IL DITTATORE Punta alla gestione solitaria del potere e a lungo. Ma si sbaglia.

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Il titolo del libro di Giampaolo Pansa dedicato a Salvini è, semplicemente: “Il dittatore”. La cosa ha un senso. Inebriato dai sondaggi, e dal fatto di non avere concorrenti, il capo della Lega può essere tentato di immaginare una sua dittatura personale lunga decenni. Il disegno è destinato, però, a fallire. Per almeno due buone ragioni.

1- La gente si stufa presto dell’uomo solo al comando. Soprattutto se promette la luna, cosa che evidentemente non può ottenere. Ma, si dirà, Mussolini è durato vent’anni. Certo, ma il Duce ha fatto le cose scientificamente. Ha ammazzato i capi dell’opposizione, ha incarcerato gli oppositori (o li ha bastonati), ha costretto gli altri a fuggire all’estero. Ha soppresso giornali e partiti. Insomma, cose così. Tutte faccende proibite, ovviamente, a Salvini, che dovrebbe fare il dittatore con metodi più o meno democratici: ormai ci sono troppi centri di controllo.

Quindi è possibile che Salvini venga a noia, anche perché non ha questo gran repertorio. Per ora, come Chiara Ferragni, ha cercato di trasformare se stesso in un prodotto: lui che mangia, lui che bacia la fidanzata (vera o finta), lui che esibisce la pancetta e mutandoni al mare, lui che gioca con gatti e figli. L’operazione, per ora, sembra essere riuscita. Ma non è George Clooney, e fra un po’ qualcuno comincerà a notare che si tratta, alla fine, di un bullo padano, leggermente in sovrappeso e senza particolari qualità. Dotato di poca cultura e di un italiano basico (400 parole). Poca roba per durare a lungo sul palcoscenico della politica.

2- La seconda ragione per cui potrebbe durare poco è che è inseguito da una specie di gatto Silvestro implacabile: la crisi economica. Lui tenta di esorcizzarla e pensa che, sforando un po’ e urlando molto, alla fine se la caverà. Ma non è così. La crisi è pesante e lui non ha più pallida idea di come venirsene fuori. Anzi, l’unica idea che ha (tagliare le tasse, a debito, per rilanciare i consumi) è perdente in partenza. Verrà il giorno, non lontanissimo, in cui dovrà gettare la spugna e ammettere di aver sbagliato tutto. Al suo amico Di Maio è già capitato, il prossimo in lista è lui.

Quindi il suo successo, in un certo senso, è già alle sue spalle. Come avanza verso il potere, si avvicina anche alla sua fine perché deve dare delle risposte concrete. Mussolini se la cavò con una guerra mondiale. Lui non può nemmeno fare una guerra ai barconi perché non ci sono più (anche se qualche sciagurato gli consiglia di affondare la Sea Watch, come in un film dei pirati della Malesia, puro Salgari).

Insomma, se Di Maio ha ballato una sola estate, Salvini rischia di mangiare il panettone, ma non la colomba.

IL DITTATORE Punta alla gestione solitaria del potere e a lungo. Ma si sbaglia.ultima modifica: 2019-06-25T08:20:41+02:00da bezzifer
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