Di Maio è bollito e il capo della lega è uno tosto. Serve un cambio sul ring. E il Pd? Deve scatenare il solito Renzi, non ha altro

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1- A guardare la politica con l’occhio un po’ più lungo del solito è facile notare come Di Maio sia ormai bollito e strabollito. Troppe gaffe, troppe improvvisazioni, troppa aria fritta di fronte a un socio (Salvini) assai più dinamico. La sua politica comincia a non piacere più a larghi settori del Movimento, che si sentono traditi nelle loro scelte ecologiste e di povertà diffusa. Per questo c’è una base pentastellata che aspira a un secco ritorno alle origini.

2- Il candidato per questa retromarcia spettacolare (grillini ancora più grillini di oggi, non tav, non tap, no vax, no qualsiasi cosa si venga in mente) c’è già e è pronto a scendere in pista. Si tratta del muscoloso Alessandro Di Battista, semplificato per le masse in Dibba.

3- Dibba è stato sapientemente alla larga da questo parlamento e da questo governo, e quindi potrebbe presentarsi alle prossime elezioni come un leader autentico, non contaminato da esperienze (e soldi) ministeriali. Una sorta di Che Guevara francescano da scatenare nella mischia. Mischia nella quale dovrà cercare di prevalere su Matteo Salvini, oggi dato per vincente quasi assoluto da solo. Impresa per la quale Di Maio appare decisamente sottodimensionato, con quei suoi capelli sempre in ordine e il vestitino appena stirato. Dibba, invece, si presenta come uno che abbia appena lasciato il kalashnikov sull’uscio di casa, pronto a combattere a mani nude.

4- La prossima disfida, quindi, sarà quasi certamente Dibba vs Salvini, e sarà una battaglia tosta. Mad Max in politica. Una battaglia dove i pentacossi si giocheranno la loro stessa sopravvivenza e, soprattutto, le fortune della Casaleggio, che, se perde, può chiudere bottega.

5- E il Pd? Non ha leader di riserva (a meno che non si voglia credere alle scemenze sulla Gruber). L’unica persona che può gettare nella mischia, sperando che abbia imparato dai suoi errori e che non ne faccia di nuovi è Matteo Renzi, ancora lui. Non come segretario o presidente del partito, ma come semplice frontman, come l’uomo che va in battaglia, sapendo che non ce ne saranno molte altre, se si perde rovinosamente anche questa. E, magari, con qualche buona idea in più.

Di Maio è bollito e il capo della lega è uno tosto. Serve un cambio sul ring. E il Pd? Deve scatenare il solito Renzi, non ha altroultima modifica: 2018-11-02T08:56:26+01:00da bezzifer
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