Tutti i nemici che ora si cagano a dosso per la scissione Renzi-Pd

La mossa dell’ex segretario scatena le reazioni della politica italiana. Conte perplesso dalla tempistica, Salvini all’attacco: «Cosa non si fa per la poltrona». Ma è tra i dem che c’è maggiore apprensione. 

Non si può dire che l’addio di Matteo Renzi al Partito democratico abbia colto di sorpresa gli addetti ai lavori. Semmai è la tempistica ad avere indotto più di una riflessione, in considerazione soprattutto delle possibili ripercussioni della scissione sulla tenuta dell’esecutivo giallorosso. Anche il premier Giuseppe Conte sembra essere rimasto stupito dall’annuncio dell’ex segretario dem. «Il presidente Conte, nel corso della telefonata ricevuta ieri sera da Matteo Renzi, ha chiarito di non volere entrare nelle dinamiche interne a un partito», hanno spiegato fonti vicine a Palazzo Chigi. «Ha però espresso le proprie perplessità su una iniziativa che introduce negli equilibri parlamentari elementi di novità, non anticipati al momento della formazione del governo. A tacer del merito dell’iniziativa, infatti, rimane singolare la scelta dei tempi di questa operazione, annunciata subito dopo il completamento della squadra di governo».

SALVINI: «CHE PENA, COSA NON SI FA PER SALVARE LA POLTRONA»

Decisamente più diretto, e non poteva essere altrimenti, il giudizio espresso da Matteo Salvini. «Prima incassa posti e ministeri, poi fonda un “nuovo” partito per combattere Salvini», ha scritto su Twitter il leghista. «Che pena, cosa non si fa per salvare la poltrona… Il tempo è galantuomo, gli italiani puniranno questi venduti». «Nessuna sorpresa», invece, per Luigi Di Maio.«Di certo per noi non rappresenta un problema, anche perché le dinamiche di partito non ci sono mai interessate. Lavoriamo per gli italiani, solo a loro dobbiamo dare risposte». Per Beppe Grillo, invece, «di solito, prima a di fare qualcosa di importante si è presi dai dubbi, si valutano i pro ed i contro, si possono vivere anche giorni di tormento interiore, poi ci si esaspera e si fa una minchiata d’impulso! I Mattei (Salvini e Renzi, ndr) sono passati entrambi alla minchiata d’impulso, il Paese è instabile e pieno di rancori, non è il momento di dare seguito a dei narcisismi».

FRANCESCHINI: «RENZI È UN GROSSO PROBLEMA»

Ma è proprio dentro al Pd che i malumori si sono fatti più consistenti e difficili da trattenere. Tanto che Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e capodelegazione del Pd nel governo, nel corso di una conversazione con la sua omologa tedesca Michelle Müntefering, non ha esitato a definire Renzi «a big problem». E se Nicola Zingaretti ha descritto quello dell’ex segretario come «un errore», Enrico Letta ha parlato di una scissione «senza ragioni politiche». Insomma, il clima di pacificazione auspicato da Renzi nella sua intervista a Repubblica sembra già essere andato a farsi benedire.

 

Tutti i nemici che ora si cagano a dosso per la scissione Renzi-Pdultima modifica: 2019-09-18T10:25:24+02:00da bezzifer
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