Tutto lì il succo delle 15 pagine della raccomandazione del consiglio dell’Unione europea che ha ufficialmente ha iniziato l’iter di una possibile procedura di infrazione all’Italia per violazione della regola sul debito prevista dal trattato sul fiscal compact.

Risultati immagini per L’Unione europea rivorrebbe il governo Monti. CARICATURE

L’Unione europea rivorrebbe il governo Monti.INSOMMA ITALIANI SIAMO MESSI BENE.

C’è un solo governo che la Commissione europea vorrebbe ancora oggi alla guida dell’Italia, ed è proprio l’esecutivo che meno rimpiangono gli italiani: quello che fu guidato da Mario Monti. Tutti gli altri, da quello (breve) di Enrico Letta a quelli di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, fino all’attuale esecutivo guidato da Giuseppe Conte, hanno deluso e irritato i guardiani dell’area dell’euro.

È tutto lì il succo delle 15 pagine della raccomandazione del consiglio dell’Unione europea che ha ufficialmente ha iniziato l’iter di una possibile procedura di infrazione all’Italia per violazione della regola sul debito prevista dal trattato sul fiscal compact.

Perché nell’analisi e nei suggerimenti piuttosto contraddittori che i guardiani dell’euro offrono sull’economia italiana, la chiave prevalente è quella del rimpianto per quella legge (il Salva-Italia) di fine 2011 che schiantò gli italiani ma che per i vari Pierre Moscovici resta e deve restare il modello di riferimento per qualsiasi governo italiano.

I commissari europei due cose vogliono prima di tutte: l’attuazione completa della legge di Elsa Fornero sulle pensioni (e quindi non nascondono il loro sprezzo per quota 100, al di là dei costi che si stanno rivelando assai più ridotti delle previsioni nazionali), e il ritorno a una importante patrimoniale che ricomprenda alla tassazione Imu la prima casa degli italiani, alzando però per tutti gli immobili le valutazioni catastali di riferimento.

Non solo: l’attuale commissione europea vorrebbe pure che l’Italia la smettesse di disinnescare le famose clausole di salvaguardia, alzando le aliquote Iva che non sono ancora al livello più alto di Europa e che secondo loro non dovrebbero proteggere- come accade- con aliquote agevolate nemmeno generi alimentari di prima necessità.

Assicuro che riassumendo così le osservazioni di quella raccomandazione non esagero affatto quello che vi è contenuto. Ecco alcune citazioni dal testo. Sull’Iva: «Negli ultimi anni gli aumenti dell’Iva sono stati sistematicamente abrogati (…)

Il numero e l’entità delle agevolazioni fiscali, in particolare per quanto riguarda le aliquote ridotte dell’imposta sul valore aggiunto, sono elevati».

Sulla patrimoniale: «le basi imponibili come il patrimonio e i consumi, sono sottoutilizzate (…) L’imposta patrimoniale ricorrente sulla prima casa è stata abrogata nel 2015. Inoltre i valori catastali dei terreni e dei beni, che costituiscono la base per il calcolo dell’imposta sui beni immobili, sono in gran parte non aggiornati». Aggiungiamoci pure che secondo la Ue bisognerebbe tornare ai limiti di utilizzo del contante voluti dal governo Monti, tendendo a quota zero, e l’operazione nostalgia è quasi chiusa.

Ci sono anche osservazioni di buon senso sui fattori di debolezza dell’Italia. Si cita la scuola sottolineando – ed è vero- che gli insegnanti italiani sono sottopagati . Ma si pagassero di più la spesa pubblica italiana salirebbe. Ci si lamenta della «elevata età media dei dipendenti pubblici», però si chiede di non mandarli in pensione nemmeno con 40 anni di contributi.

Si dice che «si potrebbero conseguire risparmi intervenendo su pensioni di importo elevato che non corrispondono ai contributi versati, nel rispetto dei principi di equità e di proporzionalità», e i commissari europei mostrano di non sapere che un taglio alle pensioni d’oro c’è stato, ma temporaneo perché altrimenti tutti urlano sui diritti acquisiti. State certi che questo passaggio della raccomandazione Ue sarà taciuto quasi ovunque…

Tutto lì il succo delle 15 pagine della raccomandazione del consiglio dell’Unione europea che ha ufficialmente ha iniziato l’iter di una possibile procedura di infrazione all’Italia per violazione della regola sul debito prevista dal trattato sul fiscal compact.ultima modifica: 2019-06-09T08:25:00+02:00da bezzifer
Reposta per primo quest’articolo
Share