Archivio mensile:aprile 2017

Due idee diverse di Francia e Europa aspettando l’ITALIA.

Ottimo sistema elettorale: i francesi hanno la scelta tra 2 proposte assai diverse. Pro/Contro EU, Pro/Contro altra immigrazione, Protezionismo/Liberismo ecc ecc. Noi grazie a incapacità ventennale di fare una ragionevole legge elettorale non potremo mai fare questo tipo di scelte.

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A me il programma di Macron sull’Europa piace tantissimo. Tra l’altro sostenerlo in un periodo in cui dire di essere europeisti equivale a farsi dare degli appestati, mi fa ben sperare sulla sua volontà di portarlo avanti e farsi sentire a Bruxelles.Nel leggere le idee di Macron mi sento tornare ossigeno ai polmoni dopo una lunga apnea: finalmente un politico che ha capito che all’euro serve un ministro dell’economia.
Spero proprio vinca Macron, bloccando lo stallo con cui i nazionalismi hanno tenuto in scacco il nostro futuro per ormai troppi anni.È ora di riprendersi la nostra sovranità e di avere un VERA repubblica europea, con un governo espressione del parlamento e non di due dozzine di ridicoli staterelli in lotta fra loro.

Dalla Le Pen.Adesso spacchiamo l’Europa, ci facciamo una bella guerra e poi fra 10 anni ci domanderemo come sia stato possibile.Di solito funziona così, no? C’è gente abituata a vivere spostandosi senza frontiere che porta avanti la ricerca scientifico e culturale, poi arrivano quattro arruffapopolo sovranisti che, incapaci di risolvere i problemi, danno la colpa allo straniero, ci di spacca, si fa qualche milione di morti e si ricomincia.Visti che ti piace la guerra, hai già pensato a quanto la vorresti lunga?

Oggi siamo davanti ad una sfida cruciale: o evolviamo in uno stato federale europeo, oppure continuiamo con la situazione attuale, regalando di fatto la nostra sovranità ai più forti,  Russia, Cina e USA.
Una Repubblica Federale Europea, con un governo unitario eletto dai cittadini, e non come quello attuale nominato dagli staterelli, sarebbe capace di difendersi da Russia e Cina, cosa che invece Italia, Germania, Slovenia, ecc semplicemente… non ce la faranno mai a farcela perché troppo piccole.
Il sistema attuale permette ai più forti di dettare legge, un po’ come se il governo italiano fosse nominato dalle regioni, col Piemonte che appoggia il Molise per ricattare l’Abruzzo, che allora si allea con la Sicilia.
In Europa è lo stesso e sarebbe anche l’ora di finirla, sarebbe ora di far nascere quello stato unitario che attendiamo dal dopoguerra. Il movimento federalista europeo la propone più o meno da 40 anni.Prodi l’aveva proposta negli anni ’00.Oggi l’ALDE la porta avanti in parlamento europeo.Ben venga dunque Macron.

Il populismo non si sconfigge con la terza via ma con programmi politici convintamente liberali, europeisti e globalisti.Prese di posizione come l’estrema sinistra italiana hanno portato alla creazione e alla crescita di un mostro chiamato M5S in Italia.Mi sembra che la dicotomia sia chiara: apertura vs chiusura. É su questo tavolo che si giocano tutte le partite elettorali contemporanee, c’é chi l’ha capito e chi invece continua ad impostare il discorso come “quello é più a destra, quello é più a sinistra”.
(Che poi, la sinistra una volta era progressista e la destra era conservatrice. Oggi chi gioca a fare la “vera sinistra” di solito é del tutto assorbito in battaglie di retroguardia.)

PS:Io direi che si può anche smetterla con questa etichetta a Macron “ne di destra ne di sinistra” dato che si definisce “un progressista liberale in economia, ma di sinistra sulle questioni sociali”, che per 10 anni ha avuto la tessera del Partito Socialista, è stato ministro con Hollande e che ha sempre identificato nei conservatori il suo avversario. E’ chiaramente una proposta di centrosinistra che si rivolge con le sue proposte a tutta la Francia e non solo ad una delle due fazioni, cosa resa ancor più dal prosciugamento elettorale che il Partito Socialista ha avuto proprio nei confronti di EM! segno che l’elettorato socialista ha riconosciuto in Macron il proprio programma e il proprio leader.

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Il neo fascismo dei 5 stelle inizia come tutti i regimi autoritari: qualche sindacato complice prima che la dittatura si consolidi

Anche al M5S piacciono i sindacati: quando scioperano contro gli avversari.

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Finché’ i sara’malessere economico,sociale e per i giovani nesssun futuro,per molte persone votare i 5 stelle e’un modo ” tangibile” di farsi notare,che esistono.Se la politica ” tradizionale” non offre nessuna visibilita’ a tutte queste persone,e lo fanno i 5 stelle,questi raccoglieranno consenso.Se li si vuole ridimensionare c’è bisogno che la politica che oggi si definisce ” tradizionale” riveda le folli posizioni su mercato,euro,pensioni e welfare in generale; se faranno cio’ i 5 stelle si ridimensioneranno,anche velocemente,se continuano così’ vinceranno loro,anche se poi le conseguenze ( che non saranno positive) le subiremo per anni.Quindi prima si comincia a cambiare sopratutto in Europa,prima i Mov.populisti si ridimensioneranno.

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E’ finito il tempo di far finta a ragionare e prendere tempo. C’è una minaccia: la destra xenofoba. Va fermata in ogni caso. Basta piangerci addosso!

«Perché io, di sinistra, non voterei Macron per fermare la Le Pen»

«È il “meno peggio” a creare il peggio. Scegliere uno per contrastare l’altro è un controsenso. I cui unici esiti stanno nello spostamento sempre più a destra del quadro politico». La posizione controcorrente dell’economista Emiliano Brancaccio.

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Brancaccio dovrebbe imparare dai comunisti francesi la politica invece di dare lezioni non richieste: “Marine Le Pen vuole un mondo pericoloso in cui tutte le avventure militari diventano possibili, dove sarebbero incoraggiati tutte le rivalità nazionaliste. Con Donald Trump, Vladimir Putin e Bashar Assad e l’estrema destra europea come alleati, sarebbe minacciata la sicurezza del mondo se lei diventasse presidente della Francia, uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Noi non lo vogliamo.Abbiamo il dovere, ora e per le generazioni future, di evitare la sua ascesa alla Presidenza della Repubblica, il che significherebbe l’acquisizione da parte dell’estrema destra di tutti gli strumenti dello stato.”
Pierre Laurent, Segretario del Partito Comunista Francese

Sono un ignorante analfabeta,vorrei capire perche’ le sinistre quando vanno al governo falliscano, e, fanno pagare il conto sempre a  quelli che loro dovrebbero difendere,ma, fanno una cosa ancora più grave sotto sotto danno una mano alle destre,che razza di scusa e’ quella di non voto Macron perche’e un servo del capitalismo,forse e’ meglio il rischio di un ritorno del fascismo con le chiusure Delle frontiere con il rischio con il ritorno Delle leggi razziali?Lo ripeto sono un analfabeta non mi prendete a pummarolle in faccia, anche perche’ ho molti anni.

Eh gia’. il problema sono Macron e il gombloddo demo-pluto massonico, non che a sinistra ci sia una manica di pagliacci la cui idea di modernita’ e’ il Venezuela di Chavez, come Melanchon, un cialtrone rifatto, come Iglesias, bello impossibile di Podemos che non si vergognava di prendere mance dal medesimo, o Jeremy Corbyn, che leccava i piedi ad Hamas ed Hezbollah e invoca una soluzione politica che involva ISIS. Il mio solo dubbio e’ se a questi signori gli costi fatica dire e fare scemenze simili o se gli venga  naturale – ed includo il Prof Brancaccio nel dilemma. Mi dica, Brancaccio, se in Francia voto un centrista sposto lo scenartio a destra, se voto una fascista lo sposto a Sinistra: mi spieghi come funzioni la sua  meccanica politica, a noi poveri ignoranti. Ah, per un Helmuth Schmidt, un Riccardo Lombardi, un Olof Palme. Ma nemmeno quelli andrebbero bene a lor signori.

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Fin’ora l’appartenenza alla NATO ci è costata 24 miliardi annui. Pare che la richiesta di Trump sia di 50 miliardi!

Nato, Trump a Gentiloni: “Gli ho detto che l’Italia deve dare più soldi. E lui pagherà” Il presidente Usa in un’intervista Ap ha rivelato parte di un suo colloquio privato con il premier italiano, in cui avrebbe chiesto un aumento del contributo finanziario del nostro Paese all’interno dell’Organizzazione del Nord Atlantico.

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Ma qualcuno crede ancora alle parole di Trump?
Stiamo parlando di quello che sta ancora aspettando che Enrique Peña Nieto gli paghi il muro di confine, che ha spedito l'”invincibile Armada” in Corea del Nord e che è ancora convinto che i soldi che i membri della NATO pagano vadano nelle casse USA.

Ed i soldati italiani in missione in Afghanistan in Iraq,in Libano, ed in altre parti del mondo al servizio dell’America ,chi li paga? Se vuole più soldi invece di fare i soliti servi qualcuno con gli attributi,dovrebbe dirgli che vogliamo pagate le spese che stiamo sostenendo per le loro guerre.Sai le risate se l’Italia ritira le truppe dall’Afghanistan per rafforzare il fianco sud scoperto inopinatamente dagli alleati NATO USA Francia e GB, ritira i 150 uomini dalla Lettonia dichiarando che non abbiamo nulla da temere dalla Russia e esce dalla NATO intimando alle basi americane di fare fagotto? Il primo che mi viene a dire che, con Trumpino, gli amerikani sono ancora i paladini della pace, della libertà e della democrazia, gli rido in faccia per una settimana.Neanche gli altri presidenti USA lo erano, ma almeno, sapevano fingere.

EVVIVA!!! Ho trovato la soluzione! Paghiamo quello che vuole Trump! Però chiediamogli altrettanti soldi (se non di più) per l’affitto delle basi nucleari americane in Italia,mettendo anche in conto l’indennità di rischio di distruzione di tutta l’Italia a causa di queste basi.All’America servono per combattere la Russia? E ALLORA PAGHINO!!!

MA IN ITALIA LA BANDERUOLA HA VIRATO:Diciamo quindi che ora il nuovo nemico dei destrosi è Gentiloni. Fino a ieri a osannare religiosamente il trio Trump-Putin-Assad ma dopo alcuni eventi recenti che hanno messo in tilt il loro cervello mononeuronale, ora scaricano le loro pulsioni bellicose (e di morte, direbbe Freud) su Gentiloni poiché si è inchinato a uno che, fino a ieri, rappresentava per loro la salvezza dell’umanità… l’orgoglio della razza bianca… e l’anticapitalismo bancario (ehm!). Aspetto con ansia i futuri eventi… Ps Buona Liberazione a tutti… Buona Liberazione dal fascismo e dalla sua versione moderna rappresentata dal Pd.

Sul “pagare il 2% del PIL se vuoi far parte della NATO”, non avrei nulla da dire.
E’ che dovremmo proprio uscire dalla NATO. Una volta caduto il patto di Varsavia, la NATO non ha più ragione di esistere. Da cosa dobbiamo difenderci? Chi è che ci attacca ? La Russia, la Cina , la Corea del Nord o le Lobby militarfinanziarie USA , il Pentagono e Wall Street, che gli dobbiamo supportare una politica estera criminale basata tramite la NATO (morte) su guerre colpi di stato e terrorismo per gonfiare il portafoglio a questo criminale terzetto! Quanti ITALIANI SANNO, che attualmente, senza l’obolo richiesto da Trump, la “libera” Italia, versa nelle casse di questa criminale organizzazione NATO (morte) la cifra di 50 milioni di Euro al giorno ripeto 50 milioni di Euro al giorno. Quante casette per i terremotati, quanti ponti messi in sicurezza, quante pensioni di fame potremmo aumentare, quante scuole rendere piu sicure, quanti fiumi messi in sicurezza, quanti disoccupati e giovani potremmo occupare con oper pubbliche, quanti disabili si potrebbero assistere, invece di decurtargli fondi, ad ogni finanziaria ecc ecc ecc. Ma a questo punto, non conviene uscire dalla NATO e tenerci stretta l’UE? Se c’e’ l’UE non ci serve mica la NATO per mantenere la pace in europa. A questo punto, creiamo un esercito europeo, usciamo dalla NATO, via gli americani dall’europa….e che se la sbrighino tra di loro i problemi russi vs usa.

PS: Che senso ha rimanere nella NATO dal momento che anche la nostra costituzione ripudia la guerra? Solo per fare un piacere agli USA e alle loro lobby? Perchè ostinarsi a restare nella Nato dal momento che nessuno vuole la guerra? Con tutti i soldi risparmiati potremmo avere un paese migliore e senza povertà; ma le schiene curve dei nostri governanti trasformano il buon senso in dovere nazionale…e noi paghiamo, in tutto e per tutto, mettendo a repentaglio anche le nostre vite !

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Contrordine, adepti: basta inneggiare alla colonialista fascista ed antieuropeista, restiamo alla finestra. Nel caso della sua sconfitta ci toccherà mettere la maschera europeista. Ma a giggggino o’ripetente non ditelo via mail.

M5s non si schiera: né Emmanuel Macron, né Marine Le Pen

“Chiunque vinca sarà il nostro interlocutore”

Piango la morte di un discreto comico e non festeggio la nascita di un ibrido geneticamente modificato, Beppe è passato dai vaffa alla politica convenzionale, fa l’occhiolino alla chiesa, prova a raccattare voti da tutte le parti, dopo avere esultato alle elezioni di Trump, fatto gruppo con Farage oggi non si schiera, va bene chiunque vinca le elezioni, poi faremo società, ma dai Beppe se volevi realmente governare votavi si al referendum che era l’unica chnce per avere la maggioranza in parlamento, oggi assitiamo agli umori variabili ci sarà in mezzo una metereopatia?

Con buona pace degli anti-euro a prescindere annidati dentro M5S! Siccome sarà sicuramente Macron il vincitore, e siccome altrettanto certamente tutto passa per la mente di Macron tranne uscire dall’euro, auguro sinceramente un proficuo dialogo tra M5S e Macron ..Della serie: fuori dai confini il M5S dialoga con tutti e gli van bene tutti, per il principio di non ingerenza nelle decisioni di un popolo sovrano (e le dittature? Le monarchie assolute?) mentre dentro i confini non dialogano con nessuno, che in pratica significa snobbare, considerare insignificante o peggio un nemico la maggioranza stessa degli italiani che ha scelto di farsi rappresentare da altri partiti….Non è politica, è immondizia sotto le stelle. PS: i grillini avrebbero dialogato anche con Hitler, sempre per la non ingerenza?

Il M5S dialoga con chi vince e con chi perde non dialogano? Il problema per loro però è: dialogherà con il M5S chi vincerà? Io credo proprio di no, visto che non centrano nulla con la Francia e non contano nulla nemmeno in Italia! i pentagrulli sono il nulla,il vuoto programmatico e ideologico.ennesima dimostrazione.

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Il solito articolo immaginario della solita, si fa per dire, giornalista. Prima dice che Renzi dice e poi accusa che Renzi ha tetto e per finire sostiene che Renzi dirà!

Renzi si appoggia su Macron: “Io ho salvato il Pd”

L’ex premier cura contatti tra sinistra e destra, domani a Cavriglia, venerdì a Bruxelles. Ma dopo le primarie, sfida all’Ue e al governo. Di Angela Mauro.

Se di ‘tristezza’ si deve parlare, egregia Mauro, si dovrebbe rivolgere lo sguardo indietro, al tradimento del Referendum e a ‘quel’ brindisi vile e spudorato.
Se ci fosse un MACRON di riflessione, il resto, con scissioni e veleni, non è che da prendere come un RINNOVAMENTO, quindi SERENITA’.
E non sarà certo un Calenda qualsiasi, sintetizzatosi nel limite del twitter, a costringere nessuno in un angolo: nell’angolino c’è esso a cinguettare.
Un suggerimento: non date i numeri, please.

Oggi Gori, il sindaco di Bergamo ha scritto che se non ci fosse stato Renzi il pd sarebbe stato a livello dei socialisti francesi, e francamente piu che una opinioni e’ una realta’. Renzi raccolse un partito avviato alla agonia guidato da Bersani e da parole d’ordine che in Europa hanno fatto il loro tempo. Detto questo le primarie PD che vengono presentate dalla direttora e i suoi sgherri topolino e la Mauro come una cosa triste stanno invece riscaldando gli animi degli iscritti e degli elettori, e se per qualcuno prendere centinaia di migliaia di voti da parte di cittadini in carne e ossa nel bel mezzo di un ponte festivo, in un paese dove un signore con 352 voti oggi e ‘ vicepresidente della camera e aspirante premier (ex aspirante direi),e’ una cosa triste, le consiglierei di andare dA un buon medico.Al contrario gli ultimi sondaggi di istituti rispettabili vedono di nuovo il pd avanti ai pentastellati e credo che da qui ad alcuni mesi e’ un divario che vedrem allargarsi,piu’ i 5s si trovano a dover fare proposte al posto di insultare e piu dicono scemenze che pagano pesantemente e Di maio in questi ultimi due giorni ha battuto tutti i records delle minchiate.

Gli sfigati grillini, poveri dementi carne da macello della setta Grillo Casaleggio, non sapendo cosa dire fare scrivono si fa per dire commenti, ms invece di ragionare col cervello ragionano con quello che hanno il sedere.

Voi GRULLI vive di trasposizioni della realta’. Qui se ci sono degli adepti sono quelli della setta di Genova, io fortunatamente faccio parte ancora di quelli del pensiero libero e democratico anche , quando questo vi assicuro costa tanto ma preferisco vivere da cittadino libero all’interno di un progetto ce mi permette di dire e scrivere quello che voglio, senza avere il timore di essere buttato fuori per lesa maesta’. Poi, vedete si commettono anche degli errori, ma l’importante e’ saperli riconoscere e ripartire avendo la onesta’ intellettuale di sapere che costruire e’ molto piu’ difficile di distruggere, richiede molta fatica, tempo, e idee ma dopo po e’ molto bello riuscirci.

PS:– Raccogliamo i cocci della politica sconfitta.
Alla fine dobbiamo ammetterlo: ce lo siamo meritato. Loro, i francesi, per i cinque anni bruciati nella fiamma del nulla da Holland, un vanitoso incapace. E dall’ingordo Fillon, che assumeva mogli, figli e nipotini a carico dello Stato. E dal Sarkozy, le cui disavventure erano bastate a cancellarlo dall’affollato manipolo di candidati. Noi, gli italiani, sempre pronti a fondare un grande partito per distruggerlo. E se parliamo di sinistra, sempre disposti a fondarne poi cento, che neanche messi insieme valgono una cicca. Uno sguardo in giro nel resto dell’Europa ci conferma che le cose per i partiti politici vanno malino quasi ovunque. Tempo addietro, quando meno te lo aspettavi, saltò fuori un ragazzotto, un toscanaccio pieno di energie, che esperto del gioco delle carte, si elevò ad “asso pigliatutto”. Ci riuscì per mille giorni. Fece cose buone, e cose sbagliate. Mise nei posti critici persone giuste e persone sbagliate. Era Matteo Renzi, e dalla accozzaglia di farabutti che lo avversarono, fu costretto a uno stop. Da allora sono passati più di tre anni, e lo squadrone che lo contrasta è sempre sul chi vive, anche se ormai è frantumato in corpuscoli inerti. E oggi, all’improvviso, a un passo dalle Alpi che ci dividono, la Francia acclama un altro ragazzotto capace, che ormai viaggia spedito verso una probabile conferma. Sarà lui a rappresentare la Francia in casa sua e nei consessi internazionali. Anche lui è bravo. Non urla, ma convince. Ha di fronte due nemici pericolosi: una donna energica, che rappresenta il populismo di essenza più che fascista, e la realtà di un paese importante, spaccato esattamente a metà, come un melone cantalupo, che apri per vedere se è maturo. Si chiama Emmanuel Macron, e credo che al ballottaggio il prossimo 7 maggio ce la farà. E allora è fatta, in Italia torna Renzi, e in Francia vince Macron. Andiamoci piano. Non è così scontato, per l’uno e per l’altro. Ci vorrà un po’ di tempo per confermare vincitori e vinti. Nel frattempo anche a Parigi, come accade da noi, cominciano a circolare pettegolezzi e stupidaggini. Soprattutto perché il trentanovenne probabile presidente ha sposato la sessantaquattrenne sua insegnante al liceo. Non è un disastro, ma comunque offre qualche piccolo appiglio ai maldicenti. Pensate cosa avrebbero detto se fosse capitato il contrario, scoprendolo con una moglie di sedici anni. “Allora vincon tutti”? – direbbe Bersani. No. E’ la politica, che è ridotta in cocci. In Francia come in Italia. Con i socialisti d’Oltre Alpe scesi dal 28 al 6 percento. Se questa non è una disfatta trovatemi voi una migliore definizione. E da noi? Bè. Questa sarà un’altra storia.

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25 aprile la liberazione dell’Italia: per non dimenticare.

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Costruire una memoria condivisa all’indomani della guerra civile nel corso del biennio 1943/45.Le forze politiche e quelle della cultura si sono sempre divise, a partire da quella data, in fasciste ed antifasciste.

Per cui, durante tutta la Prima Repubblica, il legame con la dittatura è stato un necessario ed opportuno discrimine fra chi condivideva i valori libertari e democratici e chi, invece, è stato dalla parte sbagliata della barricata.

Dalla liberazione alla Prima Repubblica

Con la caduta della Prima Repubblica e con la salita al Governo degli eredi del Fascismo nel 1994 – gli esponenti del Movimento Sociale, poi divenuto Alleanza Nazionale – è chiaro che la storia è cambiata, per cui ci si è sforzato, da ambo le parti, di costruire una cornice condivisa di valori, così da realizzare la piena praticabilità istituzionale, anche, in favore di chi – per cinquant’anni – ha subito una conventio ad escludendum. Un simile tentativo è andato, in parte, fallito: infatti, ancora tuttora, sia pure sovente in modo vago e confuso, si ritorna all’antico discrimine, benché non siano più in vita coloro che, nel corso della Guerra di Liberazione, hanno preso parte con Fascisti e Nazisti.
Oggi, a distanza di settant’anni circa da quegli eventi, si ripropone il medesimo problema: i figli, o meglio i nipoti dei partigiani e dei repubblichini, possono festeggiare il 25 aprile come momento condiviso di una unica ed articolata memoria nazionale?

La risposta non può che essere parziale. In primis, infatti, bisogna ricordare a tutti, sia di una parte che dell’altra, che il tempo può rendere più mitigato il ricordo, ma le ragioni di una militanza conservano la loro integrità.
Non si può, invero, mettere insieme le ragioni della libertà e della democrazia con quelle di chi, all’epoca, ha combattuto a favore di una dittatura cieca ed irrazionale, che portò il Paese nel baratro di una guerra civile e di una povertà così diffusa, da cui l’Italia poté risollevarsi, solo, a distanza di venti anni – almeno – dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Certo, il Novecento ha poi dimostrato che, anche, i Comunisti, che erano la principale forza politica antifascista del nostro Paese, avevano nel loro arsenale ideologico gli scheletri della dittatura stalinista in Unione Sovietica, da cui hanno preso le distanze, forse, troppo tardi.

Pertanto, sembra opportuno, non dividere più il mondo fra fascisti ed antifascisti, che sono o appaiono categorie obsolete, ma fra democratici ed antidemocratici, visto che il fil rouge dell’autoritarismo può tornare in mille modi, finanche attraverso le mentite spoglie di un populismo fin troppo facile, per essere ritenuto credibile ed utile rimedio contro i mali del tempo presente.

Ma, siamo sicuri che il nostro Paese, attraverso la Resistenza, ha acquisito i giusti anticorpi contro ogni anelito autoritario?

Si sa bene che, nei momenti di difficoltà, la pubblica opinione rischia di essere molto meno attenta alla richiesta di democrazia e si lascia sedurre dalla cattiva pianta della demagogia e del populismo facile.

Oggi, pertanto, l’antica sfida dei partigiani si ripropone in altri termini e con altri mezzi: difendere, entro la cornice dello Stato di diritto, valore assoluto di riferimento, le ragioni della partecipazione democratica e delle libertà contro chi preferirebbe chiudere taluni spazi di democrazia, sfruttando le ovvie difficoltà del momento.
In tal senso, il 25 aprile deve unire tutte le forze, che credono in un principio di democrazia, che salvaguardi le ragioni dei più deboli, degli esclusi e dei diseredati, che altrimenti potrebbero essere strumentalizzate per abbattere ciò che si è costruito, a fatica, lungo tutto il corso del Novecento, dapprima nella sfida vinta contro il Fascismo ed il Nazismo e, poi, in quella – a livello planetario – contro il Comunismo.
Solo per tal via, gli Italiani potranno sentirsi più orgogliosi di loro stessi, ben sapendo che il sentimento nazionale deve essere condiviso, anche, con quello europeistico, visto che ciascuno di noi ha due terre di appartenenza: in primis, l’Europa e, dunque, l’Italia.

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Speriamo sia la volta buona che la lasciano fallire! Le conseguenze in caso di vittoria del no erano chiare…ora serve solo coerenza

Referendum Alitalia, vince il No con il 67%. Bocciato il preaccordo tra azienda e sindacati.Alta affluenza tra i 12mila dipendenti. War room riunita a Palazzo Chigi: “C’è preoccupazione”. Ora si pensa al commissario liquidatore.

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A parte l’ovvio pensiero che Alitalia dovrebbe fallire o, almeno, sarebbe dovuta fallire 20 anni fa…….mi sto chiedendo.Nella previsione di elezioni generali anticipate, il governo sarà tentato da una soluzione di compromesso. E sarebbe un errore. Il governo prenderà molti più voti chiudendo baracca e burattini per la sua parte. Alitalia è una società per azioni, se la sbrighino gli azionisti. I dipendenti fanno sciopero? chi se ne frega. Mamma Tesoro deve dire chiaro che non scuce un euro.Allora siamo tutti d’accordo, fate fallire subito questa macchina mangiasoldi, così in questo modo:

A) i contribuenti Italiani potranno smettere di pagare il biglietto anche se non volano.
B) i dipendenti alitalia potranno finalmente farsi pagare per quello che valgono.

Finalmente, a quest’ora con i soldi regalati ad Alitalia ci compravate un aereo a testa. Meno male che i lavoratori sono più saggi di chi li dirige che voleva continuare con i trucchetti di sopravvivenza a spese di tutti. Adesso liquidatela e soprattutto chiudetela una volta per tutte. Ai lavoratori spetterà quello che spetta a tutti i lavoratori italiani senza lavoro ne più e ne meno, basta con i soldi regalati ad ALITALIA.

Forse l’idea di Prodi di vendere nel 2008 Alitalia ad AirFrance non era proprio campata per aria, i 9 anni successivi sono costati finora 7 miliardi ai contribuenti ed altri ne costeranno. Alle banche creditrici, oggi svogliate azioniste, ricordo il bidone AirOne rifilato da Banca Intesa ad Alitalia.E non dimentichiamo le numerose proposte di merger con altre grandi compagnie (Klm, Air France, Aerolinas argentinas, ecc.) avvenute in passato, sempre avversate e rifiutate dai dipendenti. Era il tempo in cui le cose iniziavano a cambiare. Tutte le grandi compagnie si coalizzavano (o fallivano come Swissair, Pan Am, Twa, ecc. ecc.). Ma Alitalia non si doveva toccare!! Ecco il risultato per chi pretende troppo…

Mi dispiace per i dipendenti, però spero che non si cada nell’ennesimo errore di riprendere in carico Alitalia.
Berlusconi fece un gravissimo errore quando sostenne i c.d. Capitani coraggiosi, doveva essere venduta in quel momento.
Statalizzare, per un periodo limitato, una banca può essere nell’interesse pubblico ed avere un senso, ma avere una compagnia aerea non è di alcun valore strategico.
occorre procedere velocemente a tutte le privatizzazioni possibili, non statalizzare ancora di più.Ma Tranquilli: adesso arrivano Grillo, Di Maio e Di Battista, che aizzeranno la piazza, per nazionalizzare l’Alitalia.

Questa è l’nnesima dimostrazione della miopia assoluta dell’italiota tipo…Se hanno così tanta voglia di perdere il lavoro, lo perdano…(Ma si scordino la cassa integrazione per 7 anni fatta sotto Berlusconi, che ha creato un esercito di piloti cassintegrati pieni di grana e col secondo lavoro…)Alitalia (carrozzone di dipendenti raccomandati ed iperpagati) sono assolutamente corresponsabili.In ogni caso che facciamo? Se i dipendenti votano No al piano esiste solo la liquidazione. Erano stati chiari, hanno votato no comunque.
Si chiuda senza ulteriori soldi pubblici.Se l’azienda è decotta, o la si rilancia o la si chiude.Con i soldi spesi per Alitalia si fondavano alte tre compagnie.

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Ora la funambola trova il legame con il referendum, per arrivare a dire che, come al solito, la colpa é del pd , del governo, e del suo bersaglio preferito Renzi. Ma va a dormire.

Un altro No alle cinciallegre del sistema.Nelle urne Alitalia riscoppia il malessere del Paese. A cinque mesi dal referendum costituzionale un secondo avvertimento alla politica. DI Lucia Annunziata.

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Un articolo delirante con una premessa demenziale:Chi e’ il responsabile di tutto cio’? La risposta non l’abbiamo mai sentita>.
Ma il giornalismo non dovrebbe formulare risposte documentate?
Non dovrebbe saper fare, con metodo comparativo, un confronto fra le modalità gestionali dell’Alitalia rispetto ad altre compagnie straniere similari?
Non dovrebbe sapere i livelli di indebitamento del tempo <tanto paga Pantalone?>
Non dovrebbe documentarci degli assurdi trattamenti riservati al personale nel tempo di <tanto paga Pantalone?>
Non dovrebbe formulare, o almeno adombrare, una qualche ipotesi alternativa a quella che i dipendenti Alitalia hanno bocciato?
Non dovrebbe informarsi, per informarci, con pareri di esperti su percorsi alternativi realistici?
Ma quando mai, il giornalismo delle chiacchiere ama sbrodolare aria fritta; Non è più bello ciarlare,senza dati e/o date, senza documentati dati analitici che determinano indebitamenti quotidiani per milioni di euro da tempo?

Quindi mi faccia capire, cara dottoressa Annunziata, queste ‘cinciallegre’, come le chiama lei, che cosa dovrebbero fare per far resuscitare l’Alitalia? Agitare la bacchetta magica e proferire opportune formule magiche, creando così lavoro per tutti? Perché lei afferma di non essere pentastellata, ma poi ricade nelle stesse contraddizioni di Grillo e compagnia bella: indica ciò che non le piace nell’azione di governo, ma poi ovviamente si guarda bene dall’indicare quale via alternativa avrebbe il governo da seguire. Naturalmente l’Annunziata non dice cosa dovrebbe fare il governo in questo caso. Avrebbe potuto dire come avrebbe votato lei se fosse stata un dipendente di Alitalia. Ma non dice nemmeno questo. L’Annunziata non dice mai niente. Se 8.000 euro al mese sono pochi vadano a farsi pagare meglio da Ryanair e dalle altre compagnie a basso costo e la Direttora se ne faccia una ragione, difendere loro per attaccare il Governo è pazzesco.

Ma quale avvertimento al governo! questo è un gesto autolesionisai di lavoratori che pretendono diritti che in altre aziende sull’orlo del fallimento si sognano.
Ma contenti loro……adesso potranno restare a casa a far valere i loro diritti da disoccupati.

Ma quale no al sistema, è l’ennesima scommessa sul salvataggio pubblico. Perché i 10 miliardi che Pantalone ha sganciato per pagare anche i loro stipendi evidentemente non sono ancora abbastanza.Che fallisca, basta, non si sopposrtano e mi andrebbe bene se non dovessi sovenzionarli con le tasse. Il personale è antipatico, poco professionale e di sicuro strapagato, che si cerchino un lavoro.

Condensato di luoghi comuni e fesserie da bar sport..A dire NO all’accordo sono stati in principal modo non i facenti parte del personale di terra, ma i piloti (poveri cristi da 10.000 euro al mese..) Ho conosciuto personalmente un pilota di lungo corso, tra quelli messi in cassa integrazione a 7 anni, da allora trasferitosi in Sardegna ( nella sua seconda casa..) letteralmente terrorizzato dal dover tornare a lavorare dopo anni di “cassa” a 8000 euro al mese.Ma di che blateri, direttora? Annunziata, da quale pulpito viene la predichetta… perché non parlaimo un po’ anche dei privilegi di certi dipendenti pubblici, del passato e del presente, invece che prendercela sempre con la Politica (della qual Kasta anche lei mi sembra faccia parte)

Il capolavoro del dalemismo. Hostess e piloti che sperano di continuare con i loro privilegi dei tempi che furono, pagati dal cttadino contribuente, diventano “lavoratori con molto coraggio e disperazione”. Ci vuole fantasia. Dopo avere salvato il Cnel, dopo i brindisi al Senato per avere mantenuto le 20.000 euro al mese alla faccia del contribuente, adesso mettiamo nel libro paga dello Stato anche le chiappe pendenti dell’Alitalia… Evvia direttora, finanziamoli quesi coraggiosi lavoratori.

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E i pentagrulli hanno già dichiarato di essere pronti a collaborare con macron.sono tutto e il contrario di tutto,ma fondamentalmente sono dei pagliacci

Effetto Macron sulle Borse, chiusure euforiche dopo il voto francese.Si allontana lo spauracchio Marine Le Pen, positivi anche titoli bancari.

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Una boccata d’ossigeno per l’Europa sotto assedio. Bisogna agire, iniziando con un ministero europeo per la difesa. Mogherini, la bella addormentata, deve agire ora.Bene così. Per ora sembra pericolo scongiurato. Attendersi conferma, ovviamente.I mercati finanziari, nella loro infinita saggezza, premiano chi vuole costruire e non distruggere.

Così come affosserebbero l’Italia, se una forza come M5S,anti-euro e contro l’Europa, contro le banche e l’obbligatorità delle vaccinazioni dei bambini,contro lo sviluppo ed ogni sorta di opere pubbliche, persino col loro fisiologico carico di corruzione, contro i sindacati ed ogni forma di progresso, dovesse mai, veramente, avvicinarsi al governo dell’Italia.E i pentagrulli hanno già dichiarato di essere pronti a collaborare con Macron. sono tutto e il contrario di tutto,ma fondamentalmente sono dei pagliacci.

La cosa deprimente e’ che mentre Fillon e gli altri hanno immediatamente dato indicazioni di votare Macron, Melenchon no, dimostrando ancora una volta la scempiaggine della sinistra-sinistra che non sa distinguere i veri pericoli o continua a giocare al tanto peggio tanto meglio illudendosi di conquistare il palazzo d’inverno.

Chi vince e chi perde? In Francia si e capito, ma nel mondo e in Italia, chi rosica per l’investitura dell’europeista Macron e il ridimensionamento dello spauracchio anti sistema Le Pen? Nel mondo perdono Putin, Trump, la May e tutti i fascistelli come l’ungherese Orban dei paesi europei ex Patto di Varsavia. E così pure tutti i Podemos di destra, sinistra, centro, nord e sud.Gode invece la Merkel, con tutti i politici dell’Unione e brindano pure le borse. In Italia gode Renzi, con tutti i centristi, e pure Berlusconi per l’abortita gioia del Buzzurrone Padano. Insieme a Salvini e Meloni ingurgitano Maalox Gasparri, la Santanché e tutti i compagnucci più duri, più puri e più a sinistra. Lo sterile 19% del Bertinotti francese ha silenziato pure i fuoriusciti PD (se Renzi gode, loro non possono che soffrire). E M5S? Stranamente silenti, nessun proclama di sfracelli. Si capisce che tifavano per l’antisistema Le Pen. Maalox anche per loro.

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