Martina: “Di Maio non si illuda, il Pd non si spaccherà” non si può fermare il vento con le mani e nemmeno con le balle.

Ospite di Rtl, il segretario reggente ha commentato le ultime notizie sulla politica interna e sul futuro del Pd, in vista dell’Assemblea nazionale del 21 aprile prossimo

 

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“Il 21 aprile noi ci confronteremo in maniera libera e nel pieno rispetto delle opinioni differenti. Mi sono candidato a segretario convinto che non sia un impegno che posso esaurire da solo, credo nella costruzione di una squadra, un gruppo, una collegialità”, con queste parole il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina ad Rtl lancia l’appuntamento del 21 aprile quando tutto il Pd si riunirà e deciderà del suo futuro prossimo. “Sarà un passaggio di unità per ricostruire il progetto democratico, girando i territori” troppo spesso dimenticati.

Martina fa quindi l’esempio virtuoso di un circolo della periferia romana: “Penso ad esempio ai ragazzi di Laurentino 38 che organizzano nel circolo Pd ripetizione gratuite per gli studenti del quartiere. Ci sono tante persone del nostro partito che si mettono a disposizione e che si impegnano nel paese. Il problema è che a volte non glielo riconosciamo neanche noi e non diciamo nemmeno grazie. Ora invece dobbiamo valorizzare questo lavoro ed estenderlo”.

Oltre il Pd

Da queste buone pratiche quindi si parte. Anzi si riparte, consci del lavoro fatto e degli errori commessi. Di certo per farlo non si può pensare di prescindere dal Partito stesso, per questo Martina boccia l’ipotesi della nascita di un nuovo soggetto politico, stile En Marche: “Non credo che il tema sia quello di andare oltre il Pd. Di tutto abbiamo bisogno tranne che di formule divisive e di ennesimi contenitori. Il tema è il rilancio del nostro progetto, non è una questione di andare indietro o di andare oltre”.

Tentato da questo ambizioso progetto, secondo i retroscenisti sarebbe Matteo Renzi che il reggente del Ps definisce “un’energia per questo partito e per il Paese”. “Abbiamo lavorato insieme, continua Martina a Non stop news su su Rtl 102.5, quando si governa è chiaro che si facciano anche errori ma questo non ci far venire meno alla consapevolezza che abbiamo fatto tanto. L’energia espressa in questi anni è un valore“.

I due forni di Di Maio

Poi uno sguardo alla politica nazionale, che vede ancora in stallo l’alleanza dei vincitori senza numeri, Lega e M5S.”Se Di Maio pensa di spaccare il Pd non ce la farà, il Pd discute ha punti di vista differenti, ma non ci facciamo comandare da qualcuno. Quello che contesto a Di Maio è che uno possa fare il pane in due forni e rischiare di bruciare tutto: per me infatti è inaccettabile che si pensi che Lega e Pd siano intercambiabili. Contano le coerenze programmatiche e di ideali. Non convince l’approccio che il prima che ci sta si governa. Non si governa così l’Italia”.

Pierluigi Diaco chiude la trasmissione con una battuta che vuole essere anche un consiglio per il reggente Pd: “Faccia il dittatore artistico come Baglioni”

Il pentademente .E’ un bimbo dai.. diamogli il tempo di arrivare almeno alla pubertà.
Nel frattempo se l’Italia va a scatafascio cosa gliene frega a lui?
La poltroncina bella calda è già sua per statuto…. alla faccia dell’uno vale uno !!

Di Maio ha sdoganato apertamente la politica dei due forni, per lui governare con il PD o con la Lega non fa differenza tanto, programma, ministri e leadership li porta il M5S ed all’eventuale alleato non resta che metterci i voti dopo aver firmato un bel contratto capestro con la solita penale…Battute a parte se Di Maio vuole per davvero governare deve smetterla di recitare questa parte falsa di chi dice di voler trattare ma pone solo e sempre condizioni e paletti.
Deve fare una scelta chiara e puntare su quella tutte le sue fiches, se va ok altrimenti voto.
Dire che per lui governare con la Lega o con il PD è lo stesso è un assurdo. Stiamo parlando di due partiti che sono stati sempre uno contro l’altro e che hanno una visione quantomai diversa su ogni argomento.
E’ chiaro che Di Maio si comporta così perché intende vendere ad uno dei due un paccheto chiuso chiavi in mano che comprende programma sostanzialmente definito (limabile ma non stravolgibile), una squadra di governo già pronta e definita e sopratutto un uomo già pronto per Palazzo Chigi.
La domanda è chi vorrà “comprare” un pacchetto già pronto e confezionato da altri senza aver quasi possibilità di metter becco?
La risposta è altrettanto semplice. Questo modo di trattare può avere un solo scopo finale: farsi dir di no, per scaricare sugli altri la responsabilità o colpa davanti all’elettorato di aver fatto nuovamente precipiare il paese verso le urne anticipate!
La vera domanda a cui ognuno di noi dovrà rispondere è chi tra Salvini, Berlusconi, Di Maio alla fine di questa manfrina fatta di finte trattative, resterà con il cerino in mano, additato da tutti gli altri come il colpevole o se preferite l’assassiono di questa legislatura appena inaugurata.

E CARO DI MAIO NON SI PUÒ FERMARE IL VENTO DEL PD CON LE BALLE.

Martina: “Di Maio non si illuda, il Pd non si spaccherà” non si può fermare il vento con le mani e nemmeno con le balle.ultima modifica: 2018-04-10T10:31:34+02:00da bezzifer
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