C’è il rischio che il paese, l’Italia, possa prendere fuoco e esplodere nel giro di qualche mese? Non si può escludere.
Le ragioni dell’allarme sono tante:
1- La crisi va avanti dal 2007, cioè da più di dieci anni. In parte è stata superata, ma non sono ancora stati ripresi i livelli di benessere precrisi.
2- Le prospettive non sono affatto buone. Non si vede ombra di crescita: si è come dentro un mare di melma, in cui girano proposte assurde (tipo riapertura dei casini di Stato o chiusure domenicali dei negozi). Ma i cantieri rimangono chiusi, impenetrabili.
3- Già oggi la manovra d’autunno, per il 2020, cifra sui 35 miliardi di euro. Prima di allora si arriverà a 50 e oltre. Una misura strepitosa, che forse ha un solo precedente con la famosa manovra Amato (1992) che comportò anche l’uscita dell’Italia dallo Sme, ai prelievi forzati sui conti correnti e a una forte svalutazione della lira.
4- Il prolungarsi della crisi ha provocato un aumento delle diseguaglianze che oggi molti giudicano, giustamente, intollerabile.
5- Circa un terzo dei nostri giovani non ha un lavoro e sa che non lo avrà mai.
Il materiale esplosivo, come si vede, non manca. Altro che anno bellissimo.