Il gioco di spie che inguaia Conte

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“È chiaro che la vicenda del Russiagate si intreccia con il voto sulla presidenza del Copasir”. Ancor prima della fumata bianca, Giuseppe Conte guardava con impazienza sul possibile presidente nominato a cui sarebbe toccato indire la convocazione di un ufficio di presidenza per discutere sulla convocazione del premier che, prima o poi, dovrà spiegare perché ha favorito i contatti tra l’amministrazione Trump e i servizi segreti italiani. Per questo non voleva assolutamente che quella poltrona andasse al Carroccio. Ora che alla guida degli 007 c’è il leghista Raffaele Volpi, la preoccupazione di Palazzo Chigi è che l’audizione possa essere l’occasione per scoprire quanto accaduto l’estate scorsa: non solo sul misterioso scambio di favori tra Roma e Washington, ma anche (e soprattutto) sulle pressioni che hanno spinto Matteo Salvini a rompere l’alleanza gialloverde.

Che qualcosa abbia contribuito a far cadere il primo governo Conte, era fuor di dubbio sin dall’inizio. Il punto, ora, sta nel mettere insieme le tessere del puzzle. La vicenda dello “spygate” ha molti punti d’ombra e probabilmente non se ne verrà mai a capo. Qualcosa, però, inizia a emergere. Si consuma tutto nel giro di poche settimane e si concentra nei colloqui tra l’intelligence nostrana e una piccola delegazione d’Oltreoceano formata (pare) dal procuratore generale degli Stati Uniti, William Barr, e dal procuratore generale per il distretto del Connecticut, John Durham. Quest’ultimo sta portando avanti la contro inchiesta sul Russiagate, quella cioè che indaga sul possibile complotto internazionale ordito ai danni di Donald Trump e l’Italia può dare il proprio contributo alla causa. Qual è, dunque, lo scambio? I nostri, come ricostruisce i media, mettono sul tavolo le veline che il precedente governo PD Gentiloni avrebbe passato a Hillary Clinton, mentre gli americani rendono il favore con l’audio che inguaia Gianluca Savoini e la Lega. Un sodalizio che termina con il tweet del tycoon a sostegno di Conte (“Un uomo molto talentuoso che spero resti primo ministro”) e dell’asse giallorosso.

In questo gioco di spie hanno tutti molto da perdere. Il Pd, in primis, che con Paolo Gentiloni premier e Marco Minniti delegato dei servizi segreti avrebbe appunto tramato coi progressisti americani per provare a dare la spallata a Trump. Chi, però, ne esce maggiormente indebolito è Conte che prima o poi dovrà spiegare che uso ha fatto dei nostri servizi la scorsa estate. E lo dovrà fare davanti a un Copasir presieduto da un leghista doc. Che, subito dopo la nomina, ha messo in chiaro: “Non è il presidente del Consiglio a decidere le priorità. Nel momento in cui il comitato avrà fatto un suo ordine del giorno, insieme ai rappresentanti di tutti i gruppi, sicuramente contatteremo la segreteria del presidente Conte e concorderemo con lui i tempi dovuti per questi incontri che sono così spesso sollecitati”. Difficilmente da questa audizione potrà uscire la verità su quanto accaduto. Probabilmente, usciranno brandelli di verità. Ma non credo si verrà a capo delle trame che ad agosto hanno spinto Salvini a fare un passo indietro tanto brusco e a incartarsi in uno strappo che lo ha relegato all’opposizione. Oltre all’audio pubblicato da Buzzfeed che cosa è stato messo nelle mani dei servizi segreti italiani? E cosa è stato dato in cambio agli americani? E poi tutti i dubbi su Conte: perché ha venduto l’alleato agli americani ? E cosa dovrà garantire in futuro all’amministrazione statunitense in cambio del sostegno di Trump?

Detto ciò e non avendo altri argomenti  parrebbe che anche Conte sia inguaiato non fosse altro perché se PD e Gentiloni hanno complottato contro Trump cade il governo e lo stesso Conte ne va a casa. Per la questione “rubli” può darsi che la cosa non  si sgonfi anche se  non è accaduto alcun avvenimento fenomenico nemmeno a livello d tentativo visto che oscuri russi che NULLA avevano a che vedere con le compagnie petrolifere, promettevano.Ma! Tutto può essere possibile e sicuramente anche la volontà di ridimensionare “Salvini” ma la cosa più preoccupante è capire se il “trappolone” abbia basi di verità ovvero se risponde al vero l’attività di Savoini, cioè procurarsi fondi illeciti per la “Lega” o altri, è questo che Salvini dovrà chiarire prima o poi anche se la trattativa non si è concretizzata.

Ma! La corruzione, da un punto di vista penale, si configura anche con il semplice promettere una futura utilità. Soltanto uno come Salvini ( da sempre finge di non sapere molte cose e si è negato senza vergogna ad ogni spiegazione in Parlamento pur essendo ministro ) può continuare a dire che “non c’è niente” e che non ha mai visto un dollaro o un rublo.
D’altronde è lo stesso Salvini che ha sempre negato anche di saper qualcosa sui 49 milioni truffati dalla lega mediante falsificazione dei bilanci per anni, salvo poi impegnarsi a restituirli, tanto che secondo molti i 65 milioni contrattati da Savoini a Mosca con i petrolieri putiniani come tangente sul contratto ENI, sono stati ‘necessitati’ dal salasso dei 49.
Però, a pensarci bene, Salvini non è italiano ( si è sempre professato ‘padano’ come un formaggio ) e, secondo me, nemmeno tanto per bene.

ORA CHE DIRE! Conte , mister Nessuno, portavoce incolore e vocina rauca , catapultato dal polveroso Salento alle luci romane, l’ho sempre considerato una mezza tacca..ora sembra sia sempre una mezza tacca ma pure spione maldestro.

Spero vivamente che questo governo vada a casa,perché e’ evidente che a questi cialtroni interessa la poltrona e la bella vita e degli Italiani non gliene frega un bel niente
Conte ha dimostrato di interessasi più al potere che agli interessi del popolo Italiano Conte e’ un PARACULO.

Il gioco di spie che inguaia Conteultima modifica: 2019-10-10T17:27:49+02:00da bezzifer
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