SU GRETA La ragazzina con le trecce è un fenomeno mediatico, ma il problema ambiente esiste.

 

Credo che ogni persona di buon senso, che sia (anche solo un po’) abituata a guardare oltre i titoli e le facciate, non abbia difficoltà a rendersi conto che Greta è un fenomeno mediatico, ben costruito e ben gestito non so da chi, ma comunque da qualcuno che sa fare il suo mestiere.

Detto questo, il problema non è di ordine morale (l’eventuale sfruttamento di immagine della ragazzina), ma è capire se il fenomeno mediatico in questione può essere utile o no alla causa generale dei nostri complessi e burrascosi rapporti con l’ambiente che ci circonda.

Perché è innegabile che il problema esista, o no?

In realtà qualcuno, anche importante come Trump o Bolsonaro, lo nega, e forse sono gli ispiratori della suddetta lettrice, ma in realtà tutto il mondo cosciente e responsabile ha da tempo definitivamente appurato che il problema esiste eccome ed è grosso come una casa, anzi come un pianeta intero, con intorno anche la sua bella strisciolina di atmosfera (sottile come una sfoglia di cipolla).

Tutto la comunità scientifica è concorde, e quando Greta dice “affidiamoci alla scienza”, dice una cosa sacrosanta, che non farà colpo come la barca a vela di Casiraghi, ma esprime l’unica vera possibile via d’uscita che abbiamo davanti, ovvero la scienza ed il metodo scientifico.

Il fatto che riteniamo (a ragione) imbarazzante che una ragazzina abbia addirittura accesso all’ONU e che da quel pulpito bacchetti i governanti della terra e che questi la stiano pure a sentire, dà la misura di quanto sia lunga la coda di paglia dei suddetti governanti, che finora non sono riusciti a concordare ed introdurre alcuna efficace strategia di lungo periodo per affrontare e risolvere il problema ambientale.

Risolvere, non mitigare; non c’è via di mezzo, perché è interesse della specie umana trovare i modi strutturali per continuare a svilupparsi senza provocare squilibri tali da mettere a repentaglio l’esistenza stessa della specie.

Ho scritto in altre occasioni che l’umanità non è ospite del mondo, è parte integrante del mondo e non deve sentirsi in soggezione verso qualsiasi elemento della natura.

Siamo pericolosi, è innegabile, ma un asteroide da un kilometro lo è molto di più (chiedete ai dinosauri), come un sisma di nono grado in un’area abitata, oppure una caldera come quelle due o tre ben note, che minacciano aree grandi come mezzi continenti.

No, non è di nuovo un problema morale, è più banalmente un problema di sopravvivenza, e tutti sappiamo che l’istinto di sopravvivenza è comune a tutte le specie viventi. Noi umani in più abbiamo la coscienza di noi stessi e questo a volte ci frega, dandoci la falsa illusione di essere intoccabili ed onnipotenti. Non lo siamo, ma abbiamo i mezzi per capire, abbiamo gli strumenti per intervenire, abbiamo inventato il metodo scientifico, che ci permette di affrontare i problemi con raziocinio e non con i sentimenti che ci mandano spesso fuori strada.

Non saranno quindi né le docce brevi di Greta né le finestre aperte della rancorosa lettrice a tiraci fuori dai problemi che ci siamo creati con le nostre mani, ma la conoscenza scientifica e la politica, opportunamente sollecitata.

Cari signori, chi si occupa di rapporti con l’ambiente (sì, anche Greta) non vuole cambiare il clima come voi avventatamente scrive: il clima purtroppo lo abbiamo già cambiato con un uso perlomeno avventato delle fonti energetiche disponibili. Ora si tratta di rimettere, per quanto possibile, le cose a posto, senza pregiudicare il benessere di nessuno che l’abbia già raggiunto o di chi giustamente ambisce a raggiungerlo.

È difficile, ma è possibile, abbiamo i mezzi per farlo, altri potremo svilupparne; l’unica cosa da non fare è fare finta di nulla e rifugiarsi nella nostalgia dei bei tempi andati o in impossibili soluzioni miracolistiche, siano esse le pedalate energetiche o la rinuncia agli strumenti di comunicazione su cui anche Lei avrà certamente scritto la sua improbabile filippica.

Mente fredda e logica ferrea. Greta o non Greta, il problema va affrontato e avviato a soluzione. Senza perdere tempo in chiacchiere inutili. E se un po’ di gente scende in piazza, beh, è meglio che starsene seduti sulle proprie abitudini, a coltivare rancore o nostalgia.

Il mondo si evolve continuamente.

Duecento anni fa (non duemila) il petrolio al massimo serviva ad accendere lumini, oggi, insieme al gas naturale, è al centro della nostra vita. Domani lo sarà per forza di meno.

Cento anni fa nessuno nemmeno sospettava che dentro la materia ci fosse un’energia capace di distruggere il mondo intero. Ebbene c’era e l’abbiamo collaudata prima con le bombe, poi l’abbiamo sperimentata per uso civile, ci siano illusi che fosse la soluzione, alla fine abbiamo capito che andava maneggiata con troppa cura e che ci esponeva a rischi letteralmente incalcolabili. Insomma, un flop epocale. Forse un’altra energia nucleare (quella da fusione) sarà la strada giusta, e bisogna insistere a fare ricerca e sperimentare.

Oltre duemila anni fa Archimede a Siracusa usò (forse) energia solare per bruciare le navi romane; oggi vediamo pannelli fotovoltaici ovunque e sempre più ne vedremo.

Quattrocento anni fa Cervantes faceva lottare Don Chisciotte contro i mulini a vento; oggi il mondo è pieno di pale eoliche che hanno anche modificato i paesaggi.

Tutto questo non basta: il tema dei prossimi decenni sarà imparare a sopravvivere, bene e senza suicidarci. Prima lo capiamo e meglio è.

Per questo sono disposto a sopportare anche le treccine di Greta …

SU GRETA La ragazzina con le trecce è un fenomeno mediatico, ma il problema ambiente esiste.ultima modifica: 2019-09-25T11:11:51+02:00da bezzifer
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