Stanno cominciando ad avere paura. I sondaggi (non sappiamo quanto veritieri) dicono che il consenso al governo è ancora molto alto, ma il pallone può scoppiare in modo deflagrante…e allora saranno guai seri sia per Di Maio che per Salvini e, soprattutto, per l’Italia.

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Premessa: La Commissione Europea si prepara ad aprire una procedura di infrazione contro l’Italia per eccesso di debito cosa ben diversa di una procedura per eccesso di deficit. Dalla seconda si esce dopo poco rimaneggiando qualche voce e facendo calare il deficit l’anno successivo. Dalla prima non si esce fin quando non si è considerevolmente fatto calare il rapporto debito/Pil. Occorrono anni e si è sotto monitoraggio costante. In pratica si è commissariati. Tutto ciò al di la del danno dell’eventuale multa da circa 9 miliardi che ci verrà commutata. Ora è vero che la procedura dove essere validata dall’Ecofin, ma non si vedono ragioni alcune del perché il consiglio di ministri economici finanziari della comunità europea non debba validarla. Anche perché nessuno dei paesi membri sembra voler cedere al ricatto che sembrano scientemente proporre i cialtroni alla Salvini del muro contro muro “tanto sono troppo grande per fallire vengo in Europa e cambio le regole. Non hanno ceduto in precedenza (con la Brexit o con la Grecia ad esempio), non cederanno con noi. Anche perché ognuno è sovranista a casa sua alla faccia dei sovranisti italici. Cosa ha provocato tutto questo? Una manovra nata ad emendata  solo per ottemperare parzialmente alle promesse elettorali in modo da poter agitare alcune bandiere nella continua campagna elettorale italiana ora in vista delle Europee. Perché in realtà in manovra non ci sono ne il reddito di cittadinanza, ne la flat tax ne il superamento della Fornero con quota 100. Ci sono ufficialmente i fondi disponibili ma non c’è alcuna indicazione su cosa conterranno i provvedimenti per cui verranno predisposti dei decreti collegati da gennaio a cui solo dopo l’approvazione dovranno seguire i decreti attuativi. In pratica senza spendere un euro siamo riusciti a fare danno! Questo lo sanno tutti quelli che hanno letto il Def osservatori internazionali compresi! A cui non poteva non saltare all’occhio una crescita basata sul nulla (in un momento in cui l’economia mondiale sta rallentando) e l’irrilevanza se non la vacuità delle coperture (pensate ai 18 miliardi di dismissioni o privatizzazioni “previsti nel 2019 senza specificare cosa si vuole dismettere realmente mentre le uniche cose certe in campo sonio le nazionalizzazioni di Alitalia e di alcune concessioni. Nota di colore 18 miliardi sono il doppio del transato nell’ultimo anno in termini di dismissioni)) predisposte. Numerini messi a cazzo di cane senza alcuna ratio matematico finanziaria ed economica! Questo ha provocato l’incidente. Ora mentre Matteo Salvini aspetta le letterine da Babbo Natale perché a Bruxelles sono grafomani, secondo lui, ci ritroviamo con Paolo Savona (Ministro dei rapporti con l’Europa) che ammette che la manovra è da cambiare, Con Gig-Inetto Luigi Di Maio che vuole un dialogo ad oltranza non si capisce su cosa dato che vuole far partire le misure di questo def comunque, con Tria (ormai con una credibilità minata che da perfetto contabile della banda degli scappati di casa) che vuole trattare e con il vice vice Premier Conte nato tale e finito servitore di due padroni che vorrebbe dilatare i tempi tentando di spiegare a Junker ciò che spiegabile non è dilatando anche i tempi della manovra. E gli italiani pagheranno il conto. Anzi! Lo stanno già pagando. Nelle more è sparita la relazione di cassa dai radar quindi non siamo in grado di comprendere il reale fabbisogno di cassa! Ma sappiamo che le aste del debito pubblico vanno a rilento perché gli italiani non ci stanno a finanziare questa banda versando l’oro alla patria!
Però non si cancellano gli 80 Euro di Renzi, inutili in campagna elettorale secondo i gialloverdi recuperando 10 miliardi e non si taglia nient’altro perché “aspettiamo i dossier” dice Gig-Inetto.
Di certo saremo gli unici che pagano la gente per non produrre pre pensionandoli o sussidiandoli.
Comincio a pensare che abbia ragione Michele Boldrin quando dice che sarebbe meglio ritirare il Def e andare all’esercizio provvisorio.

DETTO CIO, è incredibile VEDERE come un paese si stia mandato in rovina da un esercito di BOCCALONI convinti da una congrega di ciarlatani che si definivano intellettuali di sinistra, di altri che si definivano costituzionalisti, altri ancora che si spacciavano per giornalisti indipendenti mentre erano solo degli imbonitori da salotto o da talk show, imbrattacarte di lungo corso imboscati da D’Alema o usciti da Botteghe Oscure dopo averne decretato il fallimento del suo organo di stampa. E parlo di Padellaro. Tutti passati al soldi del nuovo Berlusconi, Urbano Cairo. No, io non me la prendo affatto con i giornali di destra, con gli opinionisti di destra. Quelli fanno il loro lavoro. Anzi qualche volta li abbiamo visti reprimere il loro disgusto per le infamie di quelli ” de sinistra”!
Troppo tardi giunge il loro pentimento, neanche sincero.
Dovrebbero essere trattati come i saltimbanchi e teatranti nel medio evo alla loro dipartita sepolti in terra sconsacrata.

PER FORTUNA SEMBRA CHE L’ARIA STIA CAMBIANDO.E L’ESERCITO ELETTORALE STA CAMBIANDO STRADA PER COPRIRSI DL VENTO FREDDO DEL FALLIMENTO.E VA VERSO L’ EGEMONIA RENZIANA NEL PD SEMPRE PIÙ FORTE.

Con il sondaggio di Agorà che assegnerebbe la maggioranza degli elettori Pd ad un nuovo partito di Renzi si chiude il cerchio di coloro che lo definiscono il passato come Zingaretti e di coloro che imputano all’attuale gruppo dirigente del Pd l’incapacità di liberarsene ( fino a ieri Repubblica).

Si dirà che i sondaggi lasciano il tempo che trovano. Anche LeU veniva rilevata in doppia cifra, diranno i poveri di spirito. Ma non è così LeU al momento della sua nascita veniva valutata attorno al 6%, facendo la somma dei tre partiti afferenti all’ultimo minuto ed in maniera raffazzonata all’appuntamento elettorale.
E questo descriveva un certo grado di indeterminatezza sull’esito.
Qui (scusate i sondaggi sono un po materia mia) non vi è nessuna indeterminatezza e la rilevazione non si presta ad alcun tipo di equivoco.
Qui viene rilevato un leader conosciuto da quattro anni , che ha fatto segnare in ogni occasione una presa sul Pd notevole.
Si ricordi che dopo la sconfitta al referendum, per le primarie del 2017, ben il 70% degli scritti e degli elettori gli tributo un successo impensabile.
La presa di Renzi sul Pd si potrebbe definire un dato ormai “strutturale” del Pd se non basto neanche l’indegna campagna mediatica, fatta in corrispondenza delle primarie stesse, a sconfiggerlo.
Ed oggi che tutto questo si è rivelato una falsità rende ancora piu’ forte l’adesione di una parte del popolo Pd a questa figura in cui hanno creduto anche nei momenti piu’ difficili e che hanno vissuto questa fase come una grande ingiustizia.
Si mettano il cuore in pace gli Zingaretti.il sentimento che unisce il popolo Pd al suo leader è confermato dai numeri crescenti di partecipazione agli eventi renziani.
38500 presenze registrate alla Leopolda, 8300 adesioni on line contro le tremila di Piazza Grande. 600mila visualizzazioni in streaming all’ultimo discorso in Senato. a fronte del massimo di 89mila registrate da Zingaretti. Ed ancora 1miilone e 200 mila iscritti alla pagina di Renzi a fronte delle 235mila di Zingaretti.Ed in Tv i 4 milioni e 125mila che lo hanno seguito a fine Aprile a che tempo che fa, sono numeri da brivido a fronte dei 434mila dell’ultima apparizione di Zingaretti a Tagadà. E per finire i risultati elettorali del 4 Marzo dove a seguito di una scissione il Pd ha perso il 6,7% mentre in Lazio alle regionali Zingaretti ha perso il 9,8%, col voto degli scissionisti.

Non c’è un indicatore dicasi uno che dimostri che la leadership di Renzi sul Pd sia venuta meno. Eppure si è dimesso mentre tutti gli altri sconfitti hanno cambiato cavallo e vorrebbero sedersi dalla parte dei vincitori. Ecco questo sondaggio di Agorà dimostra ancora una volta il seguito di Renzi sul Pd e che lui mette a disposizione della candidatura di Minniti a segretario con grande generosità.
Ma la si finisca di indicarlo come il caprio espiatorio delle sconfitte. Se c’è qualcuno che è stato sconfitto e definitivamente dalla storia questo si chiama LeU e certa sinistra, che non è riuscita a tenere in piedi la giunta laziale, tant’è che ora dopo che i 5* non li sostengono più sono costretti a mercanteggiare qualche voto coi fuoriusciti di Forza Italia. Bella sinistra questa.

Stanno cominciando ad avere paura. I sondaggi (non sappiamo quanto veritieri) dicono che il consenso al governo è ancora molto alto, ma il pallone può scoppiare in modo deflagrante…e allora saranno guai seri sia per Di Maio che per Salvini e, soprattutto, per l’Italia.ultima modifica: 2018-11-24T10:30:54+01:00da bezzifer
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