Il decreto crescita non cresce.Per fare ci vuole un Governo. È del tutto evidente che non c’è più o e non c’é mai stato..e se cera ha fatto solo danni.

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Siamo alle battute finali: il “decreto crescita” di Lega e 5 Stelle si sta rivelando per quel che è, un bluff. Sintetizza su Facebook il deputato Pd Enrico Borghi: “I lavori in commissione a Montecitorio sul ‘decreto crescita’, previsti per venerdì, spostati a lunedì, spostati a ieri, aggiornati a stamattina, rimandati a oggi pomeriggio, su richiesta del governo vengono spostati a lunedì prossimo. Il decreto crescita non cresce”.

E un altro parlamentare dem, Luca Rizzo Nervo, ci mette una pietra sopra: “Per fare opposizione ci vuole un Governo e una maggioranza. È del tutto evidente che non ci sono più”.
Rinvio, quindi, anche per la cosiddetta norma Salva Roma, mentre fonti parlamentari vicine alla maggioranza spiegano che lo slittamento è legato al fatto che “bisogna prima chiudere lo Sblocca cantieri per verificare le quadrature contabili”.

Il “decreto crescita” avrebbe dovuto avere lo stesso potere taumaturgico di altri provvedimenti, perché per gli adepti della setta aziendale guidata da Grillo e Casaleggio, è il nome che crea le cose. Ricordate? A fine settembre 2018 nella pagina Facebook del Movimento 5 Stelle campeggiava una foto che annunciava un trionfo epocale: “Abbiamo eliminato la povertà, per la prima volta nella storia“. Ed era una semplice nota di aggiornamento al Def che introduceva reddito e pensioni di cittadinanza. Del resto, l’esempio viene da più lontano, perché anche Berlusconi, nel marzo 2010, annunciò la sconfitta del cancro.

In questo caso non si tratta di un semplice eccesso nella comunicazione, ma di un vero e proprio fallimentare percorso politico costellato di annunci accompagnati poi da un pericoloso mix di incompetenza, presunzione e dogmatiche certezze.

L’economista e parlamentare Pd Luigi Marattin spiega così quel che è successo: “A fine marzo fu chiaro che il +1% di crescita del Pil previsto dal governo per il 2019 non si sarebbe mai realizzato: le stime più ottimistiche davano, al massimo, lo 0,2%. Questo avrebbe comportato il crollo di tutte le storie raccontate fino a quel momento: le misure salvifiche tanto sbandierate – a cominciare da ‘quota 100’ e reddito di cittadinanza – non avrebbero smosso il paese dalla stagnazione (se va bene) o recessione (più probabile) nel quale era precipitato. Ma niente paura: il governo M5S-Lega aveva la soluzione. “Approviamo un decreto – devono aver pensato alla Casaleggio – e chiamiamolo ‘Decreto Crescita’”. Semplice, no?”.

A inizio aprile il consiglio dei ministri approvò un decreto definito “Crescita”. Ci volle quasi un altro mese prima che fosse pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Le parole devono spesso fare i conti con i numeri e anche in quel caso non bastò scrivere la parola ‘crescita‘ per vederla realizzato davvero: il governo mise nero su bianco di quanto sarebbe aumentata la crescita del Pil nel 2019. Era dello 0,05%. Zero zero virgola, insomma.

Un aumento ridicolo, e, sottolinea ancora Marattin, “da allora sono passati 35 giorni. E ancora il governo è incapace di presentare al parlamento un testo chiaro e definitivo di questo decreto”.
Oggi il “governo del cambiamento” ha di nuovo ammesso la propria incapacità ed ha rinviato i lavori delle commissioni Bilancio e Finanze a lunedì. Intanto dall’inizio dell’era Lega-M5S ci sono in Italia 32mila occupati in meno, la spesa delle famiglie è in calo, le prospettive di crescita nulle.

Il decreto crescita non cresce.Per fare ci vuole un Governo. È del tutto evidente che non c’è più o e non c’é mai stato..e se cera ha fatto solo danni.ultima modifica: 2019-06-06T10:41:33+02:00da bezzifer
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