Renzi o gli altri, qualcuno nel Pd è di troppo.IO DICO GLI ALTRI.

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Opzione 1: Matteo Renzi dovrebbe uscire e con i suoi e le sue fedeli costituire un nuovo partito. Personalmente penso alla ragionevolezza di questa opzione da quando Renzi ha conquistato la dirigenza del Pd, ma soprattutto da quando ha cominciato a voler vincere e a perdere per voler vincere (il 4 dicembre 2016). Il suo stile, i suoi contenuti e le sue aspirazioni poco si accordavano con la logica del collettivo alla quale nonostante tutto il Pd si rifaceva, almeno in una sua parte. Un partito liberal-progressista a guida Renzi&Co. Avrebbe liberato energie nella zona centrista, e avrebbe tolto il tappo che intrappola le varie energie del Pd. Il quale è stato costretto a subire il dominio di Renzi, anche dopo le sue dimissioni da segretario. Tutto immobile e quindi tutto in veloce cancrena. Non è troppo tardi – se Renzi avesse piglio, coraggio e leadership farebbe il QUESTO gesto prima; senza prepararsi a fare guerriglia al congresso CHE NON SI SA QUANDO SI FARA e dal mio punto di vista non serve farlo sarebbe solo una ennesima spartizione di faide . Ora riuscirebbe a fare un partito, forse piccolo, ma unito e con una prospettiva futura poiché non è vero che “tutti gli italiani” sono di destra e salviniani. E ciò (la mia speranza) si deciderà nella futura LEOPOLDA DEL 19/10  Se Renzi invece andrà a congresso (se si farà) riuscirebbe a fare solo una fazione, e quindi a continuare la guerra civile.

Opzione 2: Resta Renzi e gli altri escono. La prima uscita dal partito era già avvenuta, ma essendo stata sbagliata nei tempi ha prodotto un’uscita fallimentare, una fazione anch’essa; tra l’altro senza alcuna seria volontà di costruire un partito perché comunque fazione del Pd, e quindi con il desiderio di tornare a espugnare la cittadella. L’uscita di LeU in vista di un ritorno, quindi, nella speranza di tornare in un partito diverso. Fallimento. Però, se coloro che non si riconoscono in Renzi&Co. avessero coraggio, lungimiranza e leadership lascerebbero la casa (che comune non è già più) per costruire altrove; costruire daccapo, ma con nuovo entusiasmo, come nelle fasi costitutive. Si avrebbe un’unità di intenti; si avrebbe finalmente la determinazione di buttare a mare quel pessimo e fallimentare Statuto (perché gli editori si rifiutano di stampare il manoscritto di Antonio Floridia, fermo da mesi e che prova quanto quello Statuto sia stato responsabile del “Pd partito spagliato”?). I sentimentalismi sulla casa espropriata da fratellastri e sorellastre sono un poco ridicoli. Qui si tratta non di case di qualcuno ma di un partito, uno strumento per creare consenso e conquistare voti, per vincere una battaglia durissima con un nemico corazzato quale la Lega.

Entrambe queste opzioni rispecchiano una visione molto chiara: il partito è l’anima della democrazia, che senza partiti declina, perché o diventa terra di divisioni e lotte tra minoranze agguerrite non disciplinate, o diventa terra di conquista di caudilli e capipopolo. Partito forte sta insieme a democrazia solida. E chi è convinto del valore della democrazia deve volere un partito forte e efficace, organizzato e con un programma di intenti condiviso. Entrambe le opzioni qui proposte riflettono questa convinzione, per impedire che le fazioni facciano a brandelli quel che resta della possibilità di fare un partito.

PERCIÒ: Devono farsi da parte tutti quelli che hanno messo i bastoni fra le ruote al RENZI. Devono prendersi la responsabilità del disastro e fare spazio ad altri. La responsabilità di questo disastro è solo loro: aeravano noi e voi al governo.NON il CESSO DI ADESSO O DI PRIMA,L’OPPOSIZIONE SI FA FUORI DAL PARTITO NON DENTRO. OCCHEI SI DISCUTE SI DECIDE,MA POI SI ESEGUE,NON SI PUÒ CONTESTARE DENIGRARE DECISIONI SOLO PERCHÉ LA SEGRETERIA TI E ANTIPATICA,E DA COGLIONI.

MA!Dicono le mummie cariatidi del PD.Non hanno per eseguito politiche di sinistra.

Onestamente, come si sarebbero potute perseguire politiche (solo) di sinistra se
1) il partito stesso nasce da un compromesso tra sinistra e moderati di sinistra (PCI e sinistra DC, Ds e Margherita, ecc.)
2) l’ala centrista vince le primarie, sia quelle aperte al pubblico sia quelle per i soli iscritti, sia nel 2013 sia, anche meglio, nel 2017
3) per avere la fiducia al Senato, vista la porta in faccia da Grillo a Bersani prima e Renzi poi (insomma, quale che fosse la leadership PD), si è dovuti scendere a patti col centrodestra?
Come si possono pretendere politiche solo di sinistra in queste condizioni? Siamo onesti: nel 2013 gli Italiani non votarono per un governo di sinistra. Votarono quasi nelle stesse percentuali un blocco di centrosinistra (29,55%), uno di centrodestra (29,18%), e poco sotto (25,56%) un movimento che non si dichiara né di destra né di sinistra.

Nessuno però sembra ricordare che il PD di RENZI ha preso un paese al collasso finanziario, ereditato da Forza Italia e LEGA (esatto quelli che sono al governo ora), per riportarlo a livelli di crescita pre-crisi. Chiaro che questo non è stato indolore e che certe cose le avrebbero potute fare meglio, ma mi stupisce che il PD venga ritenuto il solo responsabile per questo.

E allora:Abbiamo l’onestà di dire però che l’impoverimento della classe media e di un blocco sociale che non offre nessuna prospettiva di miglioramento non parte dal PD di RENZI ma dalla discesa in campo di Berlusconi. Quando Prodi fece entrare l’Italia nell’Euro aveva in progetto un assestamento con la doppia moneta di tre anni ! Berlusconi fece saltare tutto e in sei mesi convertì la lira all’euro impoverendo di colpo la classe media! questo blocco sociale è rimasto per 20 anni e si è aggravato con la crisi del 2008. L’unica strada del PD di RENZI era quella di risalire la china stando alle regole Europee del Fiscal compact approvate anche dalla Lega! PENA LA FINE DELLA GRECIA!

E allora:Ma perché continuare a ricercare chi rappresenta oggi la sinistra! Basta guardare al M5s, un movimento o partito che dir si voglia che esprime alla lettera quello che predicava il vecchio PC. Con Renzi ci si è accorti che il PD, dopo un ventennio di inciuci più o meno mascherati con Forza Italia , periodo in cui Renzi non governava il partito, si è scrollato di dosso i residui della ideologia comunista per affrontare una nuova fase politica e socio-economica che Renzi ha interpretato a modo suo producendo un risultato elettorale inimmaginabile anche da parte dei più acuti politologi. Ora tutti ,sia pro che contro il PD, si accanisce ancora su Renzi perché ritenuto responsabile dell’assenza nel panorama politico di un partito di sinistra .

Renzi o gli altri, qualcuno nel Pd è di troppo.IO DICO GLI ALTRI.ultima modifica: 2018-09-19T09:08:06+02:00da bezzifer
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