Tra Calenda e PD

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Se mi fermassi al sistema limbico, sottoscriverei ogni parola della lettera di Calenda. In fondo, ho passato gli ultimi 10 anni della mia vita a dire quanto schifo facciano gli stellotti –e un po’ meno ad ammirare Calenda, peraltro.

Il mio problema è quella contorta e convoluta cortecciaccia cerebrale che mi ritrovo, che mi fa dire che questa trattativa andava fatta e bisognava dare l’idea di crederci almeno un po’. Non da ultimo, per il palo dell’alta tensione che questa cosa ha consegnato a Salvini su per la porta sul retro.

Questo oggetto perverso che mi avviluppa il cervello mi suggeriva anche che il PD potesse fare le due cose contemporaneamente: andare al governo in un estremo accesso di realpolitik e anche tirarsene fuori e snobbarli. Una delle soluzioni, era proprio che Calenda uscisse e lavorasse ad un progetto di liberal-democrazia parallelo, che potesse intercettare chi (per ottime ragioni, che condivido) non potesse soffrire un PD alleato con gli stellotti.

Credo che anche questa sia una mossa giusta, una delle tante mosse giuste che sono arrivate dal PD a guida Zingaretti (che chapeau: è riuscito con l’aiuto di Renzi ad orientare tutto il PD più o meno nella stessa direzione: era un sacco di tempo che non si vedeva; e sono riusciti a deflettere gli stellotti, che non era ovvio che succedesse) –se volessi sognare un po’, desidererei che se la fossero studiata.

D’altronde, in Italia c’è palesemente spazio per un partito liberale decente, cosmopolita, europeista ed attento all’ambiente che adesso lasci andare un po’ il PD a fare la loro pratica politica e poi riconverga in coalizione, come un pezzo di anima rimasta candida mentre l’altra s’è impelagata nella politica più politica che si potesse.

Buona fortuna a Calenda, al PD e a tutti noi: ne avremo bisogno.

Tra Calenda e PDultima modifica: 2019-08-29T09:57:33+02:00da bezzifer
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