La plastic tax, l’imposta sulle auto aziendali e la riforma del Mes dimostrano che il governo giallorosso non comunica bene i risultati ottenuti o si perde in scelte impopolari e inefficaci. Italia Viva, anche per differenziarsi, cerca di far capire che la forma in politica è anche sostanza

L'immagine può contenere: 1 personaLa lotta di Renzi per impedire che M5S e Pd facciano volare la Lega nei sondaggi.

Ci sono due modi per giudicare la lotta di Italia Viva per eliminare la plastic tax e l’imposta sulle auto aziendali. Il primo è quello di pensare che sia un atteggiamento populista per ingraziarsi gli elettori. Il secondo, più sottile e benevolo, è vedere l’ennesimo tentativo del partito di Matteo Renzi di evitare un autogol mediatico al governo giallorosso. Perché dalla foto di Narni alla tassa sugli assorbenti, dalla sugar tax alla riforma del Mes sembra che il Partito democratico e il Movimento Cinque Stelle godano a farsi del male. E la sindrome di Tafazzi è l’unica ideologia che i dem hanno passato ai grillini in tre mesi di governo.

È vero, i politici guardano alle prossime elezioni mentre gli statisti alle future generazioni ma in attesa di grandi leader con idee brillanti su come far ripartire l’economia italiana sarebbe meglio adeguarsi alla Terza Repubblica delle dirette Facebook e non sottovalutare la comunicazione. Il miglior modo per evitare di essere logorati dalle opposizioni. Perché i quattordici mesi di governo gialloverde hanno lasciato un’eredita politica peggiore della crescita zero. Hanno abituato gli italiani ad ascoltare messaggi ripetuti in modo ossessivo in tutti i talk show sull’efficacia di due al massimo tre provvedimenti simbolo: quota cento, reddito di cittadinanza, migranti. E pazienza se il Pil italiano non è cresciuto all’1,5% come annunciato, se la pressione fiscale è aumentata invece di diminuire, se eravamo isolati in Europa e se il reddito di cittadinanza costato 3 miliardi ha creato solo mille posti di lavoro. Il messaggio ripetuto all’infinito nei social e in tv è diventato verità politica: la Lega difendeva gli interessi degli italiani, la sinistra sa mettere solo le tasse.

Siamo passati così da un governo che faceva poco e male ma sapeva comunicare, a un governo che fa poco e (alcune volte) bene ma fa di tutto per farsi odiare. Il governo Conte 2 non solo non riesce a spiegare i pochi risultati ottenuti, ma si perde anche in scelte impopolari e inefficaci. Perché si possono mettere pure le microtasse e balzelli su bevande zuccherate e bottiglie di plastica, ma bisogna fare due cose: spiegare perché lo si fa e convincere gli elettori che è la scelta migliore tra tutte quelle a disposizione. Questa è la politica: rendere popolari le scelte impopolari. Mentre Pd e M5S non hanno fatto nulla per togliersi l’etichetta di partito delle tasse.

Siamo passati così da un governo che faceva poco e male ma sapeva comunicare, a un governo che fa poco e (alcune volte) bene ma fa di tutto per farsi odiare

Eppure Conte era partito bene: asili nido gratis, Green new deal e taglio del cuneo fiscale. Tre provvedimenti totem, facilmente digeribili dall’opinione pubblica, annunciati dal presidente del Consiglio mentre chiedeva la fiducia alla Camera e al Senato. Ma invece di dettare l’agenda mediatica e spiegare la bontà di queste tre misure in modo ossessivo in tutte le tv, i ministri, sottosegretari e parlamentari della maggioranza sono rimasti impantanati nelle sabbie mobili della legge di bilancio. Travolti dal circo mediatico fatto di annunci, smentite, rotture, ricomposizioni. Gli italiani non hanno capito il perché dei provvedimenti, spesso gettati nella mischia e mai difesi fino in fondo, salvo poi riprenderli in una versione peggiorativa. E il governo ha dato l’idea di una maggioranza litigiosa che cerca di mettere tasse su tasse.

Per esempio il 31 ottobre il governo ha annunciato un’imposta sulle auto aziendali. Poi, il giorno dopo ha fatto retromarcia escludendo le vetture ibride ed elettriche mentre per le altre la quota di imponibile sarebbe salita dal 30 al 60% del valore attribuito all’auto. Infine l’imposta è scattata solo per i veicoli più inquinanti. Stesso discorso per sugar tax e plastic tax che il governo ha annunciato e mai difeso, rimanendo schiacciati nel mezzo. Secondo le ultime indiscrezioni potrebbero essere entrambe rinviate al 2021. Per non parlare della proposta del governo di abbassare dal 22 al 5% la tassa sugli assorbenti. Invece di cavalcarla come una battaglia di civiltà in tutte le tv per mostrarsi vicino alle esigenze delle donne italiane, il governo ha fatto un passo indietro e abbasserà l’Iva al 5% solo sugli assorbenti biodegradabili. Ovvero un prodotto costoso e di nicchia, un’esigua minoranza dei milioni di assorbenti venduti ogni giorno.

Tra un balzello di qua e un fiorino di là, sottovoce il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha annunciato il grande risultato degli asili nido gratis durante una noiosa audizione davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato a Palazzo Madama. Nessun annuncio in pompa magna, nessun gesto politico. E così quel 12 novembre non è passato alla storia. Ma non c’è solo l’economia. Con foga Nicola Zingaretti aveva annunciato a Bologna che il Pd si sarebbe battuto per togliere i decreti sicurezza e approvare subito lo Ius soli. Dopo tre settimane le due proposte sono finite nel dimenticatoio.

Italia Viva ha avuto invece un atteggiamento diverso per salire subito nei sondaggi dopo la scissione col Pd e per dare l’idea di un partito dinamico e propositivo. Memore degli 80 euro che gli fecero vincere le elezioni europee nel 2014, Renzi ha pensato a due provvedimenti facili facili da capire. Prima il Family Act, un bonus 240 euro al mese per ogni figlio a carico, dalla nascita a 18 anni, e poi il piano Shock Italia: 120 miliardi in opere pubbliche sul modello Expo. A prescindere dal giudizio sulle proposte hanno il merito di essere comprensibili subito, senza fronzoli e tecnicismi. Mostrano un’idea di Paese: aumentare la natalità e sbloccare le infrastrutture. Nulla avrebbe vietato poi di nascondere dietro questa foglia di fico altri provvedimenti necessari ma considerati noiosi. Invece Pd e M5S anche loro per ragioni elettorali, hanno snobbato le proposte di Italia Viva e si è ritornati al solito pantano di annunci, vertici notturni e mediazioni. E gli italiani guardano in tv Salvini che anche se non sa cos’è il Mes spiega perché Conte ha tradito gli italiani. Lui sì che ha capito come si gioca nella Terza Repubblica. Don’t hate the player, hate the game.

La plastic tax, l’imposta sulle auto aziendali e la riforma del Mes dimostrano che il governo giallorosso non comunica bene i risultati ottenuti o si perde in scelte impopolari e inefficaci. Italia Viva, anche per differenziarsi, cerca di far capire che la forma in politica è anche sostanzaultima modifica: 2019-12-06T12:00:18+01:00da bezzifer
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