Quota 100 e reddito di cittadinanza perdono valore ogni giorno, sempre più fantasmi. Ma i due fanno finta di niente.

IL BALLO DEI TOPOLINI DI MAIO & SALVINI.

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Ormai i due leader sono come topolini che ballano sulla pelle del tamburo: fanno piroette, scherzi, dicono scemenze, ma non riescono a nascondere che si sta ormai sfasciando tutto. Di comune accordo hanno delegato la trattativa con Bruxelles a Conte, faccia lui.

Tutti continuano a dire che non si tocca niente, che le promesse elettorali sono inviolabili. Solo che i soldi non c’erano prima e ce ne saranno meno adesso, dopo i tagli imposti da Bruxelles. In più, certe cose (tipo il reddito di cittadinanza) sono molto difficili da organizzare. In pratica, in molti posti le truffe sarebbero inevitabili. Anche perché lo strumento preso alla base del tutto, l’Isee, sarebbe facilmente, manipolabile e segnala il doppio di poveri rispetto a quelli realmente esistenti (almeno secondo le indagini della Guardia di Finanza).

La cosa buffa è che i 5 stelle sono dieci anni che insistono con questo reddito di cittadinanza: adesso, siamo arrivati al dunque e la confusione è totale. Le ultime versioni dicono che verrà dato solo a poche persone, per appena 18 mesi (rinnovabili per altri 12), poi si vedrà che cosa succede.

La quota 100 non sta molto meglio. Salvini ci tiene da morire, ma Tria sa facendo i conti e non tornano. La questione è sempre la stessa: questa manovra era partita, in campagna elettorale, per essere di 100-110 miliardi, un’assurdità evidente. Ridurla a poche decine di miliardi è come riempire un secchio di buchi e pretendere che non perda acqua.

In più la stessa maggioranza mostra già i segni del logoramento. Si dice che Tria, una volta consegnata la manovra fine anno, e evitato l’esercizio provvisorio lascerebbe la compagnia di giro e i due topolini. Di Maio è come un cavallo azzoppato: honestà, honestà, ma il padre (uxoricidio a parte) ha fatto di tutto, con lui come socio. Piccole cose, per carità, ma lontanissime dalla tanto vantata honestà grillina.

Salvini, eccitati al massimo dai sondaggi e dalla prospettiva di andare presto a palazzo Chigi sta perdendo il senno: in poche ore ha mandato a quel paese il presidente della Confindustria (“vada a lavorare”) e il capo della procura di Torino (“vada in pensione e se la goda”). I suoi gli raccomandano prudenza, ma ormai è come il ciclone Marianna: avanza e nessuno riesce a fermarlo. Nemmeno la fuga di iscritti dal Veneto.

Toninelli, sempre lui, in questa confusione non trova di meglio che bloccare i lavori della Tav, giusto per aggiungere benzina sotto il fuoco che sta bruciando il governo.

Governo che non ci sta portando in recessione: in recessione ci siamo già.

Solo che i due eroi stanno ballando sulla pelle del tamburo e non hanno tempo per una simile sciocchezza. Devono ancora esibirsi nei loro numeri migliori: salto attraverso io cerchio di fuoco e triplo salto carpiato con avvitamento a destra.

Quota 100 e reddito di cittadinanza perdono valore ogni giorno, sempre più fantasmi. Ma i due fanno finta di niente.ultima modifica: 2018-12-05T09:05:38+01:00da bezzifer
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