Che cosa abbiamo fatto di male, noi italiani, per essere costretti ad assistere impotenti alle doglie del Pd? Si decidano una buona volta. Facciano anche loro un referendum tipo Brexit: remain o leave. E ci lascino guardare in santa pace la tv senza imbattersi costantemente in qualche esponente minoranza dem che dice la sua.
La situazione politica è confusa, priva di idee forti, zeppa di personalismi, popolata di piccoli rettili dopo la scomparsa dei grandi sauri. Ma è in questi casi che occorre orientarsi sui valori essenziali, come fecero le generazioni precedenti quando c’era da scegliere tra fascismo ed antifascismo, tra democrazia e totalitarismo, tra segregazione ed eguaglianza dei diritti, tra colonialismo ed autodeterminazione dei popoli. Oggi le scelte da compiere riguardano: la globalizzazione o il protezionismo; l’integrazione europea o il “sovranismo”; l’euro o il ritorno alle monete nazionali. Queste opzioni fondamentali si riverberano anche sulle istituzioni. Non è un caso che nell’immediato dopoguerra l’Italia non scelse soltanto di appartenere alle democrazie occidentali, ma anche al libero mercato. E non è un caso che adesso i “sovranprotezionisti” mettano in discussione non solo il libero mercato e la globalizzazione, ma anche la Nato e l’Unione europea. Io sto con la globalizzazione, l’Europa e l’euro.