“Che sinistra è quella che chiama animale da divano chi spera nel reddito di cittadinanza?” Come si rapporta il popolo “di sinistra” con una misura come quella del Reddito di Cittadinanza appena approvato dal Consiglio dei ministri? In quale modo le critiche nel merito della norma rischiano poi di sfociare nel classismo? Sono i temi di un dibattito che si sta alimentando sulla mia pagina Facebook, Il Paese che non ama.Tra i tanti commenti arrivati, ne riporto qui uno sembra un interessante spunto di dibattito e che, per questo vogliamo allargare anche a tutti i nostri lettori. Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti.
Cara ragazza GRULLINA, mi sembri un tantinello contraddittoria, oppure non hai capito bene la situazione. Se, come dici tu, quello che serve al tuo papà è un lavoro, il RdC non può andargli bene. Tu stessa dici che le proposte di lavoro i centri per l’impiego non le fanno semplicemente perché non c’è lavoro in giro, cosa servirebbe allora a tuo papà? politiche che promuovano la creazione di posti di lavoro. Il RdC va in questa direzione? no. I navigator, qualunque cosa siano, potranno fare proposte di lavoro a tuo papà se il lavoro non c’è? no. Chi può essere contento del RdC fatto in questo modo? chi non dichiara redditi pur avendone e quindi può percepire il RdC, oppure chi si adatta a campare con quel poco e non fa niente per cambiare le cose, ovvero gli scansafatiche da divano. Se tuo papà sta cercando lavoro in modo attivo, non è uno scansafatiche, quindi che te la prendi a fare?
Il fatto è che per come è congegnato non è un sussidio di disoccupazione, su cui molti sarebbero d’accordo, ma un sistema che è un’autentica istigazione al lavoro nero e all’occultamento dei propri averi.Questa norma è scritta apposta per favorire coloro che vogliono vivere a spese dello Stato.
Possiamo,comunque,avere un dubbio? Che chi sta lavorando in nero,continuerà a farlo,intascando anche il reddito di cittadinanza? Sapete com’è: il dubbio viene perché siamo in Italia,non in Scandinavia!
Il RdC criminalizzerà centinaia di migliaia di persone.L’Istat calcola che in Italia ci siano 1,5 milioni di lavoratori in nero.Se le famiglie che potrebbero aver diritto sono circa 1,8 milioni,ce n’è quasi uno ogni famiglia.C’è da augurarsi che continuino a lavorare in nero o che lascino e accedano al RdC?Un bel dilemma per la società.Loro, probabilmente,si terranno l’uno e l’altro diventando criminali e ricattabili da parte di “datori di lavoro”.Molti simuleranno separazioni da mariti o mogli che lavorano regolarmente.Altri eviteranno di legalizzare la propria unione.Come ora lavorano in nero, non pagando né imposte né contributi(con i DdL)così continueranno,in più percependo il reddito di cittadinanza a spese di chi paga le tasse.Ogni tanto “esemplarmente” ne prenderanno uno (come per i falsi invalidi) ma 1,5 milioni e mezzo di famiglie sprofonderanno ancora di più nell’illegalità.
I nostri costituenti hanno iniziato con l’Italia è una Repubblica democratica,fondata sul lavoro. Non un caso,ma un vero e proprio atto di (ri)nascita: