Ho:L’impressione è che il problema nasca dal fatto che nessun’organizzazione politica ha il minimo interesse a trovare una soluzione razionale nell’interesse collettivo, sono tutte concentrate sui guadagni di parte che possono avere dal conflitto.

Come l’indipendentismo si è mangiato la Catalogna. La storia di uno “scontro di treni” annunciato: ovvero, come siamo arrivati fin qui?

Hanno raggiunto un buon riassunto! a mio avviso nel paragrafo è scritta la chiave del problema: “Il PP in Catalogna ha poco più del 10 per cento dei voti. I leader locali del PP catalano sono i più impopolari in ogni sondaggio, ma lo stesso partito nazionale non ha grande interesse a investire in Catalogna per cambiare la situazione. […] «la storia elettorale spagnola degli ultimi 20 anni ci insegna che il PP non ha bisogno di ottenere buoni risultati in Catalogna per governare in Spagna. In più, mostrarsi inflessibili di fronte alle rivendicazioni dei nazionalisti catalani è spesso redditizio in termini di consenso nel resto del paese.”

Ecco spiegato perché il governo non vuole sedersi ad un tavolo e parlare con Puigdemont è irresponsabile gestire uno stato provincia in questa maniera? per caso il primo ministro non rappresenta anche chi non la pensa come lui? Si deve sapere anche che l’accordo del 2006 li aveva fatti sparire dalla scena politica e solo lo scontro permanente gli garantisce il consenso.Dispiace che non ci sia un partito che denunci l’irresponsabilità di entrambe le fazioni contando di trarre vantaggio in futuro da un eventuale esito nefasto presentandosi come gli unici in grado di ricostruire. Comunque la Spagna è una democrazia: prima che dei leader la colpa è degli spagnoli, sono loro che premiano gli irresponsabili.

Tutto ciò mi convince ancora di più che nonostante tutti gli errori di Madrid, questa indipendenza è una follia senza un’ argomentazione degna di tal impresa. Avrebbero più ragioni i lombardo/veneti che oggi faranno un referendum mille volte più soft e senza pretese. A sentire il catalano poi mi sembra di sentire un dialetto padano, e la cosa mi fa un po’ ridere. Stavolta l’Italia insegna alla Spagna.

Ora diciamo che la Catalogna ha effettivamente i requisiti per essere una “nazione”, nel senso culturale del termine.Però l’indipendenza non può essere ottenuta violando le leggi di uno stato democratico.Tra l’altro questo creerebbe un pessimo precedente in tutta Europa: la Catalogna ha goduto di ampia autonomia (ha una polizia sua propria, neanche il Trentino-Alto Adige ce l’ha), ma dopo aver chiesto una mano ha preteso anche il braccio.Fossi il primo ministro di una azione con spinte indipendentiste mi guarderei dal concedere più autonomia a chicchessia.

” l’indipendenza non può essere ottenuta violando le leggi di uno stato democratico” Non solo questo; magari può anche essere considerata una nazione, ma non uno stato. Al di là dell’eventuale crollo economico che si prospetterebbe nell’immediato. Mettiamo che la Spagna reagisca mandando il proprio esercito a ridurre i confini catalani, prendendosi sin dalla dichiarazione di indipendenza le città vicine al confine (cioè mettendoci fisicamente dei soldati, anche senza che sparino un colpo); Barcellona come reagisce? Al massimo avrebbe da sperare in un intervento internazionale, da parte degli stessi che si sono dichiarati pronti a non riconoscere l’indipendenza catalana.Il dramma catalano a mio parere è che non hanno pensato minimamente a cosa significhi materialmente costruire uno stato, come se la parte difficile fosse dichiarare l’indipendenza in sé.Basti pensare le difficoltà che sta affrontando il Regno Unito con la Brexit; cioè una nazione che è anche uno stato ha serie difficoltà a fare trattati internazionali. Figuriamoci quelli che lo stato dovrebbero costruirlo da zero.

Altro dettaglio non da poco: la cosiddetta maggioranza silenziosa è soggetta ad insulti per via della propria posizione anti-indipendentista. L’appellativo più comune è semplicemente ‘fascista’ come ha sostenuto tra l’altro un editoriale de El Pais in inglese ieri. In tutto ciò diverse istituzioni pubbliche continuano a prendere pubblicamente posizioni indipendentiste. L’università Autonoma per esempio ha inviato mail ufficiali a tutto lo staff e a tutti gli studenti per invitarli a protestare in ‘difesa della democrazia’ il 20 Settembre e un’altra il giorno dell’arresto dei due Jordi, in protesta la ‘sproporzionata decisione dei giudici’.

Non posso fare a meno di ricordare quello che è stato detto di David Cameron quando promosse il referendum sulla Brexit: era stato uno stolto, un politico mediocre che ha preso una pessima decisione perché i popoli non possono votare su questioni così complesse ecc.
Si trattava di un referendum puramente consultivo fatto secondo le leggi vigenti.
Non posso fare a meno di notare che nel caso ispano-catalano il referendum in questione è stato illegale (mancavano in Assemblea i voti necessari per poterlo indire) e disonesto (mancava un quorum per renderlo sensato) ma la colpa resta sempre del governo perché ha voluto vietare tale referendum.
Il senso di tutto ciò è che non importa né l’oggetto del contendere, né la decisione presa dai governi. I governi sbagliano per partito preso e i popoli hanno sempre ragione, anche se nessuno sa esattamente cosa vogliano i popoli.

Ho:L’impressione è che il problema nasca dal fatto che nessun’organizzazione politica ha il minimo interesse a trovare una soluzione razionale nell’interesse collettivo, sono tutte concentrate sui guadagni di parte che possono avere dal conflitto.ultima modifica: 2017-10-22T12:20:28+02:00da bezzifer
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