Ho molta fiducia nelle “capacità” di Minniti, ha un carattere forte, determinato e anche flessibile quando serve .

Manca solo l’annuncio. Marco Minniti si rifugia in Hegel nella scala per la candidatura. Il discorso dell’ex ministro dell’Interno è una piattaforma politica in vista del Congresso Pd. E la sala è tutta un programma.

 All’ultimo gradino prima dell’annuncio che si candiderà al congresso del Pd. Consapevole che “il tempo si sta consumando”. Marco Minniti cita persino Hegel, per spiegare qualche altro giorno di attesa: “La scala della ragione si sale un gradino per volta, consentitemi di salire questa scala un gradino per volta”.

Manca solo il sì, ma il senso politico della presentazione del suo libro a Roma è quello di una discesa in campo. Dopo il suo discorso ad alta intensità politica in una sala, anch’essa politicamente significativa, sarebbe clamoroso il contrario. Ci sono più prefetti e diplomatici che giornalisti, molto Stato e molto governo, o meglio il grosso del centrosinistra di governo degli ultimi anni, da Paolo Gentiloni a Roberta Pinotti a Graziano Delrio, l’ex capogruppo Luigi Zanda. E ci sono gli opposti di questi anni. In prima fila, un po’ laterale, Massimo D’Alema. Dall’alto lato, Francesco Bonifazi e parecchi parlamentari di stretto rito renziano. Secondo il linguaggio alla moda di questi tempi “establishment”, che consuma i suoi riti all’insegna di un colpevole trasversalismo. Oppure, semplicemente e senza malizia, “una sala – come dice Vetroni – di persone che hanno idee politiche diverse, in un’epoca di recinti alti”. Sia come sia, è una fotografia che, almeno questa è l’intenzione, può diventare un messaggio politico, di una possibile sintesi attorno alla sua candidatura: “Vedo persone – dice Minniti rispondendo a Lucia Annunziata – con le quali abbiamo condiviso un pezzo importante della nostra vita, altro che divisività”.

Minniti è una persona competente che conosce lo stato, ma non è un rivoluzionario. La sua segreteria sarebbe auspicabile in un partito che pratichi il centralismo democratico, ma in un partito che pratica il correntismo (frazionismo) più urlato, non potrebbe funzionare. Nel PD bisogna “tagliare” le teste e cominciare un nuovo corso coinvolgendo la base: occorre un uomo che punti a conquistare i cuori, prima della mente, dei simpatizzanti.

Minniti ha certo l’appeal per mettere alla corda Salvini. Dalla sua competenze e carattere forte che, in questo momento é una dote politica che piace molto agli italiani. E può dare nuovo slancio alla fiducia persa di parte dell’elettorato storico. Un segretario funzionale a questo compito, ma non so quanto adeguato a fini organizzativi: ritessere le fila con la sfera sociale: associazioni, cooperative, con le società intermedie insomma; e programmatici: definire un modello di nuova sinistra europea. Non resta che aspettare che si accinga a salire l’ultimo gradino per saperlo.

Ciò che eleva l’uomo rispetto all’animale, è la coscienza che ha di essere un animale… Nel momento in cui prende coscienza che è un animale, cessa di esserlo”. (Hegel). Da cui Minniti ha ricavato: “Ecco compagni.. prendiamo coscienza che siamo struzzi”. E DA QUI PARTE  NON SUL UOMO MINNITI. Il mio dubbio e che abbia abbastanza carisma del leader politico trascinatore che possa rappresentare “l’anima” di un partito di centro-sinistra ancora tutto da reinventare, e che dovrebbe mettere insieme renziani e D’Alema, il direttore e i lettori dell’Avvenire (foglio di partito dei vescovi), il gruppo Gedi di De Benedetti junior, e tutta quella miriade di capetti autoreferenziali e ambiziosi, ma privi di contenuti ideali e vera personalità e capacità politica che ancora restano abbarbicati ai gruppuscoli delle loro correnti personali. Servirebbe un miracolo, e al tempo stesso un partito “laico”… Contraddizione di termini…VEDREMO.

 

Ho molta fiducia nelle “capacità” di Minniti, ha un carattere forte, determinato e anche flessibile quando serve .ultima modifica: 2018-11-07T10:59:51+01:00da bezzifer
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