Lascia stare Francesco.E’ di uomini come Giovanardi e Formigoni o la Binetti che occorre avere schifo.Sono quei cristiani li che ci fanno governare da Papi.

Il papa ha messo il malato al centro.Non è la rivoluzione, ma qualcosa di diverso indubbiamente c’è.

Quando Papa Francesco parla di argomenti “caldi” – come questa volta il fine vita – le sue parole vengono sempre ascoltate con particolare attenzione, nell’attesa di una svolta “progressista” che in genere non c’è, ma che si vuole spesso vedere a tutti i costi. Forse un po’ è avvenuto così anche per il recente discorso del Papa sul fine vita, che nella sostanza non rinnega niente delle direttive morali stabilite dalla Chiesa nei documenti precedenti. Ma qualche cosa cambia sempre, in realtà: in primo luogo, il modo in cui ne parla, la forma del suo discorso meno fredda, assertiva, ma più pietosa, più vicina alla sofferenza umana. La sensazione è che il Papa sia più interessato al bene degli esseri umani sofferenti che a fissare dei confini, a stabilire delle regole, a contrapporsi a dei nemici. Nel discorso di oggi c’è proprio una frase che sottolinea questo atteggiamento dialogante:

“Occorre tenere conto della diversità delle visioni del mondo, delle convinzioni etiche e delle appartenenze religiose, in un clima di reciproco ascolto e accoglienza”.

Bene! Ma il vero problema è che noi pensiamo al fine vita sempre in termini di autonomia di pensiero e purtroppo (o per fortuna) non sempre è così.
La vera domanda è CHI e SE debba decidere per un ammalato terminale, incapace di intendere e di volere.

Quando fu chiamato al soglio era uno sconosciuto. Oggi è un Santo.
Non è facile per chiunque affrontare l’argomento, ma è impossibile non farne almeno un accenno. Affrontando il dramma definito “accanimento terapeutico”, Papa Francesco ha pronunciato quelle che dovremmo definire “Parole Sante”, con le maiuscole. Il collegamento immediato vola da Bergoglio a Eluana Englaro, scivolando come se fosse sostenuto da una nuvola azzurra di saggezza, di dolore e di rassegnazione. Avendo studiato medie e liceo dai Gesuiti ne conosco più di altri la preparazione, non solo ecclesiastica, ma rispettosa delle regole improntate alla massima umanità. Papa Francesco, preceduto da 265 Papi, stavolta lascia un segno visibile della sua grandezza, accettando, in contrasto con altri dettami della religione che egli rappresenta, il principio che quell’accanimento, quando è spinto all’estremo, è da considerarsi violenza sterile e inutile, quando esclude un felice recupero finale. Quindi, in deroga a principi e consuetudini, non si deve consentire. Quanta distanza da questa elementare saggezza, manifestata da un Papa che vive in un alberghetto, in due modeste stanze, e quello che molto spesso troviamo nelle cronache terrene. Che ci raccontano di Cardinali felici di sfoggiare attici lussuosi e cospicui conti di banca. Un contrasto che avvicina l’argentino Papa Bergoglio alla futura Santità, marcando ancora una volta le profonde differenze, che possiamo trovare nell’aria che si respira in Vaticano. Lunga vita, a questo grande gesuita lungimirante.

Lascia stare Francesco.E’ di uomini come Giovanardi e Formigoni o la Binetti che occorre avere schifo.Sono quei cristiani li che ci fanno governare da Papi.ultima modifica: 2017-11-17T08:56:01+01:00da bezzifer
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