SERVE UN PROCESSO A SALVINI L’Italia prende meno migranti degli altri paesi. Troppe polemiche con l’Europa. (L’arresto di Carola)

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La maniera come ognuno di noi giudica i temi oggetto di negoziati internazionali dipende evidentemente dal nostro grado di informazione sui fatti e, soprattutto, dalla nostra informazione su come i cittadini e i governi degli altri paesi valutano le cose.   Se fossimo più informati, ci renderemmo conto che chi non la pensa come noi ha spesso argomenti seri e rispettabili per farlo.

Questo è particolarmente vero per gli affari europei dove le decisioni in campi che non sono già codificati nel diritto europeo dipendono da complessi negoziati che richiedono l’accordo di tutti.

Un esempio dei danni di un’informazione insufficiente lo ritroviamo in questi giorni nell’affare increscioso della Sea Watch 3 e del recente sbarco nel porto di Lampedusa dei profughi che erano a bordo dopo un lungo periodo in mare aperto.

Moltissimi commenti criticano giustamente la politica seguita dal governo italiano con la presunta “chiusura dei porti“, essenzialmente la creazione di una serie di incidenti da usare come spot elettorali per giocare la carta della paura dello straniero presso le parti meno informate dell’opinione pubblica.   Tanto è stato scritto e tanto ancora si può scrivere per condannare questa politica (condanna che però non significa mai che noi si possa accogliere tutti quelli che dall’Africa vorrebbero venire in Italia o in Europa).

Mi colpisce però il fatto che tanti di questi commenti contengano comunque l’idea che l’Italia sarebbe stata “lasciata sola” e che l’Italia di fronte all’emergenza dell’immigrazione abbia dovuto fornire uno sforzo molto superiore a quello degli altri paesi.   Non è così.   L’Italia, la Grecia, l’Ungheria, l’Austria, la Svezia e soprattutto la Germania hanno dovuto fornire un grosso sforzo nei momenti più caldi della crisi (2015-2016), ma lo sforzo richiesto all’Italia non è stato maggiore di quello richiesto agli altri paesi europei.  

Alcuni paesi hanno chiuso le porte ai profughi (specialmente i paesi dell’est), ma la maggioranza dei paesi europei ha accolto molti più profughi di noi.   Nell’insieme, gli altri paesi europei hanno accolto in proporzione alla loro popolazione o in proporzione al loro PIL, molti più profughi di noi.   Questo è  vero se si guardano le cifre degli ultimi dieci anni e ancora di più se si guardano le cifre più recenti.

Eurostat raccoglie sistematicamente le cifre fornite dai ministeri degli interni sul numero di domande di protezione presentate ogni mese in ogni paese.   Nel corso del primo trimestre del 2019 nei 28 paesi dell’Unione europea sono state presentate 174 740 domande.   Quelle presentate in Italia sono state 10 570 pari al 6,0 per cento del totale.

L’Unione europea oggi non ha i poteri legali per stabilire che un profugo arrivato nell’UE sia accolto da questo o quello stato membro.   Per dare all’Unione europea questo potere sarebbe necessaria una modifica dei trattati, che richiede l’accordo unanime di tutti i paesi membri.   Ma questa possibilità teorica rimane comunque un utile riferimento per una prima valutazione indicativa dell’equità delle situazioni.

Se l’Unione europea potesse ridistribuire tra i suoi paesi membri i profughi che arrivano sul suo territorio quanti dovrebbero andare in questo o quel paese ?   Ebbene, se si prendono le cifre per le domande di protezione presentate nel primo trimestre 2019 un calcolo del genere mostra che l’Italia non avrebbe dovuto accogliere i 10 570 profughi che hanno effettivamente fatto domanda nel nostro paese, ma avrebbe dovuto prenderne 20 529 – quasi il doppio – se la ripartizione fosse stata basata sulla popolazione dei paesi.   Se questa ripartizione fosse stata fatta sulla base del PIL, la cifra sarebbe stata leggermente più bassa – 18 833 – ma sempre molto più alta del numero dei profughi effettivamente arrivati in Italia.

Se si fa questo esercizio sui dati dell’anno 2018 i risultati sono simili.   L’Italia ha ricevuto 53 700 domande di protezione sulle 639 475 ricevute in tutta l’Unione europea.   Se questi 639 475 profughi fossero stati ripartiti “equamente” tra tutti i paesi europei sulla base della popolazione rispettiva l’Italia avrebbe dovuto accogliere 75 126 profughi invece dei 53 700 che sono arrivati.   Se invece del criterio della popolazione si fosse utilizzato quello del PIL la quota “assegnata” all’Italia sarebbe stata di 68 922 profughi invece di 53 700.

Le cifre che ho citato sembra siano sconosciute alla maggioranza dei nostri politici (anche se notissime a chiunque si documenti un poco sul tema dell’immigrazione), ma sono in ogni caso nei briefing dei ministri degli altri paesi europei.   Ogni volta che c’è una situazione speciale, la Commissione europea fa un’opera meritoria di persuasione dei paesi disponibili a ricevere profughi.   Ma il successo della sua azione dipende dal buon volere dei ministri e dai buoni rapporti tra i paesi.   Ma cosa dovrebbe mai spingere il ministro di un altro paese europeo ad aiutare l’Italia ?

Per quale motivo il ministro di un paese che già riceve molti più profughi dell’Italia in proporzione alla sua popolazione o alla sua economia dovrebbe mai aiutare il governo italiano in situazioni che sono diventate d’emergenza solo per le decisioni prese da questo governo ? 

Per quale motivo il ministro di uno di questi paesi dovrebbe fare uno sforzo supplementare – sempre possibile – per l’Italia e non invece per la Spagna, la Grecia, Cipro o Malta che sono paesi più poveri e che ricevono molti più profughi di noi in proporzione alla loro popolazione o al loro PIL (e i primi due più di noi anche in cifre assolute)?

Per quale motivo questi ministri dovrebbero fare uno sforzo a favore di un paese che viola le convenzioni internazionali e criminalizza le ONG ?   A favore di un paese di 60 milioni di abitanti che crea artificialmente dei “casi” per qualche decina di profughi ?

Per quale motivo questi paesi dovrebbero togliere i marroni dal fuoco ad un ministro degli interni che ha finora partecipato a solo una delle sette riunioni dei ministri europei del settore che si sono tenute da quando il nostro governo attuale è in carica ?   Per quale motivo dovrebbero fare un favore ad un ministro che tuona a sproposito contro l’Europa un giorno sì e l’altro pure ?   Per quale motivo dovrebbero fare un favore ad un ministro che è alleato dell’opposizione a quasi tutti i governi in carica?

I nostri corrispondenti da Bruxelles hanno fatto varie volte riferimento al clima di irritazione che c’è nelle rappresentanze permanenti della maggioranza dei paesi.   Ma la cosa non sembra aver raggiunto il nostro dibattito pubblico.

Ridurre gli arrivi di profughi non si ottiene con gli spot elettorali costituiti dai casi come l’Aquarius, la Diciotti o la Sea Watch.   Queste sono cose tecnicamente semplici e fattibili, anche se ci espongono al ridicolo internazionale.   Per ridurre in maniera sostanziale gli arrivi bisognerebbe, per esempio, fare di più per stabilizzare la Libia e permettere alle Nazioni Unite e all’Unione europea di intensificare gli sforzi per riportare nei paesi di origine le centinaia di migliaia di persone che sono nei campi di prigionia di quel paese.   Questo era l’obiettivo del piano del ministro Marco Minniti che ha ottenuto i risultati spettacolari che abbiamo visto.  

Ma questo richiede che si stabiliscano relazioni costruttive con i nostri partner europei e internazionali, non che li si prenda a pesci in faccia.   Questo richiede che si investa nelle organizzazioni internazionali e nello sviluppo degli accordi, non che ci rinchiuda dietro lo slogan “i nostri prima degli altri“.   Le alleanze con altri sovranisti che non potranno mai portare a nulla di concreto.   Le manifestazioni di simpatia per Donald Trump che mira a distruggere gli accordi internazionali in tutti i campi ci danneggiano.

Certo quando il proprio gruppo politico al Parlamento europeo è uno dei più piccoli ed ha meno del 10 per cento del totale dei deputati le possibilità di azione a livello europeo sono molto limitate.   Quando ci si è bruciati il terreno con une serie di prese di posizione che disgustano l’opinione pubblica mondiale non è facile ripartire da zero nella giusta direzione.   E allora forse gli spot elettorali sulla pelle dei profughi e su quella di chi cerca di trattarli in maniera umana sono l’unica strada per sopravvivere politicamente.   Ma questo funziona solo perché il nostro elettorato è poco istruito e informato ancora meno.

SERVE UN PROCESSO A SALVINI L’Italia prende meno migranti degli altri paesi. Troppe polemiche con l’Europa. (L’arresto di Carola)ultima modifica: 2019-06-30T12:51:11+02:00da bezzifer
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