Referendum Costituzionale 2020 – Cosa cambia?
Come previsto dall’articolo 138 della Costituzione, dato che non si sono raggiunti i 2/3 dei voti favorevoli al Senato e che un quinto dei senatori ne ha fatto richiesta, si svolgerà il referendum confermativo.
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie generale - n° 240 del 12 ottobre 2019?»
Le modifiche in breve
- Articolo 56: Si riduce il numero dei deputati da 630 a 400. Il numero dei deputati eletti nella Circoscrizione Estero passa da 12 a 8.
- Articolo 57: Si riduce il numero dei senatori elettivi da 315 a 200. Il numero dei senatori eletti nella Circoscrizione Estero passa da 6 a 4. Il numero minimo di senatori assegnato ad ogni regione si abbassa da 7 a 3. Le due Province autonome di Trento e Bolzano vengono equiparate alle regioni, assicurandosi tre senatori a testa. Rimangono invece invariati i seggi assegnati al Molise (2) e alla Valle d’Aosta (1).
- Articolo 59: Si chiarisce che il numero massimo di senatori a vita di nomina presidenziale presenti in parlamento è di 5.
Riguardo al terzo punto il testo attualmente in vigore afferma:
“Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”; non rendendo quindi del tutto chiaro se ogni Presidente della Repubblica ne possa nominare 5 o se in tutto essi possano essere 5; di norma si è sempre seguita la seconda interpretazione quindi la riforma su questo tema eliminerebbe l’ambiguità ma nei fatti non cambierebbe nulla.
Oltre ai 5 senatori a vita di nomina presidenziale, è senatore a vita di diritto anche chi è stato Presidente della Repubblica, questo non cambia.
Testo a confronto
Tentativi di riforma passati
Nel 1963 il governo fanfani IV modificò la Costituzione inserendo dei valori fissi, gli stessi in vigore ancora adesso.
- IX legislatura (1983): si inizia a parlarne in commissione senza arrivare a nulla di concreto;
- XIII legislatura (1997): si propone una riduzione a ~400/500 deputati e 200 senatori, ma non si conclude nulla;
- XIV legislatura (2006): il Governo Berlusconi propone 518 deputati e 252 senatori, la riforma venne bocciata al referendum dal 61.29% degli elettori;
- XV legislatura (2008): si propongono 512 deputati e 186 senatori, ma le Camere furono sciolte prima di poter votare la riforma;
- XVI legislatura (2012): si propongono 508 deputati e 250 senatori, la riforma fu approvata in prima lettura ma la legislatura finì prima della seconda votazione;
- XVII legislatura (2013): inizialmente si propongono 480 deputati e 120 senatori, poi il Governo Letta propone 450 deputati e 200 senatori, prima del cambio di Governo.
- XVII legislatura (2016): il Governo Renzi propone una corposa riforma che prevede 630 deputati e 95 senatori, eletti fra i consiglieri regionali, con un Senato fortemente modificato nelle funzioni. La riforma viene bocciata al referendum dal 59.12% degli elettori.
Criticità rilevate durante la discussione
- La riduzione della rappresentatività del Parlamento e l’eccessivo ampliamento dei collegi
- La circoscrizione Estero
- Il numero dei delegati regionali per l’elezione del Presidente della Repubblica
- La questione Trentino-Alto Adige/Südtirol
- La necessità di una riforma organica contestualmente alla riduzione del numero dei parlamentari.
http://www.riformeistituzionali.gov.it/media/1312/editing-dossier-riduzparl-22lug-norev.pdf?fbclid=IwAR0usZBfcsAgDRgpKdQJ2zN-DMLBhOek0ko5un0uCfhB_T4A33el2iMfFW4
Le differenze di rappresentatività
Mediamente il numero di senatori è ridotto del 36.5%, passando da 1 senatore ogni 188’424 abitanti a 1 senatore ogni 302’420 abitanti. In questo caso alcune regioni di scostano di più dalla media: Molise e Val d’Aosta mantengono immutato il loro numero di senatori (2 e 1) guadagnando così una rappresentatività molto più elevata con un senatore ogni 156’000 e 126’000 abitanti; anche il Trentino-Alto Adige, grazie alla norma che equipara le due province autonome alle regioni, mantiene 3 seggi per provincia con una rappresentatività di un senatore ogni 171’000 abitanti; sul fronte opposto Calabria, Sardegna e Abruzzo avranno un senatore ogni 327’000 abitanti, dato inferiore alla media.
Le regioni più piccole, Val d’Aosta, Molise e Province autonome di Trento e Bolzano otterranno quindi in senato un peso maggiore, persino doppio rispetto a quello di altre regioni.
Il Governo ha annunciato che a tal riguardo in un prossimo futuro elaborerà anche una riforma per eliminare sia l’elezione dei senatori su base regionale sia l’età minima per eleggere il Senato, puntando quindi a rendere il Senato del tutto identico alla Camera.
Confronto con i paesi europei
L’unico paese con un senato eletto direttamente e avente (quasi) le stesse funzioni della relativa Camera è la Romania con i suoi 136 senatori (1 ogni 143’000 abitanti) e con una rappresentatività molto maggiore della nostra.
Volendo considerare il numero di parlamentari totali, indipendentemente dalle diverse funzioni delle Camere e dei diversi bacini elettorali cui fanno riferimento nelle altre nazioni, si nota come l’Italia sia il secondo Paese per numero di parlamentari, ma rapportando tale valore alla popolazione ci si accorge come il numero di parlamentari per ogni 100’000 abitanti sia inferiore alla media e con la riforma raggiunga il penultimo posto in Europa.
In realtà la Germania è uno stato Federale suddiviso in lander, in cui ogni stato federale (land) è dotato di un proprio Parlamento con funzione legislativa, diversamente dalle nostre regioni che hanno un semplice consiglio regionale. Ogni parlamento è composto da un numero di membri da 80 a 200 a seconda della dimensione del land. Considerando questo il numero dei rappresentanti tedeschi in ogni stato è in realtà molto superiore a quanto risulta dal solo governo federale che viene generalmente considerato nelle statistiche.
Spesso viene tirato in ballo da entrambe le fazioni il confronto con gli Stati Uniti d’America, che avendo un Senato composto da soli 100 membri a fronte di una popolazione enormemente più grossa della nostra, sarebbe segno che pochi senatori possono fare un ottimo lavoro.
In realtà il confronto è falsato perchè il Senato USA è federale e tratta solo questioni federali, quindi il parallelismo potrebbe essere fatto con il nostro Parlamento Europeo, non con i Parlamenti nazionali.
Oltre al Congresso, federale, ognuno dei 52 stati che compongono gli USA possiede una sua Costituzione e un proprio Parlamento con funzione legislativa, bicamerale in tutti gli stati tranne il Nebraska. Ogni Stato è a sua volta suddiviso in contee, l’equivalente delle nostre Regioni, ed ha un Governatore, paragonabile ad un Presidente della Repubblica in un sistema presidenziale.
Considerando quindi i rappresentanti in parlamento di ogni cittadino americano, questi sono in realtà molti di più che in Italia, e la rappresentatività è più elevata.
In media la rappresentanza dei cittadini Americani si aggira intorno all’un parlamentare ogni 20-40mila abitanti. Si scostano da questo valore solo gli stati meno popolosi come Alaska e Delaware (1 :15000 abitanti), e i quattro più popolosi: New York (1:91000), Florida (1:130000), Texas (1:160000) e California (1:330000).
L’Italia per il paragone passerebbe da un valore di 1:63000 a 1:100000.
Cambiamenti nelle dinamiche
Il risparmio economico
Il risparmio lordo che si otterrebbe riducendo il numero di parlamentari di 345 unità arriva quindi a 53 milioni per le casse della Camera e a 29 milioni per quelle del Senato, per un totale di 82 milioni all’anno.
Va ora considerato che la quota di tasse versata dai parlamentari torna allo Stato, sarebbe quindi meglio valutare il costo degli stessi al netto della tassazione. In questo modo il risparmio effettivo si riduce a 57 milioni all’anno, pari a poco meno di 1€ a cittadino ogni anno e al 4 per mille della spesa pubblica.
Le posizioni dei partiti
42 di Forza Italia, 9 della Lega Nord, 5 del Partito Democratico, 2 del Movimento 5 stelle, 2 di Italia Viva, 4 indipendenti (tutti ex-5stelle), 2 del Movimento Associativo Italiani all’Estero, 2 di Liberi e Uguali, 1 di +Europa, 1 di Vox Italia e un senatore a vita.
Dichiaratamente contro: Volt Europa, +Europa, Movimento Associativo Italiani all’Estero, Partito Socialista Italiano, Centro Democratico, Azione, Europa Verde, Vox Italia, Sinistra Europea, Partito Radicale.
Posizioni ambigue: Il Partito Democratico si è sempre detto contrario alla riforma ma ha poi votato a favore della stessa nell’ultima votazione, come parte dell’accordo di Governo con il Movimento 5 stelle, a patto che venisse prima cambiata la legge elettorale (cosa non successa). Negli ultimi tempi ha evitato posizioni troppo nette per evitare di infastidire gli alleati di Governo.
Forza Italia ha sempre votato a favore della riforma, ma è il partito ad aver più firmatari per il referendum e alcuni suoi esponenti sono fra i fondatori del comitato per il NO.
I motivi del SI
Südtiroler Volkspartei non nasconde di invitare a votare SI solo perchè così le Province di Trento e Bolzano guadagnerebbero un maggior peso in Senato e sarebbero trattate come regioni.
Sul sito di Fratelli d’Italia si trovano diversi post di critica al referendum e ai suoi promotori, ma gli elettori sono invitati a votare sì, senza specifiche motivazioni.
Il movimento 5 stelle riassume le sue motivazioni in un post sul suo blog:
https://www.ilblogdellestelle.it/2020/08/diciamo-si-al-referendum-sul-taglio-dei-parlamentari-in-nome-dellefficienza.html
- I tempi della democrazia sono sempre più rapidi, un minor numero di rappresentanti lavorerà più rapidamente e sarà più efficiente.
- La riforma è solo un primo piccolo tassello di un percorso che prevedrà altre riforme sostanziali. Non è assolutamente perfetta, ma se si aspettasse la riforma perfetta non si approverebbe mai niente.
- Un minor numero di parlamentari lascerà meno spazio ai minipartitini, facendo entrare in parlamento solo i partiti realmente rappresentativi e diminuendo la frammentarietà del voto.
- Le commissioni parlamentari, formate da 40 persone, sono lente e caotiche, commissioni più piccole raggiungeranno accordi più facilmente e rapidamente.
- Se sono decenni che si parla di riduzione dei parlamentari è segno che è una riforma necessaria, bisogna quindi smettere di tergiversare e approvarla.
- Siamo il paese europeo con il maggior numero di parlamentari, è giusto diminuirli per allinearci alle altre nazioni.
- Ogni risparmio economico, anche se piccolo, deve essere ricercato.
- Dato che meno persone potranno essere elette i candidati saranno portati a dimostrare maggiormente le loro capacità, aumentando quindi la qualità dei rappresentanti.
- Ci sono i consigli regionali per la rappresentanza locale, va bene lo stesso se i Parlamentari non sono ben distribuiti sul territorio.
- Altri importanti e avanzati paesi europei attualmente hanno una rappresentanza minore della nostra eppure se la passano bene comunque, segno che la democrazia funziona lo stesso.
- I cittadini non riescono a controllare il lavoro di molti parlamentari. Avendone pochi sarà più facile controllarli, saranno costretti a prendere più posizione e saranno meno soggetti ai clientelismi locali.
- Troppi parlamentari hanno difficoltà a mettersi d’accordo, avendone meno sarà più facile fare riforme.
- I parlamentari guadagnano sulle spalle dei cittadini, è giusto mandarli a casa a lavorare per davvero.
- I parlamentari non fanno in ogni caso gli interessi dei cittadini, quindi tanto vale lasciarli a casa.
I motivi del NO
- La riduzione dei parlamentari riduce di molto la rappresentatività dei cittadini, lasciando di fatto interi territori senza rappresentanza, aumentandone la marginalità e relegando la rappresentanza politica alle grandi città.
- Viene meno il principio costituzionale di egualità del voto: con la riforma il voto degli abitanti del Trentino varrà il doppio del voto dei calabresi.
- La riforma renderà ancora più difficile l’ingresso in Parlamento dei partiti minori, lasciando quindi ancora più spazio ai grandi partiti e limitando la possibilità di scelta e di espressione degli elettori, che rischieranno di trovarsi senza rappresentanza.
- Eletto ed elettore saranno ancora più distanti, aumentando il distacco dei cittadini dalla politica, il disinteresse e l’astio verso le istituzioni.
- Eleggere meno parlamentari darà ancora più potere alle segreterie di partito di scegliere i pochi candidati da presentare, accentrando il potere nei partiti e togliendolo ai cittadini.
- Con commissioni di pochi componenti le decisioni saranno prese con una maggioranza di soli 5-6 senatori, ma in nome di tutti i cittadini. Questo renderà i cittadini meno rappresentati e i giochi di potere molto più semplici, dovendo coinvolgere meno persone.
- Il risparmio economico è ridicolo, pari ad 1 euro all’anno per ogni cittadino.
- Una riforma del genere necessità una profonda modifica della legge elettorale e dei regolamenti di Camera e Senato, che resteranno a lungo bloccati e impossibilitati a lavorare.
- Questa riforma è solo un pezzetto di qualcosa che non esiste nemmeno, gli stessi proponenti dicono che è imperfetta e da sola vale poco, ma non c’è nemmeno un’idea di cosa venga dopo. Il taglio dei parlamentari può essere positivo, ma solo se inserito in un quadro più ampio e coerente.
- Anzi che allinearci al numero di parlamentari del resto d’Europa, la riforma ci porterà al penultimo posto rendendoci il Paese con la minor rappresentanza.
- I cittadini all’estero, già estremamente sottorappresentati, si vedranno ancora più danneggiati.
- Se i parlamentari sono poco legati al loro territorio, ridurne il numero non li renderà più interessati o più efficienti, anzi li renderà ancora più distanti dai problemi dei cittadini.
- I costi della politica si possono ridurre tagliando stipendi e privilegi (che non sono toccati), senza intaccare la rappresentanza dei cittadini.
- L’elevata spesa pubblica legata al Parlamento non dipende dal numero di parlamentari, ma dal costo dei dipendenti che lavorano in Parlamento, molto superiore a quello degli altri Paesi, che non viene toccato da questa riforma.
- La democrazia non è un costo inutile, ma un valore da difendere. Per risparmiare solo 1€ a cittadino si sacrifica un terzo della rappresentatività, un’enormità.
- Considerando l’aumento della popolazione con questa riforma si arriva ad avere una rappresentanza dimezzata rispetto a quella prevista dai padri costituenti.
- Voti di fiducia, elezione del Presidente della Repubblica ed eventuali riforme della Costituzione dipenderanno da ancora meno parlamentari, dando quindi ancora più potere ad un’oligarchia gestita dalle segreterie di partito.
- Ridurre il Parlamento non lo renderà né più efficiente né più onesto.
- Dietro a questa riforma non c’è un’idea di riforma dello Stato né alcunché di elevato, ma soltanto una visione meschina della politica e una volontà punitiva e demagogica nei confronti della democrazia parlamentare.
Fonti
http://documenti.camera.it/leg18/dossier/pdf/AC0167f.pdf
http://www.riformeistituzionali.gov.it/it/approfondimenti-e-dossier/
http://www.riformeistituzionali.gov.it/media/1312/editing-dossier-riduzparl-22lug-norev.pdf
E questo confronto sul numero di Parlamentari a livello internazionale.
http://www.riformeistituzionali.gov.it/media/1240/confrontointernazionale.pdf
(non l’ho acquistato, ma alcuni siti da cui ho tratto le informazioni si rifanno a quello)
https://www.pisauniversitypress.it/scheda-libro/emanuele-rossi/meno-parlamentari-piu-democrazia-978-883339-3285-575657.html
https://www.ilmessaggero.it/politica/anche_svp_favorevole_al_taglio_dei_parlamentari-4618744.html
https://video.repubblica.it/politica/taglio-parlamentari-salvini-se-passa-referendum-parlamento-delegittimato/353127/353696
Alcuni gruppi facebook riservati
https://www.ilblogdellestelle.it/2020/08/diciamo-si-al-referendum-sul-taglio-dei-parlamentari-in-nome-dellefficienza.html
https://www.ilsidelleliberta.it/
Tribune elettorali e dibattiti televisivi organizzati da RAI Parlamento
https://3-motivi-per-il-no0.webnode.it/
https://ilmanifesto.it/nasce-un-comitato-del-no-nel-pd/
https://www.facebook.com/groups/3162518677122706/
http://www.avantionline.it/perche-voto-no-al-referendum-costituzionale/
https://www.viveresenigallia.it/2020/08/12/comitato-del-no-al-referendum-costituzionale-ecco-le-bugie-del-si/820755
https://www.lapresse.it/politica/referendum_sinistra_italiana_votera_no_al_taglio_dei_parlamentari-2768098/news/2020-07-08/
Tribune elettorali e dibattiti televisivi organizzati da RAI Parlamento
https://www.repubblica.it/economia/2019/07/24/news/quanto_si_risparmia_davvero_con_il_taglio_del_numero_dei_parlamentari_-231936717/
https://quifinanza.it/soldi/taglio-parlamentari-quanto-risparmiamo-cifre-a-confronto/316181/