La Digos li conosce uno per uno. Somministrargli una razione di quello che amano, manganello e olio di ricino. Poi metteteli a pulire il Tevere con la palla di ferro attaccata al piede, 15 ore al giorno. Vedrete che in una settimana impareranno a stare al mondo

Siamo tutti Anna Frank.Ribaltiamo i piani, restituiamole il suo valore, trasformiamola in un omaggio, non lasciamola sola e in mano al’ignoranza.

Siamo tutti Anna Frank

L’idea che l’immagine di Anna Frank possa essere utilizzata per insultare qualcuno è talmente arretrata e grottesca da squalificare per sempre chi l’ha pensata. Quel volto è nei cuori di ogni studente che abbia letto il suo Diario e l’abbia avuta come ideale compagna di banco: quella ragazzina ci ha raccontato non la sua morte ma la vita, i sogni, le speranze, il futuro sebbene si trovasse nel cuore della notte dell’umanità. Grazie a lei generazioni hanno compreso cosa è stato il nazismo, cosa abbia significato vivere nascosti, essere deportati e morire in un campo di sterminio.Quando ieri sera al giornale abbiamo visto la sua foto con la maglia della Roma, usata da un gruppo di ultrà della Lazio per infamare gli avversari, ci siamo indignati come tutte le volte che ci troviamo di fronte alla banalità del male. Ma questa volta abbiamo pensato che è necessario fare un passo in più.

Confesso che ieri sera, quando ho visto la notizia dell’accaduto in rete, ho faticato a comprendere cosa fosse successo realmente, ho letto, riletto e di nuovo letto l’articolo per essere certo di aver capito bene, ma fino alla terza lettura ho sperato di aver male interpretato le parole che i miei e occhi hanno rincorso con fretta la prima volta. Per me, che ho frequentato una scuola media intitolata proprio ad Anna Frank, il cui sguardo coetaneo immortalato nella foto all’ingresso della scuola ci accoglieva ogni giorno, è davvero incomprensibile tanto è lontano da me. Ma qualcuno questo pensiero lo ha avuto sui campi di calcio che raggiungono milioni di telespettatori e mi Sembra inaccettabile nel 2017. Temo che il più grande problema oggi sia innanzitutto la mancanza di cultura. Questa gente non ha né studiato ne’ compreso la Storia. La Scuola purtroppo con loro ha fallito ed una certa politica “accarezza e blandisce” i loro sentimenti. Sarebbe il caso che davvero ci fermassimo un po’ a riflettere su quale tipo di società abbiamo costruito o stiamo costruendo, accantonando troppi discorsi o smacchiandoli o minimizzandoli.Ma nella loro ignoranza sconfinata e feroce non sanno di aver reso agli avversari il migliore omaggio che si possa immaginare.

Premetto che conosco pochissimo il mondo degli ultras, se non per le notizie di stadi blindati e forze di polizia, che vengono mobilitate regolarmente come per un G8. Mi chiedo, però, se, dietro a questi episodi, ormai ciclici, ci siano estremisti di destra, con un pizzico di “cultura” in più, rispetto al gregge! Altrimenti come si spiega l’uso di un simbolo della Shoah per manifestare il proprio odio nei confronti degli avversari. È richiesto un minimo di ragionamento e associazioni di pensiero. Allora mi domando: le Società sanno chi sono, ma non hanno mai fatto nulla e la corona portata per rimediare sa tanto di beffa vergognosa…Ora:A parte la condanna (giusta, ma nei termini di legge!!!) che questi cialtroni meritano, la cosa da fare è creare le condizioni perché non ci sia più gente che consideri un insulto o una minaccia associare qualcuno a un ebreo (o a un qualunque altro membro di minoranze aggredite e vilipese, oggi anche da noi ce ne sono tanti, Rom, Rifugiati, Immigrati…). E il modo possibile per farlo è presto detto: CULTURA, RISPETTO, CIVILTA’.

 

La Digos li conosce uno per uno. Somministrargli una razione di quello che amano, manganello e olio di ricino. Poi metteteli a pulire il Tevere con la palla di ferro attaccata al piede, 15 ore al giorno. Vedrete che in una settimana impareranno a stare al mondoultima modifica: 2017-10-24T16:45:41+02:00da bezzifer
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