e con Open.

 

Come riporta Repubblica, lo studio di Bianchi ieri, mercoledì 18 settembre, è stato perquisito, alla presenza del procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco.

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Bianchi è difeso dall’avvocato Antonio D’Avirro.

“L’avvocato Bianchi – ha commentato il difensore – è indagato per una ipotesi di reato fumosa qual è il traffico di influenze per prestazioni professionali a mio avviso perfettamente legittime”. “L’avvocato – ha proseguito D’Avirro – ha messo a disposizione degli inquirenti la documentazione richiesta nella convinzione di poter chiarire al più presto questa vicenda che lo sta profondamente amareggiando”.

Fondazione Open vicina a Renzi, l’inchiesta si allarga: ipotesi di finanziamento illecito ai partiti. L’ex premier: “Massacro mediatico”CON una ventina di perquisizioni in tutta Italia.Fondazione Open vicina a Renzi, ipotesi finanziamento illecito ai partiti

Si allarga l’inchiesta sulla Fondazione Open di Firenze, che era stata costituita per sostenere le iniziative politiche dell’ex premier Matteo Renzi, oggi leader del nuovo movimento Italia Viva. Tra i reati contestati c’è ora anche il finanziamento illecito ai partiti, oltre al riciclaggio e al traffico di influenze. Oggi, martedì 26 novembre 2019, sono state effettuate perquisizioni a Firenze e in varie città italiane.

I reati contestati

Il reato di finanziamento illecito ai partiti è contestato all’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Open, che è tra le persone perquisite oggi, insieme ai finanziatori della Fondazione. Secondo la Procura, la Fondazione avrebbe agito come vera e propria articolazione di partito politico. La Guardia di Finanza cerca anche carte di credito e bancomat messi a disposizione di parlamentari, oltre a rimborsi riconosciuti a deputati o senatori. Il finanziamento illecito ai partiti si aggiunge a quelli di riciclaggio e traffico di influenze.

 

In una nota oggi Bianchi ha dichiarato: “Rinnovo la mia piena collaborazione con la magistratura affinché sia fatta chiarezza prima possibile sull’indagine che mi riguarda. Sin da subito mi sono messo a disposizione fornendo qualsiasi atto mi fosse richiesto. Del resto tutte le entrate e le uscite della Fondazione Open sono tracciabili, perché avvenute con bonifico, carte di credito. È stato fatto tutto alla luce del sole. Messo nero su bianco”.

Le perquisizioni

Le perquisizioni di oggi della Guardia di Finanza nell’ambito delle indagini relative all’inchiesta sulla Fondazione Open, oltre una ventina, sono state svolte in diverse città italiane. Tra le città dove i finanzieri hanno svolto le le perquisizioni ci sono Firenze, Milano, Modena, Torino, Bari, Alessandria, Pistoia, Roma, Napoli, Palermo.

Tra i destinatari ci sarebbero anche una decina di imprenditori legati da rapporti di tipo finanziario con un consigliere della fondazione Open. E oltre ai finanziatori di Open, figurerebbe anche un commercialista fiorentino.

Cos’è la Fondazione Open, al centro di un’inchiesta per traffico d’influenze illecite.Fondazione Open: cos’è e come è nata

La fondazione Open, nata per finanziare le iniziative politiche dell’ex premier Matteo Renzi, è finita al centro di un’inchiesta per traffico d’influenze illecite, riciclaggio e finanziamento illecito ai partiti. La procura di Firenze ha perquisito e indagato l’imprenditore Marco Carrai, amico personale di Matteo Renzi e già membro del Cda della stessa Open. L’imprenditore sarebbe stato riferimento dentro la fondazione di parte dei finanziatori su cui sta indagando la procura di Firenze. L’inchiesta ha l’obiettivo di chiarire i rapporti tra la fondazione Open e, appunto, i suoi finanziatori.

L’inchiesta sulla fondazione Open era emersa nel settembre scorso quando a Firenze venne perquisito lo studio dell’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Open, indagato per traffico di influenze illecite. Tra i documenti che gli furono sequestrati, ci sarebbero i bilanci della Open e la lista dei finanziatori della fondazione. Scondo quanto emerge gli investigatori avrebbero individuato legami, ipotizzati come anomali, tra le prestazioni professionali, rese dall’avvocato Alberto Bianchi di Firenze e da collaboratori del suo studio, e i finanziamenti percepiti dalla Open.

 

Open aveva sostenuto, tra le altre cose, la Leopolda di Matteo Renzi.

Tra gli altri reati ipotizzati a vario titolo nell’inchiesta, che conta più indagati, ci sarebbero anche quelli di riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita aggravata, false comunicazioni sociali.

Che cos’è la fondazione Open

La fondazione Open è nata nel 2012, e inizialmente si chiamava ‘Big Bang’. L’obiettivo era quello di sostenere le iniziative politiche come la Leopolda di Matteo Renzi, la sua campagna elettorale per le primarie del Pd e la campagna per il Sì al referendum costituzionale.

La fondazione è rimasta attiva fino all’aprile 2018, e in tutto ha raccolto donazioni per oltre sei milioni di euro. Fino a quell’anno, sul sito della fondazione comparivano i nomi dei finanziatori che avevano dato il via libera a comparire nell’elenco. I nomi dei finanziatori che non avevano acconsentito a comparire sul sito sono finiti al centro della perquisizione di settembre a cui è stato  sottoposto il presidente della Fondazione, l’avvocato Alberto Bianchi.

La fondazione avrebbe agito come una sorta di “articolazione” di un partito politico, secondo quanto dice la procura di Firenze.

Open aveva sede nello studio dell’avvocato Bianchi, a Firenze, che è uno dei luoghi dove si sono svolte le perquisizioni della Guardia di finanza.

Il consiglio di amministrazione, oltre al presidente Bianchi, comprendeva anche altri considerati fedelissimi di Renzi, il cosiddetto “Giglio magico”, tra cui Maria Elena Boschi, Marco Carrai e Luca Lotti.

La procura e la Guardia di Finanza di Firenze stanno esaminando operazioni relative alle primarie 2012 e al ‘Comitato per Matteo Renzi segretario’. L’attenzione si sarebbe centrata pure su alcune ricevute di versamento da parlamentari. Gli investigatori avrebbero individuato legami, ipotizzati come anomali, tra le prestazioni professionali, rese da Bianchi e collaboratori del suo studio, e i finanziamenti avuti dalla Open. Il primo passaggio di denaro indagato è quello che coinvolge il gruppo di costruzioni Toto. Nell’agosto del 2016 Bianchi, a fronte di una fattura emessa per prestazioni professionali, ricevette dal gruppo Toto un pagamento di oltre 800mila euro, denaro che per l’accusa sarebbe stato in parte usato per finanziare Open, sui cui conti Bianchi versò 200mila euro il mese successivo.Altri 200.000 li versò al Comitato per il sì al referendum sulla Costituzione. Nello stesso anno lo studio Bianchi aveva ricevuto dal gruppo Toto circa 2 milioni per prestazioni professionali. Al vaglio i rapporti tra la fondazione e l’imprenditore Patrizio Donnini, che a sua volta, sempre nel 2016, avrebbe ricevuto dal gruppo Toto oltre 4 milioni di euro in parte con operazioni di compravendita di quote societarie effettuate dalla società immobiliare Immobil Green.

Se non avete capito nulla del caso Open leggete questi articoliultima modifica: 2019-11-29T10:02:08+01:00da bezzifer
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