MARCO TRAVAGLIO, UN SANTO PER FINTA

Travaglio e l’ossessione “delinquente” Dalla bocca di Marco Travaglio, che col massiccio ritorno dei talk show rispunta ovunque, soprattutto su La7, da Otto e mezzo a La Gabbia, esce ormai sempre e soltanto la parola “delinquente”

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Marco Travaglio è, ma davvero, un grande giornalista. Non come quei «tali» che scrivono sui giornali, o sul Giornale. Ma temiamo gli faccia difetto – se possiamo appuntare una nota a margine della sua straordinaria carriera – l’ossessione. Che come è noto fa perdere lucidità. L’antiberlusconismo ci può pure stare: lui doveva pur campare e ne ha fatto un ricco business. Ma l’antiberlusconismo con la bava alla bocca fa solo del male. Alla verità dei fatti, al clima del Paese, e alla salute di chi lo propugna ogni minuto, in ogni pezzo, a ogni talk show, a ogni festival, in ogni piazza. Il Travaglio ossessionato dal «delinquente» PRIMA Berlusconi ORA Renzi, dice e fa cose pessime e inutili, mediaticamente. Si rivela quello che è (sempre stato): più che un cronista giudiziario in cerca della verità, un commissario di polizia a caccia del proprio nemico personale. Che rischia di diventare un fantasma. Inafferrabile. Tanto che nell’ultima puntata, l’Ispettore Zenigata, quando ha finalmente sbattuto in gabbia Lupin, rimane muto, con gli occhi pallati, biascicando «Delinquente, deliquente», delinq…».Si:Credo che Marco Travaglio abbia contribuito ad aumentare in modo impressionante l’odio contro Renzi. Renzi forse non é un genio,ma imbroglia meno di chi l’ ha preceduto. É stato assoldato dal PD e poi gettato al macero perché non si é rivelato un genio e perché difende pedissequamente la sua formazione cattolica. Attribuire tutte le colpe a Renzi mi sembra eccessivo. Chi lo ha preceduto ha molte più colpe e si nasconde spacciandosi per incolpevole e innocente. Io voterò per Renzi SI ,e lei lo sta trattando come un animale. Faccia un bell’esame di coscienza e non pensi solo al numero di copie vendute.

ORA La condanna di Marco Travaglio per diffamazione di tre giudici

Il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio è stato condannato dal Tribunale di Roma per diffamazione ai danni di tre magistrati siciliani per un articolo sull’assoluzione degli imputati del processo sulla latitanza e la mancata cattura di Bernardo Provenzano. Lo rende noto all’agenzia di stampa ANSA Carlo Arnulfo, legale dei magistrati Mario Fontana, Wilma Mazzara e Annalisa Tesoriere. Il Tribunale ha disposto una provvisionale di 150 mila euro, riferisce l’avvocato, “una cifra mai vista”, sostiene.

AGGIUNGIAMO LE ALTRE CONDANNE A MARCO TRAVAGLIO, UN SANTO PER FINTA

Pare che il giornalista Marco travaglio, con le sue arringhe poderose – e all’impatto indissolubili e incontrastabili – sia un santo della carta stampata. Il suo giornale, Il Fatto, pare essere il solo a detenere l’assoluta verità, quella vera che non da per l’appunto via di scampo. Perchè è un Fattoe basta. Qui di seguito le condanne a carico del giornalista Marco Travaglio nel corso della sua carriera:

 

  • Nel 2000 è stato condannato in sede civile,[54][55] dopo essere stato citato in giudizio da Cesare Previti a causa di un articolo su L’Indipendente, al risarcimento del danno quantificato in 79 milioni di lire.[56][57]
  • Il 4 giugno 2004 è stato condannato dal Tribunale di Roma in sede civile a un totale di 85.000 euro (più 31.000 euro di spese processuali) per un errore di omonimia contenuto nel libro «La Repubblica delle banane» scritto assieme a Peter Gomez e pubblicato nel 2001. In esso, a pagina 537, si descriveva «Fallica Giuseppe detto Pippo, neo deputato Forza Italia in Sicilia», «Commerciante palermitano, braccio destro di Gianfranco Miccicché… condannato dal Tribunale di Milano a 15 mesi per false fatture di Publitalia. E subito promosso deputato nel collegio di Palermo Settecannoli». L’errore era poi stato trasposto anche su L’Espresso, il Venerdì di Repubblica e La Rinascita della Sinistra, per cui la condanna in solido, oltreché la Editori Riuniti, è stata estesa anche al gruppo Editoriale L’Espresso.[58]
  • Il 5 aprile 2005 è stato condannato dal Tribunale di Roma in sede civile, assieme all’allora direttore dell’Unità Furio Colombo, al pagamento di 12.000 euro più 4.000 di spese processuali a Fedele Confalonieri (Mediaset) dopo averne associato il nome ad alcune indagini per ricettazione e riciclaggio, reati per i quali, invece, non era risultato inquisito.[59]
  • Il 20 febbraio 2008 il Tribunale di Torino in sede civile lo ha condannato a risarcire Fedele Confalonieri e Mediaset con 26.000 euro, a causa dell’articolo “Piazzale Loreto? Magari”[60] pubblicato nella rubrica Uliwood Party su l’Unità il 16 luglio 2006.[61]
  • Nel giugno 2008 è stato condannato dal Tribunale di Roma in sede civile, assieme al direttore dell’Unità Antonio Padellaro e a Nuova Iniziativa Editoriale, al pagamento di 12.000 euro più 6.000 di spese processuali per aver descritto la giornalista del TG1 Susanna Petruni come personaggio servile verso il potere e parziale nei suoi resoconti politici: «La pubblicazione», si leggeva nella sentenza, «difetta del requisito della continenza espressiva e pertanto ha contenuto diffamatorio».[59]
  • Nel gennaio 2010 la Corte d’Appello penale di Roma lo ha condannato a 1000 euro di multa per il reato di diffamazione aggravato dall’uso del mezzo della stampa, ai danni di Cesare Previti[62]. Il reato, secondo il giudice monocratico, sarebbe stato commesso mediante l’articolo Patto scellerato tra mafia e Forza Italia pubblicato sull’Espresso il 3 ottobre 2002.[63] La sentenza d’appello riforma la condanna dell’ottobre 2008 in primo grado inflitta al giornalista ad 8 mesi di reclusione e 100 euro di multa.[64] In sede civile, a causa del predetto reato, Travaglio era stato condannato in primo grado, in solido con l’allora direttore della rivista Daniela Hamaui, al pagamento di 20.000 euro a titolo di risarcimento del danno in favore della vittima del reato, Cesare Previti.[65]
  • Il 28 aprile 2009 è stato condannato in primo grado dal Tribunale penale di Roma per il reato di diffamazione ai danni dell’allora direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce, perpetrato mediante un articolo pubblicato su L’Unità dell’11 maggio 2007.[66][67]
  • Il 21 ottobre 2009 è stato condannato in Cassazione (Terza sezione civile, sentenza 22190) al risarcimento di 5.000 euro nei confronti del giudice Filippo Verde che era stato definito «più volte inquisito e condannato» nel libro Il manuale del perfetto inquisito, affermazioni giudicate diffamatorie dalla Corte in quanto riferite «in maniera incompleta e sostanzialmente alterata» visto il «mancato riferimento alla sentenza di prescrizione o, comunque, la mancata puntualizzazione del carattere non definitivo della sentenza di condanna, suscitando nel lettore l’idea che la condanna fosse definitiva (se non addirittura l’idea di una pluralità di condanne)».[68]
  • Il 18 giugno 2010 è stato condannato[69] dal Tribunale di Torino – VII sezione civile – a risarcire 16.000 € al Presidente del Senato Renato Schifani (che aveva chiesto un risarcimento di 1.750.000 €) per diffamazione avendo evocato la metafora del lombrico e della muffa a Che tempo che fa il 15 maggio 2008. Il Tribunale ha invece ritenuto che le richieste di chiarimenti, da parte di Travaglio, circa i rapporti di Schifani con esponenti della mafia siciliana rientrino nel diritto di cronaca, nel diritto di critica e nel diritto di satira.[70]
  • L’11 ottobre 2010 Travaglio è stato condannato per diffamazione dal Tribunale di Marsala, per aver dato del figlioccio di un boss all’assessore regionale siciliano David Costa, arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e successivamente assolto in forma definitiva. Travaglio è stato condannato a pagare 15.000€[71].
  • OK UN SANTO DIFFAMATORE.
MARCO TRAVAGLIO, UN SANTO PER FINTAultima modifica: 2018-01-27T12:41:45+01:00da bezzifer
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