Si voterà in primavera ma per costruire un’alternativa di governo a questi qua non si può stare fermi

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C’è tempo ma non troppo (ma il Pd non vada in vacanza).Ora! Il gradimento del governo scende: pesano divisioni e preoccupazione per il futuro

Salvini di fatto comanda, Di Maio è paralizzato dal terrore di un nuovo e più clamoroso insuccesso, l’andreottiano Conte tira a campare. Risultato, niente urne sotto l’ombrellone. Si voterà la prossima primavera, nessuno scommette sulla durata ulteriore di questo esperimento fallimentare.

Che vuol dire questo, per il Partito democratico? Una cosa buona e una cattiva.

La cosa buona è che il Pd, sull’onda del buon successo del 26 maggio, ora che è pienamente in campo ha tempo per riorganizzarsi – a partire dalla formazione di gruppi dirigenti nazionali e locali – cioè di uscire da quella fase di provvisorietà che si sta prolungando dalle primarie di marzo. Provvisorietà non solo organizzativa ma anche di costruzione di una proposta alternativa ai populisti, per la quale Zingaretti ha lanciato la Costituente delle idee che a questo punto deve partire concretamente.

Come si fa, nei fatti, questa Costituente? Quali forze intellettuali, quali soggetti collettivi ne verranno coinvolti? Attorno a quali – speriamo pochi – punti qualificanti? È un lavoro enorme. Faticoso.

E qui arriva la cosa cattiva. Il rischio cioè che in questa situazione politica gelatinosa il Pd si culli nell’illusione che le cose stiano andando naturalmente verso il crollo gialloverde e altro non resti che proseguire in un’operazione di recupero identitario e procedere di conserva sulla scia delle disgrazie dell’avversario. Si tratta di un riflesso condizionato, sì badi, non di una scelta politica. Una versione di popcornismo fatto di pigrizia intellettuale e di rinvio delle scelte di merito.

Ora, malgrado il rattuppamento di queste ore, è chiaro che Salvini e Di Maio continueranno a sbranarsi. Ma sono entrambi a rischio-fallimento. Anche Salvini, sì. Palesemente non in grado di far fronte all’emergenza economica d’autunno (tra l’altro circondato da due Dottor Stranamore come Borghi e Bagnai), anche lui rischia grosso.

E però tutti si chiedono: ma qual è la proposta del Pd? Ecco che si torna al punto. Si potrebbero utilizzare i prossimi mesi estivi ad attivare rapporti nuovi con mondi, pezzi di società, gruppi intellettuali. Andando a parlare, con un quaderno bianco in mano, con tanti che sanno i problemi e le soluzioni. C’è tempo. Ma non per andare in vacanza. Perché dobbiamo essere pronti per la primavera prossima.Ora! Il gradimento del governo scende: pesano divisioni e preoccupazione per il futuro.

Cala la fiducia nel governo. Non cala, e in modo preoccupante, soltanto la stima di crescita del Pil, ma anche il consenso e il credito che i cittadini danno a questa maggioranza.E dobbiamo essere pronti per prendere in mano le redini del ITALIA.

Rimaniamo.In attesa dei risultati dei ballottaggi di domani, in 136 comuni di cui 15 capoluoghi, è interessante dare un’occhiata al sondaggio Ipsos che oggi pubblica il Corriere della Sera. I continui litigi fra alleati, lo scontro tra Lega e M5S in occasione della campagna elettorale per le europee dello scorso 26 maggio, l’aria di sbandamento e possibile crisi che ha caratterizzato l’ultima settimana, con la conferenza stampa di Conte e l’incontro Di Maio-Salvini mentre il premier volava in Vietnam, tutto questo ha avuto un pesante effetto sugli italiani.

Scrive Nando Pagnoncelli di Ipsos: “Non stupisce quindi che rispetto a gennaio si sia dimezzata la quota di italiani convinti che il governo sia coeso: oggi solo un italiano su quattro (26%) la pensa così, contro il 51% registrato a fine gennaio e il 41% a marzo“.

Significativo anche che l’”avvocato del popolo” Conte abbia perduto ben 6 punti nel giro di un mese e venga raggiunto da Salvini a quota 53, anche il “ministro dei rosari” in calo di due punti. A seguire il vicepremier Di Maio (indice 32), in flessione di 5 punti.

Difficile immaginare, in una tendenza alla sfìducia come questa, che il premier possa farsi un partitello tutto suo, come qualche analista suggeriva. Dopo un anno e passa di promesse non mantenute, dopo aver avallato tutte le decisioni del duo Di Maio – Salvini, l’avvocato Giuseppe Conte – non dimentichiamolo: quello stesso che al Circo Massimo festeggiava la fine della povertà in Italia! –  oggi mostra con chiarezza di non essere mai stato un presidente del Consiglio con i pieni poteri dovuti a tale carica, e gli elettori se ne stanno accorgendo.

Così Pagnoncelli nella parte finale di commento ai dati del sondaggio: “Lo scenario appare complesso: il clima sociale, influenzato dai dati economici e occupazionali, è caratterizzato da una forte preoccupazione e la scarsa coesione tra gli alleati solitamente viene vissuta dai cittadini come elemento di distrazione del governo rispetto alle priorità del Paese“.

Si voterà in primavera ma per costruire un’alternativa di governo a questi qua non si può stare fermiultima modifica: 2019-06-08T11:44:47+02:00da bezzifer
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