IL PERCHÉ DI UNA POLITICA INADEGUATA

Perché una politica inadeguataQuando CI si interroga sui nostrani governanti osservando che soffrono (e ci fanno soffrire) per via di una politica inadeguata mette di certo (come si dice) il dito sulla piaga, ed è altrettanto certo che la durata di questa piaga è direttamente proporzionale alla durata di questo Esecutivo.

Ma non è oggi il caso di ipotizzarne le date di scadenza più o meno naturali, lasciando il compito a streghe e indovini giacché fare altri calcoli cozzerebbe contro le tradizionali incongruenze di una politica che non soltanto sbanda, ma cambia direzione (bandiera) ad ogni spirar di vento.

Il punto vero è semmai ricercare il famoso bandolo della matassa, ovverosia la ragione di fondo di tale inadeguatezza non solo iniziando, come dicevano i latini, ab imis, ma cogliendo fior da fiore le impreparazioni e le inefficienze di cui sono piene le cronache, a cominciare da quella politica estera e di difesa che è all’ordine del giorno, ed è sempre più inquietante.

Intendiamoci, non solo dell’alta politica si tratta, giacché basterebbe soffermarsi sulle disquisizioni odierne ed interne al Movimento 5 Stelle per averne una impressione che se non fosse comica sarebbe a dir poco preoccupante, dato il ruolo governativo del movimento.

Giacché i pentastellati si erano presentati agli elettori come persone che avrebbero fatto politica gratis, per dir così di servizio al Paese, una politica nuova, diversa, forte e di rottura col passato ed ecco che appaiono né più né meno come politicanti, in peggio, ed incredibilmente “abbarbicati a quei maledetti soldi e a quelle infami poltrone che rinfacciavano quotidianamente alla politica vecchia e corrotta, all’uopo sventolando la bandiera del nuovo che avanza proprio nel momento in cui si mostravano come coloro che non hanno nessuna intenzione di restituire una sia pur piccola quota al loro leggendario Movimento. Sic transit, verrebbe voglia di commentare.

Se poi guardiamo all’insieme della coalizione in un momento a dir poco cruciale per ciò che accade intorno al Paese, la critica più appropriata non può che riferirsi alla mancanza di qualsiasi bussola seria avendo perso ogni ruolo nelle vicende di una Libia per la quale la nostra politica non solo estera ma soprattutto di difesa degli interessi nazionali, appare per molti aspetti disastrosa sol che si pensi che quel Paese se lo spartiscono Erdogan e Putin, Turchia e Russia, a fronte dell’immobilismo e dell’inconcludenza e comunque dei ritardi di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio.

Il punto dolente viene da lontano e la stessa ratio di questo vero e proprio deficit fattuale e propositivo proviene dalle origini ed esattamente dalle più vere ragioni della nascita del Governo Conte bis, che non si fondava su motivi coagulanti di due tradizioni distinte e distanti anche ideologicamente, ma proprio per questo costrette a unire idee e programmi per un comune disegno riformatore in un quadro nazionale ed europeo.

Il motivo di fondo della nascita del Conte bis risiedeva nella volontà e nel proposito di impedire l’accesso al Governo della Lega di un Matteo Salvini che dal canto suo aveva commesso l’errore estivo del Papeete mandando a carte quarantotto un Governo che, tra l’altro, era in maggior parte condizionato dalla sua presenza. Come si poteva dunque pretendere da un Esecutivo sorto per tali motivi, ad essere buoni e riduttivi, una capacità e uno slancio di cui il Paese aveva e ha strettamente bisogno?

Ma non basta, ché a tutto ciò va aggiunta una delle pecche più gravi che, del resto, è sotto gli occhi di tutti, ovvero la sua intrinseca ed estrinseca incapacità, dovuta bensì alla impreparazione ed alla inesperienza (il caso Di Maio è esemplare), ma anche e soprattutto ad una illogica e infruttuosa superbia nel mostrarsi, beninteso a parole e a slogan, così nuovi e così diversi dal “vecchio che resiste” da dimostrare, alla prova dei fatti, che dietro a quella sbandierata propaganda c’era il vuoto.

IL PERCHÉ DI UNA POLITICA INADEGUATAultima modifica: 2020-01-10T11:10:39+01:00da bezzifer
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