A chi giova la crisi fra Italia e Commissione Europea? Si prega di cercare alla voce “competitors regionali e mondiali” della UE.

Bocciati, colpiti, ma felici, sorridenti, perché questo era l’obiettivo: la bocciatura. Ora inizia lo scontro vero fra Italia e Commissione, uno scontro asimmetrico fra un governo elettorale lanciato verso maggio 2019 e gli altri 26 paesi dell’Unione che li guardano e pensano: ma perché sono così autolesionisti? La settimane nelle Vignette di Ru.

COMMISSIONE: SALVINI? DI MAIO? BOCCIATI!

Senza troppe sorprese, la manovra italiana (termine tecnico DPB, documento programmatico di bilancio) è stata bocciata dall’Unione Europea. Troppo deficit strutturale (1,7% per 3 anni), stime di crescita troppo ottimistiche ed in generale un quadro finanziario traballante. Troppe spese non coperte e 0 investimenti sul futuro del paese: non hanno bocciato il famigerato 2,4%, ma il cosa vorrebbe farci il governo con quel 2,4%.

Ovvero “spesa aggiuntiva strutturale” per sussidiare un sistema economico già inefficiente (siamo sempre l’ultimo paese per crescita in Europa) allo scopo di a) salvaguardare i privilegi – Pace Fiscale e quota 100 – e b) foraggiare la base elettorale – Reddito di Cittadinanza/Pace Fiscale.

Tutto per un pugno di voti (leggete qui il perché), mentendo a rischio il futuro economico del paese e fomentando, in prospettiva, quello sociale. Perché con i conti della prevvidenza sempre più gettati nel caos ed una demografia in calo costante, cosa succederà fra 20 anni quando gli attuali quarantenni dovrebbero andare in pensione?

Questo, loro, i “burocrati” della Commissione l’hanno capito e scritto nero su bianco sulle motivazioni della bocciatura (paragrafo 17, per chi volesse leggerlo): Salvini e Di Maio, Lega e Movimento 5 Stelle (gli “honesti patrioti”) stanno mettendo a rischio il futuro dell’Italia.


SORRIDI! SEI NEL CAMBIAMENTO

“Con questa manovra stiamo investendo sul sorriso degli italiani” dice Luigi Di Maio aggiungendo che il “sorriso farà ripartire l’economia”. Un sorriso per ripartire, come diceva Berlusconi durante il suo governo, perché bisognava essere “ottimisti” contro i mercati che aggredivano l’Italia e contro i “signori della sinistra”. Piccoli Berluscones crescono.

BYE BYE CREDIBILITÀ

Mentre aspettiamo gli sviluppi politici di questa vicenda, assistiamo a quelli economici: Spread ormai stabilmente sopra quota 310, tendenziale in aumento anche sui BTP a 2/3 anni ed un progressivo aumento dei tassi dei nuovi mutui. Uniamo e la fuga degli investitori stranieri dai BTP italiani e arriviamo al punto: stiamo perdendo credibilità internazionale.

A loro, Salvini e Di Maio, frega pochissimo ed infatti si limitano a ripetere “non vogliamo uscire dall’Europa o dall’Euro”, come se questo bastasse.

Per chi lavora nella finanza e chi investe, infatti, le parole contano meno che zero se i fatti e i numeri ti contraddicono. Si chiama “credibilità”, quella che questo governo, formato da due partiti che hanno smesso di urlare all’uscita dall’Europa solo una volta arrivati al potere, non ha.

Non puoi parlare della UE come di un aguzzino che tarpa le ali al paese ed essere credibile. Come non puoi “sfidare” la Commissione con una manovra che fa più male a te che a loro. O lasciar pontificare sul nulla Paolo Savona, Alberto Bagnai e Claudio Borghi arrivando a bollare come “anti-italiano” il Presidente della BCE Mario Draghi.

UNA STELLA TRALLALÀ, DUE STELLE TRALLALÀ…

L’endgame di questo conflitto, almeno a breve scandenza, lo sappiamo: le elezioni europee. Quelle dopo cui Salvini/Di Maio immaginano una Commissione a guida popolar/sovranista propensa ad allentare il Fiscal Compact e tutti i parametri economici.

Non succederà e la nuova Commisione, visto come gli stessi populisti/nazionalisti degli altri paesi stiano facendo muro contro l’Italia, si ritroverà a dover limitare i danni provocati dal caos italiano.Chi si aprofitterà dell’isolamento italiano? Vladimir Putin  (qui un analisi) e Donald Trump.

Per la Russia, l’indebolimento della UE sarebbe propedeutico ad elevare il proprio potere contrattuale sull’approvvigionamento degli idrocarburi. Per Washington, invece, significherebbe ottenere migliori accordi economici, magari coi singoli stati e ridurre il deficit commerciale con l’Eurozona/Unione Europea (ecco come).

Ma a noi, allegri sovranisti che cerchiamo di vendere i nostri asset a qualunque potenza estera, va bene così.

LA COSTITUZIONE È UN IMPICCIO

Chi, oggi, ha il potere di bloccare la “democrazia diretta (da Casaleggio Associati)” ? In linea teorica il popolo italiano, ma solo se la stragrande maggioranza di questo riuscisse a staccarsi dalla propaganda presente nel paese. Fino ad allora, l’unico ostacolo rimane  la Costituzione italiana ed il suo garante, il Presidente della Repubblica, ovvero Mattarella.

Una Costituzione nata per evitare che un movimento anti-democratico (esempio, il Fascismo) arrivase al potere sulle ali del “consenso popolare”. A questo serve il voto di fiducia, la Corte Costituzionale con potere di veto e i poteri del Presidente della Repubblica.

Poteri che, ci dice Grillo alla kermesse del Movimento 5 Stelle, “non sono coerenti con il nostro modo di pensare”.

Un “MOSTRO” che deve far paura, perché sottointende, come più volte affermato dal MoVimento e dai suoi “portavoce”, “noi, il popolo” indentificando, quindi, il “partito” con l’interezza degli italiani: puro e semplice populismo.

L’equilibrio repubblicano, parafransando Grillo, sarebbe “morto”, meglio quindi la democrazia diretta magari mediante la piattaforma Rousseu (come disse Casaleggio), riduzione competenze e futura abolizione del Parlamento (sempre Casaleggio) e riduzione dei poteri del Presidente della Repubblica (Grillo).

La Costituzione? “Mort…”

A chi giova la crisi fra Italia e Commissione Europea? Si prega di cercare alla voce “competitors regionali e mondiali” della UE.ultima modifica: 2018-10-29T10:53:11+01:00da bezzifer
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