La lettera ai militanti delusi: “Vi capisco, ma il 3 marzo andate a votare”

La lettera ai militanti delusi: "Vi capisco, ma il 3 marzo andate a votare"

La segretaria del circolo dem Pratello di Bologna si rivolge a chi ha perso fiducia nel partito: “Non dite ‘io alle primarie non voto’. Venite ai seggi, votate e poi discutete. Fatelo per quelli che dalle 7 del mattino saranno nelle loro sezioni e passeranno lì tutta la giornata”

In questi mesi mi sono trovata spesso a discutere con persone – i simpatizzanti del Pd spesso diventati ex simpatizzanti – che mi hanno spiegato perché il 3 marzo faranno di tutto tranne che andare a votare alle primarie. La lista completa delle motivazioni è naturalmente impossibile da fare, così ho deciso di riassumere “io alle primarie non voto” in dieci frasi.

1. Perché il Pd ormai è morto e se non è ancora morto speriamo lo sia presto perché con questo partito non costruiremo mai niente di nuovo.
2. Perché ci avete chiamato ormai un milione di volte per chiederci di partecipare, che questa volta era importante, che sarebbe stato diverso… Salvo poi continuare a fare quello che facevate sempre.

3. Perché alla fine vi mettete sempre d’accordo tra voi.
4. Perché io sono di sinistra e il Pd non è un partito di sinistra.
5. Perché non mi piace nessuno dei candidati e i programmi sono tutti uguali.
6. Perché il Congresso dovevate farlo prima. Ora è troppo tardi.
7. Perché io è da una vita che partecipo, adesso ci pensino i giovani.
8. Perché parlate sempre di voi stessi, non vi occupate dei problemi reali delle persone e non state tra la gente.
9. Perché i dirigenti del Pd sanno solo litigare.
10. Perché non credo nelle primarie aperte, una volta la classe dirigente la sceglieva il Partito.

Queste cose sono quelle che ci sentiamo ripetere ai banchetti e durante le assemblee che i Circoli organizzano con elettori convinti e con quelli delusi. Motivazioni, molto comprensibili, che derivano da una grande stanchezza e da una grande sfiducia. No, il 3 marzo non ci sarà la rinascita del Pd o il rilancio del partito ma di una cosa sono convinta: il Pd non è un’entità a sé stante regolata da leggi sconosciute. Il Pd è un partito fatto da persone che vogliono partecipare, che sentono ancora il partito come una casa e una comunità. Dove confrontarsi e dove far valere le proprie passioni politiche. A volte ci riescono, altre volte no e allora rimettono insieme i pezzi e ci riprovano ancora. Lasciate stare per un giorno le esternazioni dei leader e rivolgetevi a quelli che dalle 7 del mattino saranno nelle loro sezioni per allestire i seggi e passeranno lì tutta la giornata. Non lasciate ad altri la scelta e provate a rendere il Pd un partito un po’ più simile a quello che vorreste. Anche una scheda bianca, se nessuno dei candidati vi ha convinto.

Mi permetto di darvi un ultimo suggerimento: venite ai seggi, votate e poi discutete. Discutete con i segretari dei circoli, con gli iscritti, metteteci le idee, scrivetele, obbligate tutti a fare i conti con i vostri dubbi, con le aspettative deluse e soprattutto: criticate, criticate. Venite perché il simpatizzante anonimo, disperatamente ottimista e innamorato della politica, è l’unica risorsa per provarci insieme. Nonostante tutto.

La lettera ai militanti delusi: “Vi capisco, ma il 3 marzo andate a votare”ultima modifica: 2019-03-01T12:39:47+01:00da bezzifer
Reposta per primo quest’articolo
Share