Consulta boccia Italicum, Michele Emiliano ‘apre’ il Congresso nel Pd: “Dei 1000 giorni di Renzi non è rimasto nulla”
Dei mille giorni di Renzi non è rimasto nulla. Senza andar troppo per il sottile, Michele Emiliano apre così, almeno idealmente, il Congresso nel Partito Democratico. Nel giorno in cui il segretario del Pd si è riaffacciato nella vita politica annunciando una nuova segreteria e un nuovo blog (“Il futuro, prima o poi, torna”), la Corte Costituzionale ha cassato buona parte della legge elettorale che, insieme alla riforma costituzionale già bocciata con il referendum del 4 dicembre, era uno dei due capisaldi del riformismo renziano. Per il governatore della Puglia, candidato alla guida del Partito Democratico in un congresso che al momento non ha ancora una data, è una debacle dell’esperienza del governo del rottamatore Renzi.
Emiliano e compagni hanno tramato contro il proprio partito finché sono riusciti a buttarlo giù, cio non toglie che il loro seguito tra gli elettori rasenti lo zero.Guardate che Renzi lo hanno votato oltre 2 milioni di persone alle primarie. Si chiama democrazia, ti piaccia o meno. Alle ultime elezioni il partito ha preso il 40%. Vogliamo tornare al 25% di Bersani e soci? I numeri parlano chiaro, quando si perde il referendum ma anche quando si vincono le elezioni.
Cara minoranza DEM a suo modo Renzi ha tentato di cambiare quello che per più di una generazione tu ed i tuoi pari avete preferito conservare. Ed ha perso perchè era a capo di uno pseudo-partito in cui la minoranza, invece di trovare un compromesso che riflettesse i rapporti di forza, ha preferito agire come un efficace partito di opposizione.
In politica il successo è quasi tutto. Ma a volte può capitare che ragione e sconfitta si tendono la mano. Pensateci.
Ora andare ad un congresso, contro Renzi, con questi toni , difficilmente ricompatterà PD e fronte della sx (visto anche il documento / manifesto che SEI o come si chiama poi ha scritto), per poi andare contro a dx o M5S.
Per quanto riguarda l’uomo solo al comando, (senza guardare che fanno gli “altri”), in un sistema come quello italiano (sia di “struttura” che di “sovrastruttura” ) , per me , siamo alle parole di pura propaganda.(infatti hanno sabotato Prodi, defenestrato Letta, defenestrato Renzi) i grandi manifesti elettorali (mi) devono fare il favore (personale ) di scriverli, dopo che avranno il consenso di voti per realizzarli in pratica,altrimenti gli , avremmo voluto, ma gli altri (i cattivoni) ce l’hanno impedito è aria fritta, “disco” sentito e risentito
ci dicessero perché la formazione professionale è in mano alle regioni
ci dicessero perché la sanità è a macchia di leopardo
ci dicessero perché non abbiamo un salario minimo (previsto per legge in Francia dagli anni 50)
ci dicessero perché le case popolari sono state gestite come sentiamo
ci dicessero perché chi ci ha messo le mani in tasca e ha rubato soldi pubblici può ancora continuare a fare “politica” e, naturalmente, oltre ai perché ci dicessero come intendono risolvere il problema.
poi “votiamo” , con una forma di democrazia diretta, col nostro POS, da casa, così lorsignori si fanno un’idea di quello che vuole il popolo, poi scrivono una proposta di legge, che si capisce, senza bisogno di andare dall’avvocato, poi il Parlamento la vota e resta legge dello stato per almeno 10 anni (no che ogni 3×2 cambia il governo e le leggi quadro cambiano)
In noi pd.Cosa ci resta uno spirito diverso: la consapevolezza che si può affrontare il destino di un paese con uno spirito nuovo. Certo i risultati non sono stati esaltanti ma questo era inevitabile perché tutto il panorama politico mal vedeva i cambiamenti che Renzi prevedeva oltre al fatto che tutto doveva essere concordato con partiti di destra che avevano altre mire. Adesso quella parte politica contraria ha buon gioco a gioire ma a mio avviso avrà breve vita. Ormai la via è segnata . Forse non sarà la prossima tornata elettorale ma i tempi sono maturi per un cambiamento radicale di fare politica.