Meloni teme Travaglio e i magistrati: “Assoluzione inappellabile? Non si può”


AMORE DE COCCA! ERA BELLO SBRAITARE FACENDO DA SPALLA A QUELLO CHE ORA TU TEMI ORA CHE SEI AL POTERE! PENSA COSA HA PASSATO E PASSA TUTTORA RENZI,DA QUANDO ERA AL TUO POSTO! MA IL RENZI NON LO TEME, ANZI LO DENUNCIA LO QUERELA,PERCHE HA LA COSCIENZA PULITA E ONESTO.STA DI FATTO CHE FIN ORA HA VINTO TUTTE LE CAUSE CON IL TRAVAGLIATO.CIAO COCCA.

Giorgia Meloni è letteralmente terrorizzata da Marco Travaglio e dai pm di Magistratura democratica. Per evitare qualsiasi incidente di percorso non darà mai il via libera ad una legge che preveda l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione”. A rivelarlo è un parlamentare di Forza Italia, che per ovvi motivi preferisce restare anonimo, commentando con il Riformista la decisione del governo di stoppare l’emendamento presentato dal senatore azzurro Pierantonio Zanettin sull’inappellabilità della sentenze.

L’emendamento, inizialmente dichiarato ammissibile dalla Commissione giustizia di Palazzo Madama, è stato congelato l’altro giorno dal governo che ha fatto sapere di essere assolutamente contrario. Un dietrofront giustificabile solo con il timore di una possibile campagna stampa orchestrata dal Fatto Quotidiano con il contorno degli strali dei pm di Magistratura democratica che già non perdono occasione per attaccare il governo di destra centro sulla giustizia. Meloni, dopo aver fiutato l’aria, avrebbe preferito glissare, mandando avanti il suo fedelissimo Andrea Del Mastro, sottosegretario alla Giustizia. Doccia fredda per Zanettin che era pronto a portare a casa una storica proposta di Forza Italia.

Nei confronti del senatore vicentino, ex componente laico del Consiglio superiore della magistratura, pare essere scattata in queste ore una moral suasion per fargli ritirare l’emendamento, trasformandolo in un banale ordine del giorno in cui si invita l’esecutivo ad attuare una riforma delle impugnazioni. L’emendamento, comunque, al momento di andare in stampa non è stato ritirato. Ciò che sta accadendo in Senato stride con quanto dichiarato fino a qualche settimana fa dal ministro della Giustizia Carlo Nordio il quale in un’intervista aveva affermato come fosse possibile condannare in appello qualcuno che “è stato già assolto in primo grado”. Un assist all’inappellabilità delle sentenze era arrivato anche dalla Commissione per la riforma penale presieduta dal presidente emerito della Corte Costituzionale Giorgio Lattanzi. Secondo l’ex numero uno della Consulta l’inappellabilità delle sentenze è “compatibile con il quadro costituzionale”. Una copertura giuridica di altissimo livello che avrebbe messo il governo al riparo delle critiche da parte dei giureconsulti del Fatto Quotidiano.

Per FI il ritiro dell’emendamento sarebbe uno smacco clamoroso anche perché l’inappellabilità delle sentenze, oltre ad essere nel programma elettorale, era stata oggetto di una clip di Silvio Berlusconi“Quando governeremo noi, le sentenze di assoluzione, di primo o di secondo grado, non saranno appellabili. Un cittadino – una volta riconosciuto innocente – ha diritto di non essere perseguitato per sempre”. Forse proprio il timore che questa riforma possa servire all’ex premier ha messo in allerta Meloni. Lo scorso fine settimana, infatti, dalle parti del Fatto avevano già affilato le armi, scrivendo in un articolo che se fosse stata approvata la norma si sarebbe applicata al Ruby ter in corso a Milano. Processo per il quale la sentenza non è stata pronunciata ma che Travaglio e soci ritengono, evidentemente, che possa essere solo di assoluzione.

La decisione di Meloni rischia di rinnegare quanto fatto da An su questo tema. L’onorevole Antonino Caruso, quando venne approvata la legge Pecorella, affermò euforico che da ora in avanti non ci sarebbero più state “persecuzioni giudiziarie a danno di cittadini chiamati a difendersi anche se prosciolti”. E quando la legge Pecorella venne poi bocciata dalla Consulta, Giuseppe Consolo, altro esponente di punta di An, dichiarò che “certamente sarà colpa mia, ma per quanto mi sforzi di comprendere, non so come sia giustificabile tale importante decisione”.

Sarà interessante, allora, sentire cosa dirà questa mattina Nordio in Commissione giustizia al Senato dove è atteso per un intervento sulle “linee programmatiche”. Il condizionamento di Travaglio avrà fatto effetto anche nei suoi confronti? Comunque vada, i primi passi del governo in tema di giustizia non sono entusiasmanti. E che il clima nella maggioranza non sia dei migliori lo dimostra il fatto che il Guardasigilli non ha ancora, a distanza di due mesi dal suo insediamento, assegnato le deleghe al suo vice ministro Francesco Paolo Sisto (FI) e ai sottosegretari Andrea Ostellari (Lega) e Andrea Del Mastro (Fd’I).

Meloni teme Travaglio e i magistrati: “Assoluzione inappellabile? Non si può”ultima modifica: 2022-12-07T11:38:42+01:00da bezzifer
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