La procedura d’infrazione su un governo già in bilico?In Europa siamo 28 Stati. Come è possibile che l’Italia sia l’unica nazione a trovar da dire.Vogliamo indebitarci a go-go, ma è questo l’interesse degli Italiani? A nessuno viene in mente che spendiamo troppo?

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La procedura d’infrazione su un governo già in bilico?

Con le raccomandazioni di domani comincerà in maniera formale un difficile negoziato politico tra il governo gialloverde e l’istituzione comunitaria. Un confronto che potrebbe anche ripercuotersi sulla tenuta dell’Esecutivo

 

Domani con tutta probabilità da palazzo Baymont arriverà la bocciatura per l’Italia – in risposta alla lettera spedita venerdì scorso da Tria – con il conseguente via libera all’iter che porterà a sanzionare il nostro Paese, reo di non aver rispettato la regola del debito. Non si tratta certo della sanzione vera e propria, visto che la decisione finale la decisione finale verrà presa a luglio dai governi degli stati membri, e non domani dalla Commissione. Ma è comunque l’estremità di una sottile linea rossa che potrebbe portare l’Italia in un nuovo 2011.

E se il premier Conte ieri è uscito allo scoperto con il suo “penultimatum” è proprio perché la situazione sta raggiungendo livelli decisamente drammatici. Non solo per i rapporti ormai troppo incrinati all’interno della maggioranza di governo, che se non è arrivata a un punto di rottura poco ci manca. Ma soprattutto per la situazione finanziaria, che con le parole di domani di Bruxelles potrebbe evolversi in qualcosa di molto pericoloso e raggiungere un punto di un non ritorno.

Per questo la vera domanda che ci si dovrebbe porre è: reggeranno i nostri conti pubblici all’urto di una procedura d’infrazione? Non tanto per la procedura in sé, che si tradurrebbe in circa 3,5 miliardi di euro, quanto piuttosto per le conseguenze finanziare che ne deriverebbero.

Con le raccomandazioni di domani comincerà infatti in maniera formale undifficile negoziato politico tra il governo gialloverde e l’istituzione comunitaria, un dialogo che potrà, se si vuole, disinnescare la famigerata procedura.

Il confronto dovrà assumere contorni di buon senso, da entrambi le parti. E sarà un passaggio fondamentale su cui si giocherà la tenuta del governo. Come reagirebbe infatti il capo del Carroccio alle parole di Bruxelles? Se perseverasse con la tesi del “me ne frego altamente dei burocrati europei” la situazione per Conte si farebbe estremamente pesante. Soprattutto se parallelamente alle eventuali parole di chiusura da parte del vicepremier leghista seguiranno le bordate (speculative, chiamatele come volete) da parte delle Piazze finanziarie.

Sforare o non sforare? Il dubbio amletico è questo

La partita si giocherà quindi sul rapporto che si verrà ad instaurare nei prossimi giorni (e settimane) con l’Ue. Ed è vero che Salvini tenterà di dare seguito alla sua dura linea di rottura, quantomeno per coerenza politica rispetto alle promesse fatte durante l’ultima estenuante campagna elettorale, ovvero una serie di sparate populiste sullo sforamento del 3%. Ma è altrettanto vero che il sovranista a capo dell’Interno potrebbe dover considerare un altro aspetto: il fatto che l’unico modo per continuare a decidere sui nostri conti pubblici sarà quello di rispettare le regole, visto che fare il contrario porterebbe inevitabilmente il Paese a un commissariamento. Per non parlare dell’isolamento politico che comporterebbe il suo atteggiamento da bullo. L’Italia rimarrebbe vicina soltanto a Marine Le Pen, la quale, però, non capeggiando il governo francese, non avrebbe alcun potere decisionale sulla nostra procedura d’infrazione.

La componente più avveduta del governo capeggiata dal ministro dell’Economia, intanto, sta cercando di limare le unghie a Salvini. “Sforare non serve”, dice oggi Tria, secondo cui se partirà l’iter della procedura, “apriremo un negoziato”.

Ma è chiaro che il suo sarà un lavoro durissimo, e forse anche inutile visto che più volte ha dimostrato di non poter dettare la linea (ricordiamo quando in autunno fu sconfessato pubblicamente da Salvini in una situazione analoga).

Questa volta il titolare di via XX settembre ha il premier Conte dalla sua parte, come dimostra il plateale ultimatum di ieri. E soprattutto ha dalla sua le grande copertura del Quirinale. Ma basterà tutto questo per far cambiare idea al capo della Lega? Staremo a vedere.

Intanto una cosa sembra certa: l’altra parte in causa, il grilllino Di Maio, dopo la batosta elettorale sembra aver perso completamente il controllo del timone, sparendo definitivamente dai giochi. Chissà dunque da quale parte della barricata si posizionerà, semmai un giorno dovesse decidere di schierarsi.

PS:In Europa siamo 28 Stati. Come è possibile che l’Italia sia l’unica nazione a trovar da dire.Vogliamo indebitarci a go-go, ma è questo l’interesse degli Italiani? A nessuno viene in mente che spendiamo troppo? Ma per voi che governate .Quindi è sempre colpa dei governi precedenti? Quota 100 e RDc l’avete fatti voi senza soldi.

La manovra Gentiloni per il 2018 non ha aggiunto nessun programma di spesa significativo alla legislazione vigente, come sappiamo tutti benissimo; certo non aveva fatto le maxi spesone del Rdc e della cd. quota 100 (che poi non è affatto quota 100 ma amen) per mandare in pensione fino a 5 anni prima poche persone al modico costo cumulato nel triennio di una trentina di miliardi, anche persone che fanno lavori d’ufficio per niente usuranti (poi per carità ci sentiamo tutti usurati dal nostro pdv ma l’interesse pubblico, del paese è un’altra cosa). Infatti la UE aveva perfettamente approvato quella manovra. Il saldo a consuntivo, al 31 12 2018, del parametro debito-pil è risultato sopra la previsione, non perchè si sia speso di più del previsto, ma perchè nella seconda mtà del 2018, governanti i giallo verdi, non si è avuta crescita anzi abbiamo avuto 2 trimestri di lieve recessione. Questo è il punto. Mentre la crescita nei primi 2 trimestri del 2018 sotto Gentiloni era ancora positiva ed in linea con le previsioni. Il brusco rallentamento della seconda metà 2018 ha ridotto a consuntivo la crescita dell’anno, impedendo così dì centrare le previsioni e quindi se il denominatore, il pil, è stato inferiore, ovvio che il rapporto debito/pil è risultato superiore non centrando l’obbiettivo. Va detto anche che quella brusca frenata non è stata tutta colpa dei gialloverdi, era legata ad un rallentamento congiunturale di tutta l’area UE, però 1) il governo in carica se ne doveva preoccupare e porre in essere le necessarie misure correttive invece di lanciarsi subito in nuovi ed ulteriori programmi di spesa acchiappa consensi per l’anno successivo 2) i gialloverdi hanno aggravato la tendenza con la crisi serpeggiante di fiducia e l’incertezza generata con le loro dichiarazioni anti euro, i proclami bellicosi su sforamento deficit ecc. ecc. In ogni caso di sicuro il povero, incolore ma serio, Gentiloni non c’entra nulla. Chi è causa del suo mal….dopo 1 anno di governo anche basta con lo scaricabarile

Altro problema dal 2018 proseguendo ad ora sono state fatte dichiarazioni sconclusionate che ci hanno regalato tassi d’interesse più alti, comunque tranquilli gli amici di Salvini in Europa sicuramente non ci faranno mancare il loro aiuto,Cazzo non ci hanno già girato le spalle.

Anche questa commissione europea è composta da estremisti di sinistra anzi di cattivi comunisti ex mangiatori di fanciulli. Quindi tutto quello che sta dicendo, consigliando ripetutamente al nostro governo è solo frutto di un azione contro lo stesso in quanto non appartiene a quel sistema di estrema sinistra della commissione europea. Noi siamo i migliori, noi siamo quelli con il ME NE FREGO prima mussoliniano ed oggi Salviniano, rifiutiamo le impostazioni di un sistema economico relativo all’andamento dello stesso in tutta Europa. ma A NOI che importa ? Il VINCERE O MORIRE ha dato i suoi frutti, oggi in Italia, il Paese di Franceschiello, comanda l’apprendista despota, comanda colui il quale vorrebbe portare il Paese sulla sponda dell’estrema destra per spadroneggiare ed imporre le Sue volontà. forse l’apprendista despota ha dimenticato che il 46% degli italiani non è andato a votare e di quel 55% che ha ritenuto recarsi alle urne ha concesso al Salvini stesso il 34% dei consensi. Quindi alla mano il 66% degli italiano gli ha risposto un NO secco e su 60 milioni di cittadini italiani solo 11 milioni gli hanno concesso la loro disponibilità a seguirlo. Basta Salvini basta farsi le canne e vaneggiare. Svegliati , per favore svegliati.E LEVA LE ANCORE NE ABBIAMO PIENE LE BALLE E DI ESSERE PRESI PER IL CULO PER I TUOI INTERESSI CON I NOSTRI SOLDI.

La procedura d’infrazione su un governo già in bilico?In Europa siamo 28 Stati. Come è possibile che l’Italia sia l’unica nazione a trovar da dire.Vogliamo indebitarci a go-go, ma è questo l’interesse degli Italiani? A nessuno viene in mente che spendiamo troppo?ultima modifica: 2019-06-05T11:58:50+02:00da bezzifer
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